CONVERSANO – Casa delle Arti – «ESPLORARE 2024» – Venerdì 22 novembre in scena 3 coreografie
Novembre 22
Prosegue la rassegna con la direzione artistica di Domenico Iannone, con il progetto “Emerging Dance Spotlight” e tre coreografie.
Venerdì 22 novembre, ore 21
Casa delle Arti – Conversano
Venerdì 22 novembre, alle 21, alla Casa delle Arti di Conversano prosegue la sesta edizione della rassegna «Esplorare 2024», con la direzione artistica di Domenico Iannone: in scena il progetto «Emerging Dance Spotlight», in sinergia tra AltraDanza e la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi – Fondazione Milano. Biglietti al botteghino della Casa delle Arti e su vivaticket.com (costo 10 euro, 5 euro il ridotto), info 351.831.13.66.
Tre le coreografie che comporranno il mosaico della serata: a partire da «Di sabbia e di terra», coreografia e interpretazione di Maria Priscilla Cornacchia. «In luoghi trascurati e dimenticati – spiega la coreografa -, il ragno sceglie di creare la sua casa. È consapevole che questa dimora potrà essere distrutta da un momento all’altro, ma lo accetta. La figura del ragno è un emblema del nostro rapporto con il passato. La vita produce delle lacerazioni, degli affronti, che restano nel presente come cicatrici. In che modo noi esseri umani affrontiamo e accettiamo ciò che è stato? Una creatura si sveglia. Sorge dalla terra, inizia a conoscere i propri sensi e, attraverso questi, il mondo. Ma cosa succede se i fili che le permettono di muoversi diventano anche le catene che la bloccano?».
Il secondo spettacolo sarà «Icarus», coreografato e interpretato da Marcello Malchiodi. Duecentosei sono le ossa presenti all’interno di uno scheletro umano. Scheletro che può essere visto come supporto, o come gabbia. «Icarus» è un progetto che nasce dalla necessità del performer di indagare il significato della sindrome omonima al mito greco attraverso la scoperta del proprio scheletro, delle possibilità e limiti che possiede, provando a sopravvivere in un mondo veloce ed esigente. Come Icaro è incapace di apprezzare le cose che ha, il performer non riesce a trovare pace con il proprio corpo e cerca di cambiarlo radicalmente, a tal punto da lottare contro di esso come un essere estraneo a sé. Grazie ad una ricerca sul “difetto”, le ossa del performer sono il motore della sua performance, studiandone sia la capacità di muoversi che la forma che possono assumere nello spazio che si crea. A seguito di un interesse verso l’iconografia del mito greco si ha un tentativo di far coesistere una plasticità minuziosa e quasi pittoresca con una realtà cruda e inconfondibile.
Terzo e ultimo pezzo coreutico in scena sarà «Io. Tu. Io e te. Tu ed io. Noi. Loro. Noi e loro», interpretato e coreografato da Alessandra e Roberta Indolfi. Danziamo e cadiamo per cercare di stare al mondo, che ci ha tolto nome e allo stesso tempo ci ha domandato curioso «Come si fa? Cosa si prova?». Lottando con ciò che non possiamo controllare: la nostra origine, scritta sulla nostra pelle, insita nel nostro modo uguale di respirare, camminare, incurvare la schiena, parlare al telefono. Io. Tu. Io e te. Tu ed io. Noi. Loro. Noi e loro. Due corpi che si incarnano e si “scarnano”.