GIORNO DELLA MEMORIA, PRESENTAZIONE A BARI DI “UN EDUCATORE AD AUSCHWITZ. L’OMOCAUSTO, UNA STORIA DIMENTICATA” – 26 gennaio

NEL GIORNO DELLA MEMORIA EDIZIONI LA MERIDIANA

RICORDA LA STORIA E L’ESEMPIO DI FREDY HIRSH,

EBREO, OMOSESSUALE, EDUCATORE NEI CAMPI DI CONCENTRAMENTO

“UN EDUCATORE AD AUSCHWITZ. 

L’OMOCAUSTO, UNA STORIA DIMENTICATA” DI CARLO SCOVINO

Presentazione a Bari, presso la libreria Laterza,

il 26 gennaio 2024 alle ore 18

BARI, 25 GENNAIO 2024 –  “Un educatore ad Auschwitz. L’omocausto, una storia dimenticata”, di Carlo Scovino. E’ questo il titolo che edizioni la meridiana, con il patrocinio di Amnesty International e Associazione Nazionale Educatori Professionali (ANEP), pubblica in occasione del Giorno della Memoria. Appuntamento alla libreria Laterza in Via Dante Alighieri 49, a Bari, il 26 gennaio alle ore 18 per la presentazione del volume.  Dialogano con l’autore Silvia Godelli, ex docente universitaria e psicologa, già assessora al Mediterraneo della Regione Puglia, e Alessandro Taurino, professore associato in psicologia clinica presso l’Università degli Studi di Bari e psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico, studioso esperto di questioni di genere e orientamento sessuale.

Coloro che si imbattano in un Stolperstein (pietra d’inciampo) sono invitati a ricordare, a non dimenticare, a riflettere su quanto è accaduto in passato per ridare dignità a chi è stato privato di tutto, anche del nome, intrecciando continuamente il passato e il presente, la memoria e l’attualità. Chi si imbatterà nelle pagine di “Un educatore ad Auschwitz. L’omocausto, una storia dimenticata”, di Carlo Scovino, pubblicato in occasione del Giorno della memoria da edizioni la meridiana con il patrocinio di Amnesty International e Associazione Nazionale Educatori Professionali (ANEP), andrà oltre il nome scritto sulla pietra d’inciampo che ricorda Fredy Hirsch, ebreo omosessuale ed educatore. Ciò che riuscì a fare nell’abisso di Auschwitz prima di morire, fu dal punto di vista educativo, una sorta di miracolo: per la possibilità di riflettere sul senso umano (e umanizzante) dell’educazione e dell’educare, in uno scenario storico considerato la massima esperienza di disumanità e cancellazione della dignità del soggetto, e anche per la straordinaria lezione di resilienza e resistenza che ci spinge a considerare alcuni aspetti metodologici della cura educativa e della relazione di aiuto in condizioni estreme.

Il lettore sarà introdotto anche nei temi dell’Omocausto, sui quali solo da alcuni decenni si è cominciato a far cadere il velo del silenzio. Nel corso del regime nazista numerosi omosessuali furono internati in campi di concentramento insieme a ebrei, rom, sinti e testimoni di Geova. Tra il 1933 e il 1945 almeno 100.000 uomini furono arrestati come omosessuali, di questi circa la metà fu condannato; la maggior parte ha trascorso il periodo di detenzione assegnato nelle prigioni regolari, ma tra i 5 e i 15.000 hanno finito con l’essere internati nei campi. Solo a partire dagli anni Ottanta del Novecento si è cominciato a riconoscere anche questo episodio di storia come inerente alla più ampia realtà della persecuzione nazista. Nel 2002, infine, il governo tedesco ha chiesto ufficialmente scusa alla comunità LGBTIQ+.

CARLO SCOVINO, laureato in Scienze della Formazione, vive a Milano e lavora in un centro di salute mentale. Ha collaborato con il prof. Claudio Mencacci, past-president della Società Italiana di Psichiatria, su progetti di riabilitazione psichiatrica. Pedagogista e formatore, è membro del Comitato Scientifico di ANEP (Associazione Nazionale Educatori Professionali) e docente a contratto per l’Università degli Studi di Milano.