Osservare i comportamenti di chi guida un qualsiasi mezzo di spostamento, in strada, a pedali o a motore,
compresi i nuovi mezzi di trasporto elettrici individuali che hanno visto rivoluzionare la mobilità urbana
coinvolgendo ampie fasce d’età, equivale a riscontrare una miriade di sregolatezze ed un mal
comportamento generalizzato. C’è chi guida ad alta velocità, anche con persone a bordo e si prende la
licenza irresponsabile di filmare la scena delle manovre spericolate da esibire via Facebook e simil-social.
Il bullismo non conosce limiti, neppure anagrafici. C’è chi legge messaggi o, di più, ne scrive; altri fanno lo
stesso con le mail, videochiamate, foto e filmati… Non parliamo di chi eccede in velocità o ignora la
segnaletica e “brucia” semafori, “stop”, diritto di precedenza. Altri che usurpano i marciapiedi con bici e
monopattini, causando cadute. Nella casistica dei trasgressori quasi abituali delle regole di una corretta –
ma prima ancora civile e rispettosa – circolazione sulle strade vanno aggiunti coloro che familiarizzano con
alcol e droghe. Cronache malauguratamente di ordinaria quotidianità. Poi succedono gli incidenti e ne
capitano tanti, troppi, con feriti e morti. Non si considerano come si dovrebbe – da parte di tutti gli utenti
della strada – le implicazioni di leggerezze, imprudenze, abusi che si traducono in conseguenze varie,
tutte negative, alcune letali.
Domenica 19 novembre si terrà, come ogni anno dal 2005 quando fu istituita dall’ONU, la Giornata
mondiale del ricordo delle vittime della strada, occasione per richiamare tutti alla sicurezza come diritto,
soprattutto dei più vulnerabili: e l’elenco vede ai primi posti i pedoni e i ciclisti. Su scala planetaria si
calcolano in 50 milioni i feriti e in più di 1 milione coloro che perdono la vita in seguito a incidenti, con alta
percentuale di bambini, ragazzi e giovani. La parola d’ordine più ricorrente per questa sfida di civiltà
planetaria è “prevenzione”, che contiene molte voci, dall’educazione alla responsabilità dei singoli.
Chiamate in causa sono le istituzioni pubbliche, la scuola, associazioni varie: a Foggia è nata una fattiva
collaborazione con il Coni sede di Foggia e il Rotary Club Foggia che ha permesso di sensibilizzare un
gran numero di ragazzi delle scuole con corsi a tema anche relativi all’utilizzo del monopattino elettrico.
L’iniziativa, accolta con successo, continuerà anche per il 2024.
“L’Automobile Club Foggia – dice il Presidente Raimondo Ursitti – da anni è impegnato con iniziative di
sensibilizzazione e di formazione attraverso corsi nelle scuole e esperienze dal vivo, specialmente nelle
scuole superiori con studenti prossimi alla patente di guida. Ogni incidente stradale è di troppo. Non mi
stancherò di ripetere che la prevenzione va esercitata a ogni livello in favore della sicurezza di tutti.
Vuol dire puntare sulla tecnologia e su controlli più regolari, potenziando gli organici delle forze chiamate a
vigilare. C’è anche il discorso dell’abbassamento del limite di velocità per rendere le città più vivibili. Non è
una prospettiva di alto gradimento popolare, ma sta venendo avanti e andrà sicuramente considerata a
vantaggio collettivo”.
Infine, dichiara il Presidente, “dobbiamo puntare sulla sensibilizzazione delle coscienze e stimolare, con
ogni forma di comunicazione e apprendimento, ogni buona azione di responsabilità per contrastare le
cattive abitudini nell’utilizzo dei mezzi di trasporto stimolando l’importanza del rispetto delle regole su
strada nella convinzione che rispettare se stessi e gli altri durante gli spostamenti equivale a costruire un
buon vivere sociale”.