Inaugurati i progetti del secondo ciclo
del programma biennale
PENSARE COME UNA MONTAGNA
Protagonisti gli artisti
Marta Cuscunà, Gabriel Chaile,
Yesmine Ben Khelil e Agostino Iacurci,
insieme alle comunità di Casnigo, Vertova e Bergamo
Chiude al Palazzo della Ragione
la mostra Benevolence di Sonia Boyce,
che ha registrato 113.641 visitatori
Gli artisti Marta Cuscunà, Gabriel Chaile, Yesmine Ben Khelil e Agostino Iacurci insieme alle comunità di Casnigo, Vertova e Bergamo sono stati i protagonisti, il 3 e il 5 ottobre scorsi, dell’apertura del nuovo ciclo di Pensare come una montagna, tra performance teatrali, installazioni, opere video e uno speciale Bread Baking Party.
Domenica 6 ottobre si è conclusa la mostra Benevolence di Sonia Boyce, il progetto site-specific ideato dalla celebre artista inglese per il Palazzo della Ragione di Bergamo che, attraverso il canto, ha stimolato una riflessione sui temi della cura e della condivisione.
113.641 sono stati i visitatori che in poco meno di cinque mesi hanno potuto ammirare la grande installazione ambientale nella sede estiva della GAMeC, nel cuore di Città Alta, confermando il successo crescente di pubblico e critica registrato nel corso degli ultimi anni grazie alle mostre di artisti internazionali che hanno presentato il loro lavoro nella Sala delle Capriate: Gary Kuehn (2018), Jenny Holzer (2019), Daniel Buren (2020), Ernesto Neto (2021), Anri Sala (2022), Rachel Whiteread (2023).
PENSARE COME UNA MONTAGNA #2
MARTA CUSCUNÀ
Casnigo, Teatro Circolo Fratellanza
Alleanze multispecie. Fantascienza, femminismi e creature più-che-umane
Performance
Il teatro liberty di Casnigo, fondato negli anni Venti del Novecento, ha ospitato giovedì 3 ottobre la performance di Marta Cuscunà (Monfalcone, 1982), autrice e performer di teatro visuale, nota per la sua ricerca che unisce l’attivismo ambientale e sociale alla drammaturgia per figure.
L’intervento ha condensato le riflessioni portate nelle recenti produzioni di Cuscunà sul futuro del pianeta Terra e ha esplorato le interconnessioni tra specie e ambienti, mettendo in luce le relazioni tra le forze naturali e le azioni umane; ha raccontato il viaggio immaginifico dell’artista oltre il confine sempre più sfocato che separa il naturale dall’antropico, l’individualità e la simbiosi, la fine e un possibile nuovo principio.
GABRIEL CHAILE
Vertova, Ex convento – Circolo degli anziani
Festa del pane / Bread Baking Party
L’artista argentino Gabriel Chaile (San Miguel de Tucumán, 1985) esplora le tradizioni pre-colombiane del suo Paese per intrecciarle con le esperienze e i racconti delle variegate comunità che incontra, dando vita a opere che celebrano la memoria collettiva e la narrazione visiva, e che affrontano temi quali la sostenibilità, il cooperativismo, la decolonizzazione.
In Val Seriana, presso il Circolo degli anziani di Vertova, l’artista ha raccolto testimonianze delle tradizioni locali legate alla produzione del pane e della pasta, con il fine di creare un’opera-forno capace di celebrare e riattualizzare queste usanze. In occasione di un Bread Baking Party, la festa del pane che sabato 5 ottobre ha animato il circolo degli anziani del paese, nel forno sono stati cotti i “Michini di San Patrizio”, pane benedetto e distribuito ai fedeli di Vertova fino alla Prima Guerra Mondiale. La tradizione dei “Michini” è stata recentemente recuperata, con la produzione affidata a un forno locale e la distribuzione presso il Santuario di Colzate dedicato a San Patrizio.
Fare il pane, così come riprendere a impastare i Teedèi, tipiche tagliatelle di Vertova, assume oggi un significato particolare: generare relazioni che si ricostruiscono attraverso pratiche condivise.
Da questa settimana, e per l’intero ciclo autunnale di Pensare come una montagna, l’opera-forno di Gabriel Chaile sarà esposta alla GAMeC.
YESMINE BEN KHELIL
Bergamo, Orto Botanico Lorenzo Rota / Giardino d’inverno
Rien ne pourra nous separer / Niente ci potrà separare
Installazione site-specific
6 ottobre 2024 – 19 gennaio 2025
Nel corso di un periodo di residenza a Bergamo, l’artista Yesmine Ben Khelil (Tunisi, 1986) ha avuto l’opportunità di esplorare il patrimonio naturale e culturale della città, e conoscere l’Orto Botanico di Città Alta. Tra le specie qui presenti e profondamente radicate nel paesaggio urbano bergamasco, l’artista ha riconosciuto l’Acanto, pianta erbacea perenne, al contempo seducente e “aggressiva”, coltivabile ma difficile da controllare, che cresce spontaneamente anche a Tunisi, sua città natale.
Le contraddizioni che l’Acanto sembra portare con sé e la sua dispersione nel Mediterraneo sono il pretesto per l’artista di fare un parallelo con le dinamiche umane che interessano queste aree e riflettere sul complesso rapporto tra la sponda settentrionale e meridionale del Mediterraneo.
Nel Giardino d’inverno dell’Orto Botanico, lungo il perimetro vetrato del padiglione, Ben Khelil ha creato un’installazione pittorica che riflette sui significati simbolici attribuiti alla pianta, mescolando passato e presente, realtà e finzione, Storia e storie, e geografie solo apparentemente distanti.
AGOSTINO IACURCI
Bergamo, Orto Botanico Lorenzo Rota / Polveriera Superiore
Dry Days, Tropical Nights
Installazione site-specific
6 ottobre 2024 – 19 gennaio 2025
La pratica di Agostino Iacurci (Foggia, 1986) attraversa la pittura, la scultura, il disegno: media diversi che l’artista integra e articola in installazioni stratificate, opere dalle forme sintetiche e policrome, e ambienti immersivi in cui elementi eterogenei e frammenti di realtà entrano in relazione.
L’attenzione dell’artista, sempre più rivolta agli ambienti e alla gestione dello spazio in relazione alla messa in scena espositiva, ha incontrato in questa occasione i volumi della Polveriera Superiore, architettura bellica di fine Cinquecento dalla forma rigorosa, oggi parte dell’Orto Botanico di Bergamo.
L’installazione costituisce un adattamento site-specific del progetto Dry Days, Tropical Nights presentato nel 2023 presso la storica torre di Largo Treves a Milano. Composta da diversi elementi scultorei luminosi, l’opera – prodotta da glo™ for art – costituisce una riflessione sul paesaggio e la sua costante trasformazione nel tempo. L’installazione è accompagnata da un intervento sonoro progettato appositamente dal DJ e produttore uruguaiano Lechuga Zafiro, la cui sperimentazione musicale fonde l’essenza esplorativa della club culture con la poetica del sound design, esprimendo le sfumature della cultura musicale latinoamericana.
A conclusione del periodo di esposizione, l’installazione entrerà a far parte del patrimonio della GAMeC grazie alla donazione dell’artista.
OPERE DA
Il Parlamento delle Marmotte
GAMeC, Spazio Zero
6 ottobre 2024 – 19 gennaio 2025
Lo Spazio Zero della GAMeC accoglie una selezione di opere esposte nell’ambito della nona edizione della Biennale Gherdëina – Il Parlamento delle Marmotte – curata da Lorenzo Giusti.
Conclusasi lo scorso 31 agosto, la Biennale ha esplorato i temi del selvaggio come dimensione creativa, del multispecismo come traiettoria del divenire e della montagna come terreno di incontro attraverso la partecipazione di artiste e artisti provenienti da diverse aree geografiche dell’Europa continentale e del Mediterraneo, in particolare dal Nord Africa e dal Medio Oriente. Attraverso una selezione di dipinti, sculture, opere video, fotografie e disegni, il percorso in GAMeC ritrova i temi della mostra in Val Gardena, concentrandosi in particolare sulla possibilità di una ricucitura culturale e politica tra Alpi e Mediterraneo, deconcettualizzando l’idea di natura a vantaggio di una dimensione narrativa, esistenziale, del selvaggio al tempo del “capitalocene”.
Realizzati nel corso degli ultimi anni, i lavori presentati nello Spazio Zero della GAMeC ci proiettano in un tempo esteso, geologico, metamorfico, in cui i confini geografici si perdono e in cui mari, deserti e montagne ritrovano la loro origine comune, mentre antiche narrazioni, proiettate nella realtà del nostro tempo, definiscono nuove traiettorie di senso, intrecciando la riflessione sulle origini con il pensiero sulle nuove possibili forme di esistenza e di coabitazione.
Artisti e delle artiste in mostra: Talar Aghbashian, Alex Ayed, Ismaïl Bahri, Yesmine Ben Khelil, Nadim Choufi, Elmas Deniz, Esraa Elfeky, Andro Eradze, Marianne Fahmy, Daniele Genadry, Shuruq Harb, Katia Kameli, Laurent Le Deunff, Janis Rafa.
Il programma è promosso e raccontato nella rivista online che accompagna Pensare come una montagna, che raccoglie interviste agli artisti, testi critici e contenuti di approfondimento legati ai temi trattati dai progetti.
In contemporanea, è stata presentata l’opera video En Ausencia di Caterina Erica Shanta, selezionata da GAMeC per la sedicesima edizione di Artists’ Film International, il programma cinematografico itinerante, curato e presentato collettivamente da quindici istituzioni d’arte contemporanea internazionali.
Il network di Artists’ Film International 2024 è dedicato al lavoro di artiste e artisti che privilegiano i linguaggi dell’immagine in movimento. Il programma sarà attivo per 300 giorni con mostre, proiezioni e programmi pubblici in quattro continenti. Per questa edizione GAMeC e gli altri partner hanno commissionato o selezionato film recenti di autori e autrici che rispondono al tema della “solidarietà”. Considerando la solidarietà come una forma collettiva di resistenza, unione e interdipendenza, i film presentati affrontano i modi in cui questa viene ricercata e messa in atto su scala micro e macro, e coltivano immaginari radicali che hanno il potenziale di trasformare la nostra più ampia esperienza collettiva.
Pensare come una montagna è un progetto di GAMeC
Direzione artistica: Lorenzo Giusti
Associate Curators: Sara Fumagalli, Marta Papini
Head of Magazine: Valentina Gervasoni