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“Per pura gioia. Canti e ballate d’amore”, La Cuspide Malva il 3 gennaio al Fondo Verri – Lecce
Gennaio 3
In scena la forza del canto, arte ancestrale e potente antidoto alle ferite d’amore
La Cuspide Malva torna ad esibirsi a Lecce. Mercoledì 3 gennaio il Fondo Verri, nell’ambito della XXIII edizione della rassegna “Le Mani All’Ascolto”, ospiterà il reading concerto “Per pura gioia. Canti e ballate d’amore”. Il nuovo lavoro del trio pugliese è una elegia dedicata all’amore, un inno alla forza del canto, arte ancestrale capace di trasformare le pene in una forza, viatico per riappropriarsi del bene verso se stessi e del rispetto per l’autodeterminazione delle persone che amiamo. Appuntamento a Lecce, alle ore 20.30 nella sede del Fondo Verri, in via Santa Maria del Paradiso 8. Info e prenotazioni al 327.3246985 (Fondo Verri).
Il progetto
“Per pura gioia. Canti e ballate d’amore” è un progetto di ricerca sonora e poetica a cura de La Cuspide Malva, formazione in trio con Iula Antonia Marzulli, Manuela Mastria e Adriana Polo. Dopo “¡AY, AMORES! – I fiori della poesia spagnola e altri fiori”, nel nuovo spettacolo il gruppo attinge principalmente dalla tradizione delle antiche ballate europee, per rielaborare sonorità in chiave polifonica e poetica. Il perno del lavoro risiede nel canto stesso, inteso come remedia capace di rielaborare sofferenze e “storture d’amore” attraverso la forza propulsiva e di condivisione del canto. All’interno del lavoro i canti della tradizione si sposano con canti originali la cui scrittura è affidata a Iula Marzulli e Adriana Polo. I canti e gli arrangiamenti sono a cura di Adriana Polo. Il concerto-spettacolo alterna momenti di lettura e interazione con il pubblico a canti nei quali si dà spazio sia alla voce sola che all’incontro polifonico delle tre voci. Tra le rivisitazioni originali di canti popolari, anche: “Vurria ca fosse ciaola”, villanella del XVI sec.; “E lu poveru ‘Ntonuccio sta malatu”, canto salentino raccolto negli anni ’70 da Giovanna Marini dalla voce di Agnese Lanza; “La bella noeva”, tratta da una tradizione più ricercata e barocca; la rivisitazione de “Lu rusciu de lu mare”, con testo riscritto da Luca Imperiale; la versione cuspidiana de “Lu pettu tunnu”. I testi narrati attingono sia dall’ampio bacino delle leggende popolari e dalla mitologia: incontriamo così l’amore tra Eracle e Ila, le gesta di Sir Olaf e la principessa degli Elfi, la leggenda della rondinella che sveglia e sorprende i giovani amanti.
La Cuspide Malva
La Cuspide Malva è un gruppo di ricerca artistico, formato da Francesca Greco, Iula Marzulli, Manuela Mastria e Adriana Polo. Le interpreti, ciascuna con una propria carriera personale, collaborano insieme dal 2015 e hanno nel loro repertorio diversi spettacoli legati alla ricerca poetico-musicale. L’esperienza della Cuspide Malva nasce dall’esigenza di intrecciare l’importanza della divulgazione letteraria alla ricerca sonora polifonica, in una tensione della voce e del suono verso direzioni non consuete e intime. Il nome del gruppo è tratto da alcuni versi della poetessa spagnola Ana Rossetti che accostano il fiore curativo della malva alla punta affilata della cuspide. La cuspide è la parte estrema della freccia, la cima aguzza di un monte, la punta dove confluiscono le linee. In questo caso, la cuspide è il punto in cui si riuniscono e incontrano quattro voci femminili nella loro profonda differenza capace di trovare punti di ascolto e collaborazione. La Cuspide Malva costruisce percorsi sonori che cercano luoghi e persone. Una volta trovato il luogo, la cuspide fa casa, lascia il segno del suo passaggio. La malva colora la freccia e smussa la punta. Le proposte del gruppo si muovono in differenti sfumature: dalla tensione amorosa di un fiore di campo nel paesaggio brullo, zingaresco e lunare dello spettacolo “¡AY AMORES! – I fiori della poesia spagnola e altri fiori”, all’intreccio tra le differenti lingue che va a fondo nel significato e nell’importanza della resistenza della vita come in “Le correnti del Bosforo” e in “Passioni”; dall’intimità magmatica e femminile di “Care amiche calme e fedeli”, alla leggerezza e alla semplicità ricercata del convivio culinario de “I racconti del cucchiaio, tra antichi racconti fiabeschi e offerta del cibo”. Fino alla medicina del canto dalle pene d’amore di “Per pura gioia. Canti e ballate d’amore”.