Disturbi Alimentari: la Puglia tra le protagoniste dell’Osservatorio lanciato da Unobravo

Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla

Unobravo presenta l’Osservatorio sui DAN in Italia:
Campania, Sicilia e Puglia tra le regioni più interessate
del Sud Italia, tra diagnosi e percezione del malessere
● Nel Sud Italia, la più alta percentuale di coloro che affermano di non avere un
buon rapporto con il cibo o il proprio corpo si concentra in Campania, Sicilia e
Puglia
● Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DAN): tra chi è alla ricerca di
supporto psicologico solo il 9,3% ha una diagnosi
● Tra le persone che hanno già ricevuto una diagnosi di DAN, il 30% si trova in
Lombardia; seguono Lazio ed Emilia-Romagna. Tra le province, spiccano Milano,
Roma e Mantova

Secondo quanto emerge dai dati condivisi dal Ministero della Salute, dal 2019 al
2021 gli accessi alle cure per disturbi della nutrizione e
dell’alimentazione sono aumentati quasi del 40% 1 . Oltre all’impatto sulla
salute fisica degli individui, i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DAN)
— come anoressia, bulimia nervosa e binge eating — coinvolgono anche l’intera
sfera psicologica della persona, spesso rimanendo latenti a livello sociale,
con conseguente impatto sulla qualità della vita e sulla salute mentale delle
persone che ne soffrono.
Proprio con l’obiettivo di sensibilizzare le persone e abbattere lo stigma nei
confronti dei disturbi alimentari e della salute mentale in vista della Giornata
nazionale del Fiocchetto Lilla (15 marzo) dedicata ai DAN, il servizio di
psicologia online Unobravo presenta l’Osservatorio Unobravo sui Disturbi
della Nutrizione e dell’Alimentazione in Italia.
L’analisi, condotta su un campione della base utenti di Unobravo, fornisce una
panoramica dei DAN in Italia, accendendo i riflettori sul tema e
sull’importanza dell’adozione di strategie preventive, tra le quali gioca un
ruolo chiave l’intraprendere un percorso volto al benessere psicologico, oltre che
fisico. Emerge così che, tra le persone che affermano di non avere un buon
rapporto con il cibo e con il proprio corpo, solo il 9,3% sostiene di avere già

1 Ministero della Salute

una diagnosi di disturbo del comportamento alimentare, mentre il restante
90,7% potrebbe essere alla ricerca di supporto psicologico per la prima
volta.
DAN in Italia: la percezione a livello regionale e provinciale
Dall’Osservatorio Unobravo emerge che la maggior parte delle persone alla
ricerca di supporto psicologico per possibili DAN si concentra nelle due regioni
più popolose dello Stivale: Lombardia (27,3%) e Lazio (11,1%). Proseguendo,
le percentuali più alte si riscontrano in Emilia-Romagna (9,9%) e Veneto
(8,9%), mentre si scende di qualche punto percentuale nel Sud Italia, a partire
da Campania (6,3%), Sicilia e Puglia (entrambe al 4,2%).
Considerando le singole province italiane, invece, la maggiore percentuale di
coloro che dichiarano di non avere un buon rapporto con il proprio corpo si trova
a Milano (12%), seguita da Roma (9,2%), Bologna (3,6%) e Napoli (3,3%).
Per approfondire i dati relativi alla percezione dei disturbi su base regionale e
provinciale è possibile consultare l’Osservatorio Unobravo sui DAN.
Le diagnosi di disturbi del comportamento alimentare in Italia
Sul totale del campione, solo il 9,3% sostiene di avere ricevuto una
diagnosi di disturbo del comportamento alimentare e il 7,2% afferma che lo
stesso sia in fase di miglioramento.
Dal punto di vista geografico, il 30% delle persone che hanno già ricevuto
una diagnosi di DAN si concentra in Lombardia, seguono Lazio (12,1%) ed
Emilia-Romagna (9%). Tra le province, le concentrazioni più alte sono a Milano
(13,8%), Roma (10,2%) e Mantova (3,4%), seguita a poca distanza da Napoli
(3,2%). Ulteriori approfondimenti rispetto alla diagnosi dei disturbi su base
regionale e provinciale sono inclusi nell’Osservatorio Unobravo sui DAN.
Le donne tra i 25 e 32 anni tra le più colpite da possibile binge eating
disorder
Secondo l’indagine condotta dall’Osservatorio Unobravo, in Italia le persone che
sostengono di non avere un buon rapporto con il cibo e con il proprio corpo sono
principalmente donne (79,4%) e soggetti con meno di 33 anni (64,5%),
con una concentrazione maggiore che si osserva nella fascia tra i 25 e i 32 anni
(44,5%).
Le donne in questa fascia d’età sono anche quelle che ricercano maggiormente
un supporto psicologico per episodi di possibile binge eating disorder. Tra le
persone che esplicitano questo malessere (che rappresentano il 28,1% del totale
degli utenti coinvolti nell’analisi) l’82,5% è composto da donne e il 45% di esse
ha proprio tra i 25 e i 32 anni.
L’importanza di intraprendere un percorso di terapia
Alcune persone provano ad affidarsi all’auto-aiuto per cercare di migliorare il
proprio rapporto con il cibo e con il proprio corpo, ma l’Osservatorio Unobravo
sottolinea come intraprendere un percorso di terapia psicologica sia
cruciale per acquisire maggiore consapevolezza di sé e delle proprie

emozioni e affrontare un DAN. Un trattamento efficace, inoltre, può
prevedere anche l’intervento di altri professionisti della salute come medici e
nutrizionisti, che possono sostenere il paziente aiutandolo a ristabilire abitudini
alimentari più sane e a gestire eventuali problemi fisici causati dal disturbo.
L’Osservatorio Unobravo sui Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione, con
l’approfondimento di tutti i dati suddivisi per regioni e province, può essere
consultato a questo link:
https://www.unobravo.com/disturbi-nutrizione-alimentazione-in-italia


Nota metodologica
I dati citati provengono dall’iniziativa Osservatorio Unobravo sui Disturbi della Nutrizione
e dell’Alimentazione in Italia e sono relativi a un campione di 16.000 persone, parte della
base utenti di Unobravo.
Chi è Unobravo
Nato nel 2019, Unobravo è il servizio di psicologia online che si propone come un punto
di riferimento affidabile, competente ed empatico nella vita delle persone, per aiutarle
nel raggiungimento del benessere psicologico e supportarle nella crescita personale.
Unobravo lavora ogni giorno per abbattere lo stigma sui temi di salute mentale e
normalizzare l’accesso alla terapia attraverso prezzi accessibili e l’attenta selezione di
professionisti per garantire sempre un servizio d’eccellenza. Ad oggi conta una équipe di
5.000 psicologi, più di 170.000 pazienti e un core team di oltre 250 persone.

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