Il 29 aprile, in concomitanza con il Consiglio comunale, si è tenuta una conferenza stampa davanti al Palazzo di Città.
A parlare ai rappresentanti degli organi di informazione sono stati i cittadini che hanno rivolto i propri messaggi all’indirizzo di presidente della Regione Puglia e sindaco di Taranto.
Al primo sono state poste domande rispetto all’idea della costruzione di un dissalatore in zona fiume Tara. I cittadini chiedono di sapere se è stata fatta una valutazione di impatto ambientale; come e dove verrà smaltita la salamoia (residuo di dissalazione altamente inquinante); perché non è mai entrato in funzione l’invaso Pappadai (costato 260 milioni di euro e divenuto il più grande scandalo regionale); se l’impianto di dissalazione sarà utilizzato anche da Acciaierie d’Italia, colpevole di essere il più grande inquinatore del nostro mare e dell’ambiente in generale; perché offendere ancora una volta il nostro territorio, con un impianto presso il Tara, che i tarantini riconoscono come fiume storico ed identitario; e, visti gli altissimi costi per la dissalazione dell’acqua, i cittadini chiedono quanto tutto questo andrà a pesare sulle famiglie dei tarantini, già alle prese con enormi difficoltà economiche e vessate dai continui aumenti delle tasse comunali.
Al sindaco di Taranto i cittadini hanno contestato la scarsa propensione alla difesa del territorio e della salute umana, visto il continuo piegarsi del primo cittadino ai voleri del Governo centrale, colpevole di aver prodotto un altro e più grave decreto a favore dell’industria inquinante. Si contesta l’ostinata rincorsa ad un accordo di programma farlocco, non finanziabile e che resta, nella mente dei tarantini, una ulteriore dimostrazione di pubblicità ingannevole. La corsa verso l’acciaio prodotto con idrogeno green, è stato detto ai giornalisti, durerà 20 anni con un finanziamento di almeno 12 miliardi di euro. Per il momento, il sicuro intento del Governo, appoggiato da Regione Puglia e Comune di Taranto, è quello di portare la produzione a carbone ad almeno 6 milioni di tonnellate/anno: il doppio dell’attuale produzione.
Al termine della conferenza stampa, i cittadini avrebbero voluto salire al secondo piano della Casa dei Tarantini per poter assistere alle battute del Consiglio comunale e guardare negli occhi il sindaco, senza proferire parola: intento frustrato dalla notizia che il presidente del Consiglio comunale aveva nel frattempo ordinato di proseguire i lavori a porte chiuse.