Concluso a Taranto il festival dedicato al grande compositore
«La serva padrona» super-pop
che cita Madonna e i Queen
Al Lions Club Poseidon il Premio Giovanni Paisiello Festival
La ventunesima edizione del Giovanni Paisiello Festival si è conclusa al Teatro Fusco di Taranto con la rappresentazione dell’intermezzo buffo del 1781 «La serva padrona» e la consegna del Premio Giovanni Paisiello Festival al Lions Club Poseidon, recentemente protagonista del restauro del busto di Giovanni Paisiello realizzato da Pietro Canonica. L’assessore comunale allo Spettacolo Fabiano Marti ha consegnato il riconoscimento nelle mani di Maria Cristina de Stefano poco prima che si alzasse il sipario sulla deliziosa operina di Paisiello, per la quale il regista, scenografo e costumista Chicco Passaro ha trasportato le vicende del Settecento alle atmosfere pop degli anni Ottanta di Madonna, Duran Duran, Spandau Ballet e David Bowie.
Infatti, vestiva come la postar di «Like a Virgin» la ragazza a servizio de «La serva padrona» al centro dello scontro generazionale col vecchio danaroso Uberto, con il quale Serpìna riuscirà a maritarsi dopo vari sotterfugi, diventando finalmente padrona. Suo complice, l’altro servitore di casa, Vespone, che un Vespone Piaggio possiede per davvero nello spettacolo al quale ha assisto entusiasta il pubblico, decretando il successo dell’allestimento che ha chiuso il Giovanni Paisiello Festival, manifestazione diretta da Lorenzo Mattei e organizzata dagli Amici della Musica “Arcangelo Speranza” con il sostegno di Ministero della Cultura, Regione Puglia, Provincia e Comune di Taranto.
In buca, Francesco Bottigliero ha diretto l’Orchestra del Conservatorio Paisiello, prendendosi anche la licenza di inserire una citazione di «I Want to Break Free» dei Queen in linea con l’impronta pop dello spettacolo. Protagonisti sul palco, il soprano Graziana Palazzo e il baritono Stefano Rinaldi Miliani coadiuvati dal mimo Ciro Fornari, il servo Vespone, applauditissimi durante la rappresentazione e al termine dello spettacolo.