Dopo oltre 100 anni torna a Taranto la LEX MUNICIPII. L’evento e l’allestimento presentato oggi al MArTA

Storia e modernità di un reperto del I sec. a.C.

Esposizione ed eventi dal 14 novembre 2024 al 28 febbraio 2025

Il progetto di Museo archeologico nazionale di Taranto,  Dipartimento di Ricerca e Innovazione Umanistica e il Dipartimento Jonico dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, a cura di Stella Falzone, Maria Casola e Gianluca Mastrocinque

La rilevanza pubblica e sociale delle azioni del popolo. La garanzia della Magistratura. La tutela del territorio e della cosa pubblica. Il governo delle acque, delle vie, delle fosse e delle cloache. Il peculato.

In poche parole l’incredibile modernità della Lex Municipii Tarentini: una tavola bronzea del I secolo a.C. custodita all’interno del MANN (Museo archeologico nazionale di Napoli), che dopo oltre 100 anni torna nella città d’origine, dove non era mai stata esposta.

Dal 14 novembre 2024 e fino al 28 febbraio 2025 sarà proprio il MArTA, il Museo archeologico nazionale di Taranto, “figlio” dell’impegno dell’archeologo Luigi Viola, scopritore nell’ottobre del 1894 delle lamine bronzee, ad ospitare il reperto che testimonia la nascita del Municipio di Taranto.

Un evento di portata nazionale che fornisce al territorio, e non solo, l’occasione di discutere e approfondire le tematiche legate alla progettazione urbanistica  dalla città antica fino all’epoca contemporanea.

Assieme, per l’occasione, il MArTA, il Dipartimento di Ricerca e Innovazione Umanistica e il Dipartimento Jonico dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro.

Nella sede del Dipartimento jonico, infatti, il 15 novembre e poi il 21 febbraio 2025 si svolgeranno due appuntamenti di approfondimento tematico dedicati a “Il progetto della città in età romana tra fonti giuridiche ed evidenze archeologiche” e a “Lo Statuto Municipale di Taranto tra epigrafia e storia giuridica”.

Il progetto prevede incontri aperti alla cittadinanza: il 10 dicembre si discuterà su ” La salute al centro di ogni politica urbana: il concetto di “Urban Health”, a cura di Calliope.

Se l’espressione “Radicati nel futuro”, adottata dal MArTA, racchiude il senso del forte attaccamento ai valori costitutivi e alla storia di un paesaggio urbano e culturale complesso quale quello di Taranto nel suo divenire storico, con uno sguardo verso il futuro, la scelta di esporre (seppur temporaneamente, in prestito dal Museo archeologico nazionale di Napoli) la tavola bronzea superstite dello Statuto municipale intende riportare all’attenzione non solo dei visitatori, ma dell’intera cittadinanza, il tema della progettazione e della regolamentazione degli spazi urbani a partire dall’epoca romana. Compito del Museo è quello di restituire alla pubblica fruizione questa testimonianza storica così significativa sia sul piano archeologico, che simbolico: riscoprire le radici della città, interrogarsi sulle forme degli spazi antichi e delle leggi che li regolavano, contribuiscono certamente al dibattito su come progettare in modo consapevole il presente, e su come costruire una visione urbanistica per il futuro di questa città in profonda trasformazione”.

Stella Falzone

direttrice del Museo archeologico nazionale di Taranto

Nel mondo globalizzato attrae la specificità dei luoghi e del loro ‘modello’; vale a dire, la nostra eredità storico-culturale, imperniata intorno e nella Città. Il Mediterraneo è storia delle Città. Taranto è stata e può ancora essere una delle luci pulsanti di quella realtà, rivendicando il suo essere Città. Cioè, luogo “là dove i tetti si toccano”; la sede che un popolo munisce a propria difesa, con templi e spazi comuni, come sintetizzando il loro tempo, dissero i Romani. Punto imprescindibile nella vita delle città sono stati gli assetti cittadini con i loro Statuti e tra questi vi è la nostra Lex Municipii Tarentina. Prima significativa testimonianza e, direi, per certi versi sorprendente per la sua modernità, concernente la tutela dell’integrità del patrimonio urbanistico, considerata valore primario da proteggere anche a rischio di contrarre il diritto di proprietà del singolo laddove esercitato in palese conflitto con il principio di publica utilitas, che costituisce il fine per il quale la maggioranza degli edifici è stata eretta e alla cui difesa è rivolta tutta la disciplina romana in materia edilizia. Un tema oggi di grande attualità nella ridefinizione dei paradigmi delle moderne strategie urbanistiche sostenibili, supportando misure di contenimento del consumo del suolo ed azioni di rigenerazione urbana di quartieri degradati. Un progetto, pertanto, che potrà proiettare l’immagine di Taranto e, con essa, la cultura italiana come faro di riferimento ed attrazione, promuovendo così anche un senso di identità collettiva”.

Prof.ssa Maria Casola

Dipartimento Jonico UniBa

Esporre per la prima volta a Taranto il frammento della Lex, unica testimonianza di statuto municipale in Italia e la più antica tra gli statuti noti, rappresenta un’opportunità privilegiata per rileggere il paesaggio urbano di Taranto romana da un punto di vista non del tutto valorizzato finora. Il programma organico che trasforma la città a partire dagli ultimi decenni del I sec. a.C., e dunque dall’entrata in vigore della legge, sembra rispondere a standard elevati di funzionalità degli spazi, di mobilità, di qualità della vita e di decoro urbano, che sono regolati dalle disposizioni presenti nel frammento conservato e che nel testo integrale dovevano essere ancora più numerose e sistematiche. Si tratta delle stesse priorità su cui si discute per le città contemporanee e che per questo, negli obiettivi di questo progetto scientifico, possono offrire spunti nuovi su temi urgenti, soprattutto a Taranto, come la rigenerazione urbana e la pianificazione sostenibile, anche rispetto all’integrazione dell’antico nel paesaggio attuale, che da sempre questa città stenta a considerare come un’opportunità

Prof. Gianluca Mastrocinque

Dipartimento  DIRIUM UniBa