Inaugurazione: giovedì 4 luglio 2024 alle 18.30 (ingresso gratuito con prenotazione su muse.it)
MUSE Agorà, la “piazza” del museo per ripensare pratiche ecologiche propone, dal 5 luglio al 25 agosto 2024, il progetto collettivo Ecologie Minerali, in cui l’installazione site-specific dell’artista Chiara Camoni e i lavori filmici di Yto Barrada, Liv Bugge e Ana Vaz entrano in dialogo con le collezioni geologiche del MUSE. Dopo il progetto Postnatural gardening, dedicato ai mondi vegetali, il nuovo allestimento mette in discussione la posizione dei nostri sguardi verso rocce, fossili e minerali, insieme alle montagne, deserti e oceani di cui sono parte.
L’inaugurazione, in programma giovedì 4 luglio alle 18.30, propone una visita guidata con l’introduzione della direttrice Programmi per il pubblico MUSE Patrizia Famà, della curatrice del progetto Alice Labor e dell’artista Chiara Camoni, in collegamento video.
Come ricorda la geologa Marcia Bjornerud, autrice del libro “Il tempo della Terra”, “pensare geologicamente significa tenere negli occhi della mente non solo ciò che è visibile in superficie ma anche quanto è presente nel sottosuolo, ciò che è stato e ciò che sarà”.
Con il nuovo progetto Ecologie Minerali, il MUSE – Museo delle Scienze di Trento reinterroga le proprie pratiche e narrazioni mettendo in relazione le collezioni geologiche, costituite da oltre 20.000 campioni (raccolti dal 1770 a oggi e solitamente non visitabili al pubblico) con i linguaggi dell’arte contemporanea.
Attraverso racconti visuali e orali, testi di approfondimento, film e reperti scientifici, il nuovo allestimento ideato per lo spazio collettivo di MUSE Agorà invita a riconoscere le profonde connessioni che ci legano alla materia, alle sostanze organiche e inorganiche. Campioni fossili e rocce, come quelle dolomitiche, raccontano una dimensione temporale profonda, più che umana. Argille e carotaggi tracciano la storia ancestrale che annoda gli esseri umani ai minerali: dall’origine delle prime forme di vita ai processi estrattivi nelle miniere.
L’installazione site-specific dell’artista Chiara Camoni e del Centro di Sperimentazione, intitolata Convivium, traduce la permeabilità tra regno minerale, vegetale e animale attraverso un convivio di forme, colori e materie. L’opera, realizzata in ottone, stampe vegetali su seta, ceramiche e rocce tratte dalle collezioni geologiche del museo, diviene il fulcro intorno al quale si dipana l’intero progetto, in cui pietre, fossili e minerali vengono esposti e raccontati in una prospettiva decoloniale. In questo spazio di condivisione e convivialità coesistono forme di conoscenza e se ne creano delle nuove.
L’opera di Camoni dialoga con i lavori filmici di Yto Barrada, Liv Bugge e Ana Vaz. Le loro ricerche dilatano la comprensione delle dinamiche economiche, storiche, politiche e culturali che hanno plasmato le relazioni umane con la materia geologica.
Le voci di Giorgio Andreotta Calò, Regina José Galindo, Pauline Julier, Marzia Migliora, Cynthia Montier, Ophèlie Naessens, Micol Roubini e Raghad Saqfalhait invitano, a loro volta, ad un nuovo ascolto delle storie minerali attraverso la condivisione delle loro ricerche e la costruzione di altri immaginari e narrazioni a partire dalle rocce. Una nuova ecologia delle relazioni prende forma nello spazio della mostra per un ripensamento plurale dei legami di interdipendenza di cui siamo parte.
Chiara Camoni, entrando nel merito del suo lavoro, spiega: “Convivium nasce attraverso un processo collettivo: le stampe vegetali sono state realizzate durante un laboratorio che si è svolto nell’ambito della mostra ‘Allegoria della felicità pubblica’ presso il MART. Amo il lavoro di bottega e le forme di arte popolare, in cui non è più rintracciabile l’autore: sembra che si siano create da sole, per necessità. Io stessa penso che vorrei scolpire la pietra così come i passi consumano una soglia o modellare l’argilla per accumulo e sedimentazione. L’opera Convivium invita appunto a convivio i vari regni, diventando essa stessa una sorta di mutevole entità”.
La curatrice Alice Labor racconta come “Ecologie Minerali si addentra nelle stratificazioni geologiche attraverso ricerche artistiche e scientifiche per ridefinire narrazioni e relazioni di coesistenza di fronte alle crisi ecologiche del nostro tempo, ribaltando le nostre prospettive sulla materia inorganica e riconoscendo le interconnessioni che ci costituiscono. Comprendere il tempo delle rocce, delle montagne, dei deserti e degli oceani significa cambiare scala di misura: abbandonare il tempo umano per entrare in quello della Terra”.
Patrizia Famà, sostituta direttrice Ufficio programmi per il pubblico MUSE, sottolinea come “progetti innovativi e sfidanti come questo ci permettono di ampliare lo sguardo e di rielaborare l’agire stesso dei musei scientifici. Di superare, nella crisi planetaria, rappresentata dai cambiamenti climatici, dalla perdita di natura e biodiversità, dall’inquinamento e dai rifiuti, la divisione tra ‘storie umane’ e ‘storie del pianeta’. MUSE Agorà è uno spazio collettivo e multidimensionale che sfida e risignifica le pratiche tradizionali di un museo naturalistico, mostrando l’intersezione delle narrazioni e delle ricerche tra linguaggi artistici e scientifici”.
Ecologie minerali
A cura di
Alice Labor
Con la partecipazione di
Chiara Camoni, Yto Barrada, Liv Bugge, Ana Vaz
E le voci di
Giorgio Andreotta Calò, Regina José Galindo, Marzia Migliora, Cynthia Montier, Ophélie Naessens, Micol Roubini, Raghad Saqfalhait
Partner culturali
Biennale Gherdëina
Galleria Civica di Trento
Le garage
Sustainability Partner
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Special Sponsor
Levico Acque
Con il supporto di
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