“Servono investimenti”. Roccella: Risposta governo c’è stata
Roma – Crescere un figlio fino alla maggiore età costa circa 125mila euro quando si considera il solo costo di mantenimento, ma la cifra sale fino a 300 mila euro se si considera anche il valore del tempo di cura di figli e casa. Cifre che da una parte esprimono con chiarezza le ragioni della denatalità in Italia e dall’altra accendono un faro sulla necessità di investimenti a sostegno della famiglia sin dalla prossima Legge di Bilancio. Queste le tematiche principali al centro del convegno ‘Dal costo del figlio al valore sociale ed economico della natalità‘, organizzato dal Forum delle Associazioni Familiari svoltosi alla Camera dei Deputati, alla quale hanno partecipato Eugenia Roccella, Ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Michela Vittoria Brambilla, Presidente della Commissione Parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza, Giorgio Mulè, Vicepresidente della Camera dei Deputati, Simona Malpezzi, Vicepresidente Commissione Parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza, Andrea De Bertoldi, Commissione Finanze della Camera dei Deputati e Adriano Bordignon, Presidente Forum delle Associazioni Familiari.
“La risposta del Governo c’è stata. Abbiamo rimesso al centro famiglia e natalità“, ha dichiarato il ministro Roccella ricordando gli interventi in bilancio per incentivare il secondo figlio “che non si fa perché intorno ci sono condizioni limitanti a partire dal lavoro. Noi abbiamo scelto di partire da lì per dare la libertà alle coppie e alle donne di fare i figli che desiderano. Quindi cercare di eliminare gli ostacoli, in primo luogo attraverso la decontribuzione dal secondo figlio in poi, l’asilo gratuito dal secondo figlio in poi, e un ampliamento dei congedi parentali all’80%”.
Per quanto riguarda il costo per il mantenimento di un figlio, i dati Istat rielaborati dall’Università di Verona basati sui Consumi delle Famiglie Italiane indicano che il costo di mantenimento di un figlio, che si riferisce alle spese per beni necessari quali gli alimenti, la casa e i vestiti, di età compresa tra 0 e 5 anni è di circa 530 euro al mese, pari a circa la metà del costo della vita di un adulto. Per un figlio di età dai 6 ai 18 anni, il costo è di circa 390 euro, pari al 40% del costo di un adulto.
Il costo del semplice mantenimento di un figlio rappresenta una stima conservativa rispetto al cosiddetto costo di accrescimento di un figlio che, invece, incorpora le spese per beni non strettamente necessari e per la cura dei figli e della casa, quali l’istruzione, lo sport, le attività culturali e ricreative, le vacanze, l’assistenza dei figli, etc. Nel caso di coppie con figli in cui entrambi i genitori lavorano, i servizi di cura devono necessariamente essere acquisiti sul mercato a costi molto alti. Il costo di accrescimento è stato stimato in un costo medio di 1.100 euro mensili che aumenta a 1.600 euro quando si tiene conto anche del “lavoro non pagato” impiegato nella cura dei figli e della casa. Complessivamente, se si cumulano i costi dei figli nel tempo sino al raggiungimento della maggiore età, si ottiene un costo medio di circa 125.000 euro quando si considera il solo costo di mantenimento, e di circa 258.000 euro, invece, se si considera il costo di accrescimento al netto del valore del tempo impiegato in attività di produzione domestica, ovvero il lavoro impiegato per la cura dei figli e della casa. Se si includesse anche il valore del tempo di cura di figli e casa, si arriverebbe in media attorno a valori di molto superiori ai 300.000 euro.
Per Adriano Bordignon, Presidente Forum delle Associazioni Familiari, “è necessario passare dalla cultura del figlio come costo individuale a carico delle famiglie, alla pratica del figlio come bene ed investimento per la società. Mettere al mondo un figlio, educarlo e aiutarlo a diventare un buon cittadino è una esperienza umana straordinaria. Questo lungo ed intenso percorso ha costi economici elevati che meritano di essere supportati. Per ridare dignità al prezioso lavoro dei genitori e provare a rilanciare la natalità è necessaria una riforma fiscale che tenga conto della composizione del nucleo familiare e dei costi di accrescimento dei figli, cui affiancare un assegno unico molto più generoso e servizi per la prima infanzia più estesi. Le misure in legge di Bilancio sono di per sé positive ma insufficienti ad invertire il trend demografico e dare vero sollievo al compito dei genitori”.
Per Federico Perali, Docente presso l’Università di Verona: “Il costo di accrescimento del figlio può fortemente condizionare le scelte di natalità soprattutto se confrontato con la capacità reddituale di una famiglia giovane. È importante, quindi, cercare di ridurre il costo nel breve periodo con politiche più efficaci, che meglio conciliano i tempi del lavoro con quelli della famiglia. Al contempo, è cruciale una drastica riduzione della disoccupazione giovanile e intervenire in modo sistemico sulla competitività dell’economia per riconoscere ai giovani retribuzioni più vicine al valore della loro reale produttività”.