Dal 28 al 31 maggio tre eventi – culminanti in un articolato evento di taglio culturale – per il terzo centenario dall’ascesa al Soglio pontificio dell’ultimo pontefice proveniente dal Sud Italia
Gravina in Puglia (Bari), 25 maggio 2024 – Gravina in Puglia si prepara, con una serie di manifestazioni aperte a tutti, alla celebrazione del terzo centenario dalla assunzione al Soglio pontificio di Benedetto XIII, nato Pier Francesco della nobile famiglia gravinese Orsini, ad oggi ultimo Papa proveniente dal Sud Italia.
“Una celebrazione – spiega don Saverio Paternoster, presidente del Centro Studi “Benedetto XIII” – per ricordare un grande uomo e un grande Papa, con cui però la storia è stata avara: la sua figura fu offuscata dalle accuse, non sempre fondate e avallate da documenti sicuri, rivolte al suo segretario Coscia, subito dopo la morte di Benedetto XIII sottoposto anche a un processo sede vacante, quindi nemmeno consentito in quel momento. Una vicenda che lasciò un’ombra di culpa in vigilando sul Papa appena defunto. Poi lo stesso segretario fu riabilitato da Benedetto XIV, il Cardinale Lambertini. Noi vogliamo riportare alla luce la grandezza di Benedetto XIII, un vero Papa pastore, antesignano dei Pontefici del XX e XXI secolo e, in particolare, del nostro Papa Francesco”.
Le celebrazioni prenderanno il via martedì 28 maggio, alle ore 20, nella Basilica Santa Maria Assunta, con l’Oratorio “A Santa Caterina”, con l’Orchestra Sinfonica 131 della Basilicata e il Coro Polifonico Mercadante (organo Sara Dambrosio, direttore musicale Alfredo Luigi Cornacchia, direttore artistico il flautista di fama internazionale Giovanni Mugnuolo). Mercoledì 29, sempre in Basilica, alle ore 11, la solenne Concelebrazione presieduta dal cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi.
Infine, venerdì 31, nel Centro giovanile della Fondazione “Benedetto XIII”, alle ore 20, l’evento commemorativo “Habemus Papam – Vita e opere di un uomo al servizio di Dio e della gente”, condotto dal giornalista Rai Daniele Rotondo: una kermesse culturale composta da testimonianze, contributi video, interventi teatrali tratti dagli scritti del Papa degli attori Paolo Sassanelli, Lucia Zotti, Antonella Pagano e Pierluigi Morizio, e momenti musicali.
Chi era Benedetto XIII
Pier Francesco Orsini nacque a Gravina il 2 febbraio 1650; a 18 anni chiese di entrare nel noviziato dell’ordine dei domenicani; rifiutata l’eredità e il titolo di duca, che passò al fratello, divenne frate nel 1668 con il nome di fra Vincenzo Maria nel convento di San Domenico di Castello in Venezia. Studiò a Brescia, Napoli, Bologna e Venezia laureandosi in filosofia e teologia. Fu ordinato sacerdote nel 1671. L’anno dopo, a soli ventidue anni, divenne cardinale e si trasferì a Roma; a 25 anni divenne arcivescovo di Manfredonia; poi lo fu di Cesena e – per ben 38 anni – di Benevento, Diocesi che mantenne, sebbene attraverso un Vicario, anche da Papa.
Di grande rilievo fu la sua attività pastorale. Ogni anno, infatti, visitava decine di parrocchie. Costruì ospedali e alleviò le sofferenze dei poveri. Precorse i tempi nel dare forte impulso alla fondazione dei
monti frumentari – una forma di credito agrario – per prestare ai contadini indigenti le sementi necessarie per la semina. Durante il suo episcopato il terremoto colpì due volte Benevento: Orsini fece riparare numerosi edifici danneggiati, meritandosi l’appellativo di “secondo fondatore” della città.
Partecipò a sei conclavi: dopo di lui nessun Papa (fino al XX secolo incluso) ha partecipato a un pari numero di elezioni papali.
Il 29 maggio 1724, ritenuto il più santo del Collegio cardinalizio, fu eletto romano pontefice: come già avvenuto per il titolo di cardinale, anche in questo caso oppose resistenza, ritenendosi inadeguato; alla fine obbedì e scelse il nome di Benedetto XIII. Anche al soglio di Pietro curò la pietà, l’umiltà, la semplicità, il distacco dalle vanità ma soprattutto conservò la carità per i poveri, nei confronti dei quali egli, che pure viveva con grande frugalità, riteneva di possedere sempre troppo. È a lui che si
deve la prima drastica riduzione della Guardia pontificia. Per Roma fece molto, a cominciare dalla creazione dell’Ospedale San Gallicano per i malati di pelle e della nuova sede dell’ospedale Santa Maria della Pietà per chi soffriva di problemi mentali. Si occupò, migliorandolo, anche del regime carcerario.
Fu il 245° vescovo di Roma e morì – ottantenne – a causa di una febbre il 21 febbraio 1730 nella capitale, dove è sepolto nella Basilica di Santa Maria sopra Minerva, ultimo dei pontefici provenienti dall’Ordine dei Domenicani.
Il 22 febbraio 2017 si è conclusa la fase diocesana, durata cinque anni, della sua Causa di Beatificazione e Canonizzazione, tuttora in corso.
Molte le testimonianze che lo ricordano in Gravina in Puglia, la più visibile e immediata una statua bronzea, nella piazza che porta il suo nome.