IL PRESIDENTE EMILIANO ALL’ASSEMBLEA GENERALE DI CONFINDUSTRIA BARI E BAT

Nella mattinata di oggi il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano è intervenuto all’assemblea generale di Confindustria Bari e BAT. Presenti, tra gli altri, i ministri Antonio Tajani (Affari esteri), Carlo Nordio (Giustizia) e Maria Elisabetta Alberti Casellati (Riforme istituzionali), il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, l’assessore regionale allo sviluppo economico Alessandro Delli Noci, il sindaco di Bari Vito Leccese, e il presidente di Confindustria Bari e BAT Sergio Fontana.



Il presidente Emiliano ha riepilogato i dati economici sulla Puglia che ha un trend di crescita pari al doppio di quello dell’Italia; secondo Svimez nel periodo 2019-2023, con un più 6,1% la Puglia è regione italiana più dinamica, mentre l’Italia è cresciuta del 3,5%. L’Istat ha registrato un aumento di 17mila occupati da gennaio a marzo 2024, con la contestuale riduzione del tasso di disoccupazione. Rispetto al 2018, l’occupazione in Puglia è cresciuta in valore assoluto di 81mila unità. La variazione percentuale è stata del 6,9%, molto più elevata rispetto alla media complessiva del nostro Paese che è stata del 2,2%.
“Abbiamo dato – ha aggiunto Emiliano – una concreta possibilità ai giovani di trovare piena realizzazione nella terra in cui sono nati grazie alla strategia regionale #MareASinistra, che punta a rendere la Puglia attrattiva per tutti, giovani pugliesi e non, imprese, startup, ricercatori attraverso interventi che riguardano tutte le politiche regionali”.
 
“Dobbiamo abbattere a zero la burocrazia, e dev’essere un’operazione bipartisan; dal mio insediamento come sindaco di Bari questo atteggiamento istituzionale bipartisan ha fruttato la costruzione di un blocco sociale che è riuscito ad affrontare infiniti problemi, uno alla volta, a cominciare dalla battaglia per la riapertura del Petruzzelli, di cui oggi ricorre l’anniversario. Mi auguro che questo meccanismo bipartisan funzioni anche a Roma”.

“Siamo molto felici – ha proseguito Emiliano – che con Confindustria Puglia  (e non con Confindustria nazionale come erroneamente dichiarato a margine dell’evento, ndr) c’è una posizione simile a quella della Regione Puglia e mia personale di contrasto alla legge Calderoli, che non assicura l’eguaglianza dei cittadini italiani di fronte al guazzabuglio di competenze che rischia di provocare. Confindustria Puglia ha giudicato oggi l’autonomia differenziata un processo che determinerebbe un’Italia Arlecchino e quindi noi condividiamo questo giudizio.
Avendo fatto una proposta positiva, accantoniamo la legge Calderoli che mi auguro sia bocciata dalla Corte Costituzionale. E se non sarà bocciata dalla Consulta, mi auguro possa essere abrogata dal referendum.
Ma nulla vieta che si faccia un disegno di legge costituzionale bipartisan dove si stabiliscono in maniera semplice quali sono le competenze supplementari da dare alle Regioni e quali sono i budget del bilancio dello Stato che vanno assegnati in maniera supplementare alle Regioni.
Ci mettiamo due mesi a determinare il disegno di legge, qualche mese in più per approvarlo, ma in maniera bipartisan si evita anche il referendum di conferma.
Soprattutto non si spacca in due l’Italia. E mi auguro che la saggezza prevalga in un momento terribile. Mentre l’Italia è in guerra su più fronti ci si sta preoccupando di tenere l’unità del governo sulla base di una legge pretesa solo da una parte della sua coalizione in cambio dell’abbattimento dei poteri del Presidente della Repubblica e dell’elezione diretta del premier. Insomma non è il momento, non è il modo, e non è neanche corretto modificare la Costituzione con delle intese tra singole Regioni e governo. Bisogna fermarsi e garantire l’unità del Paese”.

Sulla sanità il presidente Emiliano ha osservato: “Abbiamo un sistema folle che si chiama payback. Lo Stato assegna a ogni regione un tetto alla spesa farmaceutica senza un criterio preciso; quando una regione sfora questo tetto, lo sforamento non lo paga lo Stato ma le aziende fornitrici che devono restituire circa la metà della somma sforata. Un sistema che non sta più in piedi, perché se aumentiamo la capacità di cura qui la spesa sale, quindi si sfora il tetto di spesa, in questo senso dovrebbe intervenire la Corte Costituzionale.
La gente va curata vicino a casa propria, perciò il meccanismo dovrebbe essere più semplice: se la regione ha speso bene i soldi, lo splafonamento deve pagarlo lo Stato, altrimenti viene commissariata. Siamo pronti a una battaglia su questo, anche perché c’è un’anomalia che riguarda la sanità pubblica di proprietà privata: se un pugliese va in Lombardia, non c’è un tetto di spesa e dobbiamo pagare a piè di lista. Questo sistema deve cambiare. Facendo saltare questi tetti di spesa avremmo più posti di lavoro e 250 milioni di euro resterebbero nel nostro territorio e potremmo invitare altri a investire in sanità.  
Questa è la vera battaglia sui Lep (livelli essenziali delle prestazioni) che nessuno vuole fare. Lo dico da presidente di regione con la crescita di PIL più alta: immaginate cosa avremmo potuto fare se avessimo avuto le stesse condizioni di partenza degli altri”.

Il presidente ha concluso: “Da due anni sono in gioco 4,6 miliardi di fondi FSC e 2 miliardi del POC, il ministro Fitto sta facendo il possibile per accelerare, si avvicina la data del 22 ottobre quando firmeremo l’accordo, ma non sappiamo ancora cosa contiene questo contratto da 6 miliardi. Tutto questo è un freno. Abbiamo preso anche schiaffi per portare avanti le nostre battaglie in difesa della comunità, schiaffi che però sono dolcissimi se presi in nome dell’orgoglio di essere pugliesi e appartenere a questa meravigliosa comunità”.

Link dichiarazione Emiliano 

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