Sono stati trattati temi attuali come il nucleare, il fotovoltaico e l’eolico, sui trasporti e le comunità sostenibili e sul Patto dei Sindaci e sul PAESC ci si è confrontati sull’energia proveniente da fonti fossili e si è discusso dell’energia legata all’essere umano, che si declina in aspetti fisici e alimentari.
Grandissimo successo a Cisternino, il 13 e il 14 settembre, la seconda edizione di “Penne Libere Festival”, un evento in cui il giornalismo ha rappresentato il motore propulsore del confronto tra accademici, imprenditori, associazioni e rappresentanti delle istituzioni, non solo a livello locale, ma anche regionale e nazionale.
Sono stati trattati temi attuali come il nucleare, il fotovoltaico e l’eolico, sui trasporti e le comunità sostenibili e sul Patto dei Sindaci e sul PAESC ci si è confrontati sull’energia proveniente da fonti fossili e si è discusso dell’energia legata all’essere umano, che si declina in aspetti fisici e alimentari.
Dai 18 panel di discussione, distribuiti in 4 suggestive location del centro storico di Cisternino, Piazza Dell’Orologio, Porta Grande, Porta Piccola e Corso Umberto, è venuto fuori che c’è un bisogno energetico così grande da rendere indispensabile adottare un approccio equilibrato.
Questo significa partire dal risparmio energetico, privilegiando le fonti rinnovabili, ma senza abbandonare del tutto le fonti fossili. Inoltre, dove la scienza offre rassicurazioni, non dobbiamo escludere nemmeno l’energia nucleare. Questo approccio ci insegna che, in tutte le attività umane, è importante considerare la sinergia tra diversi aspetti per ottenere risultati duraturi.
Quest’anno, ha ricevuto il Premio Penne Libere 2024, che premia figure e progetti di rilievo nel campo delle energie rinnovabili e del risparmio energetico, la giornalista Marisa Ingrosso, della Gazzetta del Mezzogiorno, con. la seguente motivazione «Nel suo libro “Sud atomico. Gli esperimenti, gli incidenti, le contaminazioni”, propone una ricostruzione meticolosa dell’attività del centro nucleare Enea di Trisaia nel comune di Rotondella, inaugurato nel 1968 per smaltire le barre radioattive provenienti dalla centrale di Elk River in Minnesota (Stati Uniti). Attinta dagli archivi internazionali l’indagine fa luce su molti aspetti oscuri del centro nucleare ed evidenzia con sicurezza una mole enorme di date nome dati tecnici e documenti che dimostrano come le verità sugli insediamenti che lavoravano il plutonio e l’uranio non si sia mai stata detta fino in fondo sottolineando quanto il prezzo dell’avventura nucleare la stiano pagando gli italiani non solo in termini di salute ma anche in termini economici».
Riconoscimento speciale “Penna Libera” a
Giovanni Brussato, ingegnere minerario, analista per l’industria mineraria dei metalli, saggista e collaboratore scientifico di riviste dei settori energetico e ambientale. Motivazione «Il libro di Giovanni Brussato documenta senza prevenzioni la marcia mineraria e ambientale silenziosa della Cina e i suoi effetti globali che stanno cambiando il mondo. Lo studio spiega con dovizia di particolare come il dragone cinese stia monopolizzando la nuova era dei metalli rari e speciali impiegati nei pannelli fotovoltaici, nelle turbine eoliche, nelle batterie per la mobilità elettrica, nei magneti degli alternatori, negli elettrolizzatori per la produzione di idrogeno e stia già dettando l’agenda temporale della transizione energetica. Il dominio della Cina nella lavorazione dei metalli tecnologici e il controllo indiretto di miniere in diversi paesi africani, ha prodotto ripercussioni sulle economie occidentali che solo da poco stanno cogliendo il nesso fra industria estrattiva e sicurezza nazionale in un quadro geopolitico ed economico tutto in divenire».
Premio speciale “Demanio Marittimo e Concessioni” a
Morena Luchetti, dottore di ricerca in sociologia delle istituzioni giuridiche, politiche, avvocato cassazionista e professoressa a contratto presso l’Università degli Studi di Macerata per «il pregiato contributo al saggio “Coste in movimento, infrastrutture ambientali per la realizzazione dei territori a cura di Matteo Di Venosa e Michele Manigrasso, nell’ambito del tema della qualità ecologica delle coste, intese come geografie mobili e fragili, il cui stato di salute appare sempre più minacciato dagli effetti pervasivi della pressione antropica, espone in modo lineare con stile divulgativo gli approcci legislativi normativi e giurisprudenziali alla base dell’uso del Demanio marittimo dal Codice della Navigazione del 1942, sino alle sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea e della Cassazione, passando per la famosa direttiva Bolkestein, dal concetto di Demanio Marittimo quale strumento di difesa e sicurezza statale, nel caso specifico anche per navigazione commerciale e pesca, alla perdita progressiva della destinazione ad usi pubblici e alla prevalenza della connotazione economica dell’uso privato. Viene rilevato con ampia e competente argomentazione come codici e sentenze ribadiscono la necessità che lo strumento della concessione per l’uso economico del bene demaniale debba essere comunque e sempre rispondente a un interesse pubblico anche per le finalità turistico-ricreative come le balneari e per le relative concessioni riguardo alle quali lo scritto riporta una puntuale ed esaustiva disamina del tortuoso iter giurisprudenziale ancora in corso».
Durante “Penne Libere Festival”, ci sono state anche delle esibizioni artistiche,
spettacoli di danza e musica come quello del collettivo Dance & Fitness con “Somos Cubanos” e le performance curate dall’A.S.D J-Lò – Centro Studi Arte e Danza. Al centro anche la gastronomia sostenibile, con esperienze culinarie uniche, che hanno valorizzato le tipicità locali e la cucina mediterranea senza sprechi, semplice, che sa di ricordi passati, mediante laboratori incentrati sulla sostenibilità alimentare.
Queste le parole dell’organizzatore Mario Saponaro: «Il Penne Libere Festival ha superato brillantemente la sua seconda edizione, confermandosi come un’occasione di grande rilievo. Sono molto soddisfatto della buona riuscita del Festival, perché abbiamo osato con un format che, pur essendo già collaudato in altri contesti, era una novità per la nostra città, Cisternino. Abbiamo realizzato un evento innovativo e la risposta è stata estremamente positiva».
Prosegue «Di questa due giorni del festival rimarrà allo staff e al comitato scientifico un’importante esperienza, ma soprattutto resterà un prezioso bagaglio di conoscenza, sia per chi ha partecipato che per chi vorrà rivedere il lavoro svolto sulla nostra piattaforma YouTube o su quella di portagrande.it».
Spiega «Tutte le energie sono state fondamentali per l’organizzazione del festival: un mix tra il gruppo dell’associazione capofila, la rete di associazioni coinvolte, le istituzioni, la comunità, le associazioni di categoria, relatori e giornalisti di grandissimo pregio, professionisti e altri partner. Grazie a questo lavoro sinergico, è stato possibile organizzare un evento di spessore».
Conclude Saponaro «Stiamo già lavorando su come realizzare la terza edizione, partendo da quanto di buono ha lasciato questo evento appena terminato, affinché il Penne Libere Festival possa continuare a essere un evento utile e significativo per tutti. Abbiamo aperto una discussione per definire il tema della prossima edizione».