Nella giornata odierna il Governo italiano ha la messa amministrazione straordinaria di Acciaierie d’Italia SpA (“ADI”) a seguito della richiesta di Invitalia, trasferendo così il controllo della società dai suoi attuali azionisti, ArcelorMittal e Invitalia, a commissari nominati dal Governo.
Si conclude così il coinvolgimento di ArcelorMittal in ADI, iniziato nel 2018. Da allora, ArcelorMittal si è impegnata a fondo per il personale e gli impianti di ADI – allora nota come Ilva – investendo oltre 2 miliardi di euro. Questo massiccio investimento ha permesso ad ADI di completare nei tempi previsti un ampio programma ambientale da 800 milioni di euro che ha garantito la conformità all’Autorizzazione Integrata Ambientale stabilita dal governo italiano, nonché di investire 1,2 miliardi di euro nell’ammodernamento degli impianti di tutti i siti. ADI ha inoltre beneficiato di centinaia di milioni di euro di credito grazie alla fornitura di materie prime da parte di ArcelorMittal.
ArcelorMittal desiderava affrontare la significativa discrepanza di capitale investito in ADI dai due azionisti. Nel corso delle recenti discussioni, ArcelorMittal ha avanzato proposte pragmatiche volte risolvere tale questione e nel contempo a proseguire il partenariato pubblico-privato con Invitalia, istituito nell’aprile 2021. Non essendo riusciti a trovare un accordo su condizioni accettabili, abbiamo anche proposto di vendere la nostra partecipazione in ADI a Invitalia. Nonostante gli sforzi di ArcelorMittal le discussioni non hanno avuto successo.
Se dall’aprile 2021 ADI avesse avuto accesso al tradizionale mercato del debito e fosse stata così in grado di raccogliere il capitale circolante necessario per finanziare le sue esigenze correnti -invece di dipendere dalle iniezioni di capitale dai suoi azionisti come unica fonte di finanziamento – questa situazione avrebbe potuto essere evitata. Malauguratamente, le condizioni sospensive per consentire ad ADI di convertire il contratto di affitto di azienda in un acquisto formale (condizioni che esulano dal controllo di ADI), il cui soddisfacimento era originariamente previsto per il maggio 2022 e successivamente posticipato al maggio 2024 – rimangono oggi non soddisfatte. La situazione finanziaria di ADI è stata ulteriormente influenzata dal fatto che il governo italiano ha erogato meno di un terzo dei 2 miliardi di euro di misure di sostegno offerte al momento della creazione della partnership pubblico-privata con Invitalia.
Un turnaround già di per sé complesso è stato reso ancora più impegnativo dall’instabilità causata dalla temporanea rimozione dell’immunità penale applicabile durante il periodo di attuazione del programma di investimenti ambientali, dal contesto della domanda durante la crisi di Covid e dalla crisi energetica in Europa lo scorso anno.
Per le persone e le comunità di ADI, ArcelorMittal si augura che in futuro possa essere assicurata la necessaria stabilità.