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BARI – “Una Nuova Storia” – Lunedì 29 luglio si conclude la rassegna di teatro civile con «Pizzo. Canti di denuncia», di e con Riccardo Lanzarone – Bari
Luglio 29
Lunedì 29 luglio, alle 20,30, nel cortile della nuova sede del Municipio 2 di Bari (Corso Benedetto Croce 96, entrata da via Luigi Pinto), prosegue la rassegna di teatro civile, inserita nell’ambito della quinta edizione del festival «Una Nuova Storia». Il ciclo di spettacoli è organizzato dal Centro di Documentazione per la Legalità e la Nonviolenza «Antonino Caponnetto», del Municipio 2 di Bari, gestito dalla Cooperativa Sociale Il Nuovo Fantarca (con la direzione artistica di Rosa Ferro). L’ingresso è libero, fino a esaurimento posti.
In scena ci sarà «Pizzo. Canti di denuncia», di e con Riccardo Lanzarone (musiche di Fabio Gesmundo, con il sostegno di Addiopizzo, MAT Teatro, REH Recording Studio). Una lettura scenica sonorizzata, in cui l’autore e interprete racconta storie quotidiane di sopravvivenza alla mafia. Il percorso narrativo parte dalle parole di Libero Grassi (imprenditore catanese ucciso da Cosa Nostra nel 1991, dopo essersi opposto a una richiesta di pizzo), che per primo denunciò il suo estortore dicendo «No» alla Mafia e giunse fino alle centinaia di commercianti, imprenditori e lavoratori che negli ultimi anni stanno sempre di più chiudendo le porte al business del racket. Cos’è successo dalla prima denuncia di Libero Grassi ad oggi? Come sono cambiate in questi anni le logiche mafiose per il controllo dei quartieri? Perché si paga ancora il pizzo? Queste le domande a cui la pièce proverà a dare delle risposte.
Il Centro di documentazione per la legalità e la nonviolenza “Antonino Caponnetto” nasce nell’aprile del 2009 da un’idea della ex III Circoscrizione Picone – Poggiofranco di Bari, oggi Municipio 2 Picone – Poggiofranco – Carrassi – San Pasquale – Mungivacca, con il sostegno dell’Agenzia per la lotta non repressiva alla criminalità organizzata del Comune di Bari. Il Centro è gestito dalla cooperativa sociale Il Nuovo Fantarca e nasce dal bisogno innanzitutto di fare “memoria” attraverso la creazione di un archivio in grado di recepire e mettere a disposizione della cittadinanza materiali di vario tipo (libri, audiovisivi, studi, esperienze), ma anche per promuovere a livello culturale un’educazione e una pedagogia della legalità, della giustizia, della responsabilità e della nonviolenza, attraverso l’organizzazione di iniziative varie (laboratori, seminari, workshop di formazione, spettacoli, pubblicazioni, incontri pubblici).