Il Parlamento adotta nuove norme in materia di trasparenza della pubblicità politica

  • Informazioni pubbliche sugli annunci: chi li paga e da quale luogo, il prezzo e a quali elezioni o referendum sono collegati
  • Divieto di uso di alcune categorie di dati personali, quali etnia, religione, orientamento sessuale
  • Divieto di sponsorizzazione degli annunci da fuori dell’UE prima delle elezioni

Le nuove norme mirano a rafforzare la fiducia dei cittadini nelle campagne elettorali e a contribuire alla lotta contro la disinformazione e le ingerenze straniere.

Martedì, il Parlamento ha adottato in via definitiva, con 470 a favore di 50 contrari e 105 astensioni, nuove norme in materia di trasparenza e targeting della pubblicità politica a pagamento, che renderanno le campagne elettorali e quelle referendarie più trasparenti e resistenti alle interferenze.

Il regolamento, già concordato con i governi UE, regolerà la pubblicità politica, in particolare gli annunci online, fornendo nel contempo un quadro per aiutare gli attori politici a comunicare più facilmente in tutta l’UE.

Il relatore Sandro Gozi (Renew, Francia), terrà una conferenza stampa martedì 27 febbraio alle 14.30.

Maggiore trasparenza e responsabilità

Secondo le nuove regole, la pubblicità politica dovrà essere chiaramente etichettata. I cittadini, le autorità e i giornalisti potranno facilmente ottenere informazioni sui motivi per cui sono raggiunti da un annuncio, chi lo paga e da dove, il prezzo dell’annuncio e a quali elezioni o referendum è collegato. Tutta la pubblicità politica e le relative informazioni saranno archiviate in un archivio pubblico online.

Per limitare le ingerenze straniere nei processi democratici europei, la sponsorizzazione di annunci provenienti da paesi non UE sarà vietata nei tre mesi precedenti un’elezione o un referendum.

Regolamentare le strategie di targeting

Le tecniche di targeting e amplificazione saranno possibili solo per la pubblicità politica online basata su dati personali raccolti dopo un consenso esplicito e separato della persona coinvilta. Non sarà possibile utilizzare categorie particolari di dati personali (ad es. etnia, religione, orientamento sessuale) o dati di minori.

Proteggere la libertà di espressione

Le norme riguardano solo la pubblicità politica remunerata. Non pregiudicano il contenuto degli annunci politici né le norme sulla condotta e sul finanziamento delle campagne politiche. Le opinioni personali, le opinioni politiche, come qualsiasi contenuto giornalistico non sponsorizzato, o la comunicazione sull’organizzazione e la partecipazione alle elezioni (ad esempio annunci di candidati) da parte di fonti ufficiali nazionali o dell’UE non sono coperte.

Citazione

Sandro Gozi (Renew, FR) ha dichiarato: “Le tecnologie digitali rendono i cittadini più vulnerabili alla disinformazione e alle ingerenze straniere. Ora più che mai, è fondamentale salvaguardare i nostri processi democratici ed elettorali. Le norme adottate oggi svolgono un ruolo fondamentale nell’aiutare i cittadini a discernere chi è dietro un messaggio politico e a fare una scelta informata quando si recano alle urne. Con l’avvicinarsi delle elezioni europee, esortiamo tutte le principali piattaforme online a iniziare ad applicare le nuove norme il prima possibile e a garantire che lo spazio digitale rimanga un luogo sicuro per lo scambio di idee e opinioni politiche”.

Prossime tappe

Dopo il via libera dei deputati, il Consiglio dovrà ancora adottare formalmente il regolamento prima della sua entrata in vigore. Le maggioranza delle norme si applicheranno 18 mesi dopo l’entrata in vigore, mentre le definizioni e le misure relative alla fornitura non discriminatoria di pubblicità politica transfrontaliera (anche per i partiti politici e i gruppi politici europei) si applicheranno già 20 giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE.

Con queste norme, il Parlamento risponde direttamente alle preoccupazioni dei cittadini riguardo a una società digitale sicura e affidabile, in particolare la proposta 33(5) della relazione finale della Conferenza sul futuro dell’Europa.