FOGGIA teatro: Ecco la nuova stagione del Giordano

Massimo Lopez e Tullio Solenghi, Geppy Gleijeses diretto da Marco Tullio Giordana,
Filippo Timi, Angela Finocchiaro e Bruno Stori, il teatro civile, di narrazione e denuncia di
Domenico Iannacone, Alessandro Haber, Natalino Balasso e Michele Di Mauro diretti da
Gabriele Russo, la danza con Equilibrio Dinamico Dance Company di Roberta Ferrara, Ambra Angiolini, Teatri di Bari, Flavio Insinna e Giulia Fiume

Undici spettacoli, il teatro civile e la narrazione, le nevrosi del nostro tempo, una riflessione sul
femminile, identità sociali, la vita e le sue domande. Versatile e di spessore la nuova stagione della
Città di Foggia, pensata insieme al Teatro Pubblico Pugliese, al Teatro Giordano che comincerà il
12 novembre per concludersi in aprile.
Un affettuoso omaggio all’avanspettacolo la data di apertura della stagione con numeri sketch,
brani musicali, contributi video e immancabili picchi di comicità. In scena Massimo Lopez e Tullio
Solenghi. Da Sgarbi/Lopez ad un confronto Mattarella/Papa Bergoglio, nello show Il filo
conduttore sarà quello di una chiacchierata tra amici e in famiglia, promette il duo. Il 12 novembre
fuori abbonamento ecco, dunque, Dove eravamo rimasti
(https://www.youtube.com/watch?v=mlDu1YDT1F0). La band del maestro Gabriele Comeglio sarà
con Lopez e Solenghi sul palco, irrinunciabile spalla della cornice musicale.
Indimenticabile regista con 6 David di Donatello, 7 Nastri d’Argento, 3 Globi d’Oro per La meglio
gioventù, Marco Tullio Giordana porta a Foggia il capolavoro di Luigi Pirandello Il fu Mattia
Pascal (il 7 e 8 dicembre) con il protagonista Geppy Gleijeses. Mattia Pascal dice di sé “ero
inetto a tutto”: mirabile esemplare italiano di una generazione di inetti, senza qualità. L’uomo
creduto e poi fintosi morto, quando “risuscita” si accorge che non può più essere riammesso nella
società, nella famiglia, perché è come se fosse morto davvero. È la prova più scintillante del
“sentimento del contrario” coniato da Pirandello.
Spiazzante, folle e acuto l’Amleto al quadrato (https://www.raiplay.it/programmi/amleto) il 14 e 15
gennaio nella versione commedia di Filippo Timi, una rilettura interessante e nuova, spiazzante,

divertente pretesto per narrare come emanciparsi dal personaggio, demistificandolo, ridendo del
potere e degli intrighi, lontano dalla solita solfa famigliare in cui davvero è noioso anche amare
Ofelia.
Surreale, assurda e curiosa la storia de Il Calamaro gigante (25 e 26 gennaio), dove una
bravissima Angela Finocchiaro dà ancora più spessore al lavoro di Fabio Genovesi. Solo fuori
dal mondo, forse, il personaggio si rende veramente conto di vivere una vita inautentica e
nevrotica, dove si diventa la visione degli altri, incastrandosi in tanti ruoli e maschere di sé stessa.
All’improvviso, un’onda impossibile la porta via, travolgendo e stravolgendo la sua vita.
Dalla tv e da tempo anche a teatro, Domenico Iannacone si cala nel teatro di narrazione e
trasforma le sue inchieste giornalistiche in uno spazio intimo di riflessione neorealistica e denuncia.
A Foggia porterà le sue ultime riflessioni facendo del palcoscenico il luogo ideale, diretto e
coinvolgente per mettere in luce quello che il piccolo schermo e la rete non possono comunicare.
In Che ci faccio qui in scena (1 e 2 febbraio) Iannacone prende per mano lo spettatore e lo
accompagna nei luoghi che ha attraversato, lo spinge a condividere le emozioni, i ricordi, la
bellezza degli incontri e la rabbia per quello che viene negato.
Capolavoro della letteratura del Novecento, romanzo complesso dal respiro potentemente
europeo, La coscienza di Zeno ha celebrato l’anno scorso i cent’anni dalla pubblicazione. Per la
regia di Paolo Valerio e con protagonista Alessandro Haber, è la nuova produzione firmata dal
Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e Goldenart Production. Dopo Trieste, dove ha debuttato,
città natale di Italo Svevo, La coscienza di Zeno in tournée nazionale arriva al Teatro Giordano di
Foggia l’11 e il 12 febbraio. Zeno Cosini si sente inadeguato a vivere nel mondo borghese di cui
fa parte, si sente a disagio e prova un continuo senso d’inferiorità. Trauma, psicanalisi, nevrosi e il
tabagismo di cui è vittima sono la base di questa autobiografia magistralmente interpretata
dall’attore bolognese.
Il 25 e 26 febbraio a quarant’anni dalla scomparsa di De Filippo, Gabriele Russo dirige La grande
magia, affidando a Natalino Balasso il ruolo di Calogero Di Spelta e a Michele Di Mauro quello di
Otto Marvuglia, in questa commedia sospesa tra realtà e finzione. La grande magia fa parte della
raccolta dei “giorni dispari” dove Eduardo affronta le problematiche questioni del vivere quotidiano
e delle complesse relazioni tra gli esseri umani. Ne emerge un testo complesso, che ha l’ampiezza
e lo sguardo del grande teatro ed allo stesso tempo offre sfumature nere della nostra umanità.
II 15 e 16 marzo arriva un classico intramontabile della danza in uno spettacolo che unisce
tradizione e sperimentazione. A partire dal genio di Igor Stravinskij, ne La sagra della primavera, il
rituale del ritorno, la coreografa Roberta Ferrara dà vita ad una reinterpretazione della celebre
opera. Una creazione dove si raccolgono energie primordiali, viscerali e sublimazioni pagane
attraverso una scrittura coreografica corale ridisegnata sui corpi dei dieci danzatori.
Splendida prova per Ambra Angiolini in Oliva Denaro, la storia di Franca Viola – dal romanzo di
Viola Ardone che, negli anni sessanta dopo aver subìto violenza, rifiutò il matrimonio riparatore e
divenne un simbolo dell’emancipazione femminile. Monologo diretto da Giorgio Gallione, lo
spettacolo torna in Puglia per il pubblico del Giordano il 29 e 30 marzo reduce da uno strepitoso
successo di pubblico e di critica.
Scritto da Plauto più di 2000 anni fa, i personaggi di Anfitrione si pongono molte domande
attualissime anche oggi. Il doppio, la costruzione di un’identità fittizia, il furto dell’io, la perdita
dell’essere garantita da un ruolo sociale, sono i temi che Plauto ci consegna in una forma nuova,
da lui definita tragicommedia. Anfitrione, di Teatri di Bari, per la regia di Teresa Ludovico, il 5 e 6
aprile.
Il finale di stagione è affidato ad una icona del cinema italiano, Nino Manfredi, che scrisse questa
commedia insieme a Nino Marino. Per la regia del figlio, Luca Manfredi, il 23 e 24 aprile arriva
Gente di facili costumi, con Flavio Insinna e Giulia Fiume. Andato in scena per la prima volta nel

1988, con lo stesso Nino Manfredi nei panni del protagonista, la storia parla della vicinanza di due
vite agli antipodi, in cui la tolleranza e l’umanità prevalgono alla fine su ogni possibile divergenza di
vedute. Protagonisti della pièce sono Anna – nome d’arte Principessa – una prostituta disordinata
e rumorosa che sogna di diventare giostraia e Ugo, l’inquilino del piano di sotto, un intellettuale che
vivacchia scrivendo per la tv e per il cinema ma che sogna di fare film d’arte.
Gli ABBONAMENTI saranno messi in vendita on-line e nei punti vendita Vivaticket dalle ore 18.00
del 21 ottobre 2024 e saranno in vendita presso il botteghino del Teatro Giordano dal 28 ottobre
2024.
Il botteghino del Teatro Giordano sarà aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 12.00
e martedì e giovedì dalle ore 15.00 alle 17.00.
INFO TEATRO GIORDANO
Botteghino tel. 0881.792908 www.teatrogiordano.it – www.teatropubblicopugliese.it –
appteatrogiordano
TEATRO PUBBLICO PUGLIESE
www.teatropubblicopugliese.it – Facebook / Twitter / Instagram / Youtube