Intervento dell’Arcivescovo di Foggia-Bovino S.E Mons. Giorgio Ferretti
Guerra, violenza, in tante parti del mondo. Incertezza per il futuro, angoscia per il domani. Viviamo tutti con fatica questo tempo. Non solo gli adulti, ma anche chi è giovane vive i suoi problemi.
Perché allora siamo qui? Cos’è la Pentecoste? La Pentecoste è un soffio di speranza. La Pentecoste è un soffio di aria buona, pulita e generosa.
A Gerusalemme ci fu un rombo di vento che si abbatté forte sui discepoli che erano insieme. Anche su di noi che oggi siamo riuniti: un vento si abbatte forte. Su tutti insieme. Un vento buono, di amore che contrasta la rassegnazione, la paura, le nostre chiusure.
Lo Spirito Santo è un dono anche di oggi. Lo Spirito, come una fiamma, arde su ognuno di noi. Lo possiamo vedere con gli occhi dell’anima.
Sì, lo Spirito è su ognuno: sui peccatori e sui giusti; su quelli che si sentono cattivi e su quelli che non si sentono così; sui pigri e sui più generosi.
Perché nessuno è dimenticato da Dio. Nessuno è dimenticato dal suo Spirito. Lo Spirito può riempire il cuore di ognuno, se solo noi lo vogliamo.
Ma allora non chiudiamoci! Fuggiamo il vittimismo, brutta malattia, che ci fa pensare che tutto va male, che nulla si può cambiare. E allora che fare? Emigrare, fuggire, cambiare aria. “Fuggi da Foggia…” Ma il vittimismo è un peccato! Chi cambierà le cose che non vanno? Chi cambierà questa terra?
Lasciamo oggi spazio allo Spirito nel nostro cuore. Anche se non sentiamo dentro di noi una fede chiara, oppure pensiamo di non credere per niente, rendiamo per un po’ questa sera il cuore sgombro delle nostre preoccupazioni, dei nostri sentimenti e risentimenti che ci chiudono. Soprattutto che il nostro cuore non sia chiuso per paura, come era chiusa la casa dei discepoli nel giorno della Pentecoste. Ma lo Spirito spalanca anche le porte chiuse.
Sono passati cinquanta giorni dalla Pasqua. Si potrebbe dimenticare, gli uomini dimenticano, è la loro condanna. I giorni passano e si dimentica. Si dimenticano i pensieri migliori. Gli uomini ripetono i loro errori, il loro peccato, perché dimenticano la tristezza e la vergogna per il male fatto. Ma la Pasqua non passa. La Pasqua è il cuore della nostra vita.
La Pentecoste è allora come un sigillo, imprime in noi la memoria del Vangelo della morte e della resurrezione di Gesù.