Gli studi sono concordi: minori ospedalizzazioni e migliore qualità di vita. Ma molte sono ancora le disparità di accesso alle tecnologie a livello regionale
Diabete, controllo della malattia e delle complicanze ed equità di accesso all’innovazione: riflettori accesi sui sistemi di monitoraggio della glicemia che adottano il sistema “Flash Glucose Monitoring (FGM), strumenti in grado di cambiare l’evoluzione e il controllo della malattia, restituire una qualità di vita decisamente semplificata e migliorata ai pazienti, consentendo allo stesso tempo una riduzione significativa dei costi di gestione, eliminando la necessità di pungere le dita e che offrono alle persone con diabete i dati e le conoscenze di cui hanno bisogno per aiutarle a vivere una vita più sana. Un’arma in più per controllare il diabete e le sue complicanze apportando modifiche allo stile di vita o alle terapie. Perché non è semplice convivere con il diabete. Strumenti dunque che andrebbero assicurati a tutti i pazienti che potrebbero trarne beneficio ma che attualmente sono rimborsati in Italia in maniera disomogenea con criteri di eleggibilità che variano da regione a regione e anche nell’ambito delle singole Asl.
Per stilare una mappa aggiornata sulla rimborsabilità di tali strumenti innovativi per il monitoraggio della glicemia nelle regioni del Sud e condividere le diverse esperienze regionali sui modelli regionali di eleggibilità si sono riuniti nei giorni scorsi a Catania, rappresentanti istituzionali della Sanità delle Regioni, clinici, esperti di sanità pubblica, medici, docenti universitari e rappresentanti delle associazioni di pazienti. Un tavolo di confronto e approfondimento scientifico promosso da Motore Sanità, con la collaborazione scientifica di Amd (Associazione medici diabetologi) e il contributo incondizionato di Abbott. Fari puntati sugli esempi virtuosi rappresentati da Sicilia, Campania, Lombardia e Lazio, con un raggio di analisi allargato alle realtà più complesse e articolate come Calabria e Puglia. Protagonista anche la Basilicata.
Raffaella Buzzetti, docente di Endocrinologia e Responsabile UO Dipartimentale di Diabetologia del Policlinico Umberto I di Roma ha sottolineato che recenti studi clinici mostrano come il monitoraggio glicemico riduca significativamente l’emoglobina glicata in soggetti in trattamento con insulina basale: “Uno strumento utile nella pratica clinica nel diabete di tipo 1 ma anche in quello di tipo 2 a prescindere dal trattamento farmacologico”.
I sistemi FGM non sono un costo ma un investimento per la salute della persona con diabete in quanto, grazie al miglioramento degli outcomes clinici e la conseguente riduzione di ospedalizzazioni, generano una importante riduzione dei costi per il SSN. I dati delle società scientifiche nazionali indicano nel mancato controllo glicemico una riduzione di aspettativa di vita nella persona con diabete mediamente di 7-8 anni. Sono 2 i fattori critici della malattia diabetica: la mancata aderenza alle terapie e la mancata regolare misurazione della glicemia. I sistemi innovativi di monitoraggio evitano alle persone con diabete di pungersi più volte al giorno, con i maggiori rischi di iperglicemie e/o ipoglicemie.
“Le Regioni possono essere classificate tra virtuose e non virtuose in base all’accesso al monitoraggio del diabete – ha sostenuto Francesco Giorgino: ordinario di endocrinologia presso Università degli studi di Bari – la Puglia è rimasta indietro – ha aggiunto – anche se negli anni scorsi fummo i primi in Italia a stilare un documento per l’accesso a dispositivi glicemia in continuo e microinfusori. Sei o sette anni fa eravamo all’avanguardia per l’accesso alla tecnologia ma da allora, complice il commissariamento siamo stati a guardare il progressivo allargamento della platea dei beneficiari ai pazienti che non sono sottoposti a terapia iniettiva di insulina, alle donne diabetiche in gravidanza e ad altri pazienti che dovrebbero avere accesso a questo monitoraggio in continuo. Le restrizioni – ha concluso – che vigono in molte regioni, incidono sulla qualità della cura”.
“Uno dei nodi irrisolti della gestione del diabete – e parlo per la Puglia dove ho conoscenza diretta ma questo concetto si estende a tutte le regioni – ha poi aggiunto Monica Priore, presidente Federdiabetici Puglia Aps, consigliere nazionale di Diabete Italia – è la variabilità di utilizzo dell’innovazione riguardo ai sensori di misurazione della glicemia. In Puglia la variabilità è anche Asl per Asl, distretto per distretto. Ciò incide sull’equità dell’accesso all’Innovazione in ambito nazionale. La soluzione? Tavoli nazionali e regionali in cui siano coinvolte le istituzioni locali e i pazienti e anche un’investitura nazionale se dovesse servire a dettare linee guida comuni coinvolgendo le istituzioni e i pazienti. Il diabete in Puglia ha un’incidenza più alta. Se il diabete di tipo 2 non può essere bloccato può essere però prevenuto e soprattutto curato e gestito al meglio con la tecnologia. Fondamentale è la partecipazione dei pazienti insieme ai Medici di medicina generale, agli infermieri, alle istituzioni per definire il percorso migliore e le terapie più efficaci e riproporre i pazienti al centro”.
Nel corso dell’incontro catanese è stato Salvatore Corrao, Past President AMD Regione Sicilia, direttore della Medicina Interna al Civico di Palermo e docente all’Università del capoluogo siciliano a ricordare come in Sicilia i sensori in continuo siano garantiti ai pazienti con diabete di tipo 2 in trattamento insulinico, anche alle donne con diabete in gravidanza ma con differenze di accesso tra le varie province e una scarsa attenzione alla sostenibilità complessiva sebbene in un contesto nel complesso virtuoso. “La Regione Sicilia, già tre anni fa, su delibera della commissione del diabete di cui faccio parte ha deciso di fornire ai pazienti diabetici di tipo 2 a tutti gli insulino-trattati i device di monitoraggio in continuo della glicemia – ha poi aggiunto Vincenzo Provenzano presidente Simdo – con la possibilità di estenderlo anche ai pazienti che non assumono insulina ma solo ipoglicemizzanti orali”. Un esempio di buone pratiche in Sicilia è la disponibilità del sistema FGM anche nelle unità di terapia intensiva cardiologica. In Sicilia c’è una legge ad hoc, un Pdta (giunto alla terza stesura) per la gestione del diabete e una funzionale rete ospedale-territorio a rendere possibile questo avanzamento. L’equazione: più controllo minori complicanze nel diabete è tuttavia presente non in tutte le Province siciliane”.
Una realtà molto diversa da quella della Calabria, una delle regioni del Sud con una incidenza della patologia molto elevata ma dove solo 1 persona su 5 ha accesso alle tecnologie innovative come il sistema Flash per il monitoraggio della glicemia su circa il 15% dei 200mila diabetici in trattamento con insulina, pazienti che hanno una età elevata e che necessitano di una presa in carico ottimale anche da remoto. Eppure, studi di farmacoeconomia mostrano come il sistema FGM sia costo-efficace per il SSN nei pazienti in trattamento con insulina basale e che riduca già a 12 mesi i costi diretti, una tecnologia cost-saving per il SSN. Queste evidenze mostrano la sostenibilità del sistema FGM per il SSN e supportano quindi l’ampliamento dell’accesso a queste tecnologie e a tutti i soggetti con diabete.
Massimo Mancini, direttore generale del Dipartimento Salute della Regione Basilicata ha sottolineato come sia fondamentale far prevalere le ragioni del paziente, da porre in primo piano “mentre le ragioni economiche non sono sufficienti né prevalenti. Io sono un manager di una regione con pochi abitanti e ho in mente di investire in innovazione per le ricadute positive che ciò consente. È inconcepibile non tenere conto delle implicazioni del mancato controllo della glicemia o della necessità di pungersi di continuo. La scarsità di risorse è solo una scusa per non intervenire sulle sacche di inappropriatezza di tanti altri settori. Sulla base di ciò aderiremo alla sperimentazione di questo progetto istituendo una control room per intervenire su MMG e specialisti investendo anche sulle opportunità della Telemedicina”.
Monica Modugno, Past President AMD Puglia e Basilicata pensa all’urgenza di rivedere la presa in carico del paziente diabetico “Sta per essere pubblicata la prima gara regionale per i dispositivi tecnologici avanzati in diabetologia – spiega – con l’obiettivo di ottimizzare i costi salvaguardando qualità e valore. L’idea è istituire un tavolo tecnico Hta sul modello siciliano per mettere a punto i Pdta e la rete in un contesto clinico appropriato”.
In Italia i dispositivi di monitoraggio del diabete sono disponibili per tutti i pazienti diabetici di tipo 1 ma ancora con restrizioni all’accesso per le persone con diabete di tipo 2 in alcune regioni con differenze da regione a regione.
“Tutti i pazienti di tipo 1 devono poter contare su un sistema di monitoraggio in continuo della glicemia – ha sottolineato Giuseppe Papa presidente AMD Regione Sicilia – noi ci abbiamo creduto e lo abbiamo fatto con risultati pubblicati che testimoniano il miglioramento dello stato di salute dei pazienti e il miglior controllo delle complicanze”.
L’impegno a fare meglio è venuto dal commissario della Sanità calabrese Ernesto Esposito pur nelle ristrettezze di una regione commissariata e sottoposta a vincoli e paletti. “In Calabria l’accesso all’innovazione è sentito ma difficoltoso. Tutti gli atti di programmazione e di spesa passano al vaglio del ministero e la orografia rimanda a 404 Comuni di cui 100 con meno di 1000 residenti e 303 sotto i 5 mila. La parcellizzazione dei residenti anziani nei vari Comuni è una oggettiva difficoltà per l’accesso ai servizi ma sviluppare modelli di monitoraggio del diabete – ha poi concluso – è una scelta necessaria per raggiungere i Lea”.
“L’accesso alle nuove tecnologie modifica l’aspettativa di vita dei malati di diabete – ha poi concluso Giuseppe Traversa presidente del Coordinamento Regionale Fand Puglia e consigliere nazionale Fand (Federazione associazione nazionale diabetici) – con il controllo della glicemia il paziente diventa padrone del proprio destino ed ha diritto ad avere uno strumento che ha sì un costo ma che ne fa risparmiare molti di più per le complicanze evitate e le più impegnative cure che sono necessarie per le complicanze del diabete. In Puglia ci siamo fermati, i centri prescrittori sono insufficienti e serve un più rapido accesso ai piani terapeutici. Aspettiamo risposte dalla Regione, una scossa ad un progetto per la guida dei diabetici. Come Fand abbiamo investito della questione la Commissione affari sociali di Camera e Senato per una legge nazionale in merito”.