IL RIUSO CREATIVO DELLE IMMAGINI Ciclo di incontri di approfondimento cinematografico nelle Biblioteche di Roma A cura dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico ETS Sei appuntamenti pomeridiani nella Capitale, dal 22 gennaio al 22 febbraio 2024 presso la Biblioteca Valle Aurelia e la Biblioteca Flaminia Ingresso libero a tutte e tutti |
Il riuso creativo delle immagini d’archivio è l’oggetto di un ciclo di incontri di approfondimento con autori ed esperti del settore cinematografico che l’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico ETS organizzerà nelle prossime settimane all’interno di due biblioteche della Capitale. Un’iniziativa, in collaborazione con le Biblioteche di Roma, che partirà il 22 gennaio dalla Biblioteca Valle Aurelia per concludersi il 22 febbraio alla Biblioteca Flaminia. Obiettivo del ciclo è quello di offrire uno spaccato delle diverse opere che l’AAMOD, nel campo del riuso creativo delle immagini, ha realizzato negli ultimi anni, sia attraverso percorsi di alta formazione destinati a giovani autori (Premio Zavattini, Residenza artistica Suoni e Visioni), sia attraverso l’attività di produzione e coproduzione. Il programma si articola in 6 incontri della durata di circa 2 ore l’uno, nell’ambito dei quali si analizzeranno il lavoro e le specifiche forme di riuso delle immagini, facendo seguire alla visione dell’opera prescelta un dibattito con il pubblico in sala. «Ogni immagine prodotta, sia essa fissa o in movimento, è un’immagine d’archivio, per il semplice fatto di esistere come rappresentazione di qualcosa che non è più – ricorda Vincenzo Vita, presidente dell’AAMOD – In questo senso l’archivio, in quanto raccolta di immagini del passato, distinte da quelle del presente, non ha senso. Tutto è archivio. O meglio: l’archivio non esiste. Già nel 1979, a proposito del nostro Archivio, Cesare Zavattini scriveva: “…i materiali valorosamente raccolti non stanno là nelle scaffalature in una indeterminata attesa, diventando cioè sempre più archivio, secondo il vecchio vocabolario, ma sono invece percorsi da una viva impazienza di entrare nella dialettica odierna delle lotte democratiche…. Il riuso d’archivio costituisce oggi un orizzonte artistico e cinematografico ricco di progettualità. La pratica del found footage – prassi cinematografica, videografica e artistica di appropriazione e rielaborazione di immagini preesistenti – si configura come forma di riciclaggio, riuso e combinazione di materiali diversi recuperati da un passato interpretato come grande serbatoio di immagini e immaginari. La peculiarità delle immagini d’archivio di poter dar vita a nuove opere, pur preservando i supporti originali, ha catalizzato in particolare negli ultimi anni la ricerca espressiva di cineasti, videoartisti, animatori, performer. Se un tempo si attingeva agli archivi filmici soprattutto per la programmazione televisiva, con esperienze di riuso a carattere sostanzialmente illustrativo o in un certo senso “certificativo” (la fonte audiovisiva come prova dimostrativa di fatti storici), oggi gli approcci sono molto più ampi e tendono a mettere in atto processi critici e di risemantizzazione dei materiali. Nel panorama artistico contemporaneo il found footage assume sempre più le caratteristiche di un’esperienza pervasiva e interdisciplinare. Nuove tecnologie, sperimentazione, contaminazione di linguaggi e pratiche danno vita a forme sorprendenti di riuso creativo – dal lavoro di montaggio analogico alla computer grafica, dal film-saggio al video-essay, dalla realtà virtuale al Vjing – che incontriamo sempre più facilmente in luoghi inaspettati: dal museo all’arte pubblica, dal web allo spazio urbano, dal concerto al rave-party. Sulla base di questi molteplici stimoli abbiamo pensato che un ciclo di incontri dedicati a questo argomento potesse stimolare i giovani a conoscere, fruire e studiare i linguaggi e le tecniche moderne per realizzare nuove opere a partire dal passato contenuto nell’immenso bacino che offrono gli archivi del nostro cinema.» Il ciclo di incontri, in programma alle ore 17:00, è libero a tutti. Maggior informazioni sul sito ufficiale: www.aamod.it |
IL CALENDARIO |
Biblioteca Valle Aurelia Lunedì 22 gennaio 2024 – ore 17:00 Archivi privati, immagini pubbliche Senza rossetto (52’ – 2018) di Silvana Profeta, Emanuela Mazzina Le testimonianze delle donne che nel 1946, con il loro voto, si trovarono, per la prima volta, cittadine attive nella determinazione dell’identità nazionale. Un respiro parziale ma intero (17’ – 2023) di Lorenzo Spinelli Omaggio alla grande poetessa Patrizia Cavalli, recentemente scomparsa, attraverso un racconto intimo e diaristico. La voce della poetessa e quella del regista s’incontrano in uno spazio senza tempo per dialogare sull’importanza della semplicità. Giovedì 8 febbraio 2024 – ore 17:00 Diari intimi Ma-tri-mo-nio (20’ – 2023) di Gaia Siria Meloni Un’indagine toccante e intima intorno alla femminilità, ricostruendo il vissuto di tre donne, attraverso immagini tratte da homemovies, un diario segreto dalle pagine strappate e un braccialetto appartenente ad una neonata. Supereroi senza superpoteri di Beatrice Baldacci (12’50’ – 2019) La memoria audiovisiva viene in supporto ai ricordi di infanzia nella ricostruzione emotiva di una forte relazione tra madre e figlia. Giovedì 15 febbraio 2024 – ore 17:00 Cinema militante e nuove generazioni 16 millimetri alla rivoluzione (65’ – 2023) di Giovanni Piperno, con Luciana Castellina Navigando liberamente attraverso le immagini prodotte per il PCI tra gli anni ’50 e gli ’80 da grandi registi italiani e incontrando lo sguardo di Luciana Castellina, l’autore si chiede cosa rimanga oggi di quell’esperienza che ha coinvolto milioni di persone nel tentativo di trasformare sé stessi e il mondo. Nel viaggio riscopre il cinema di quella generazione politica: un cinema libero, sperimentale, dal basso, empatico, militante. Zavattini direbbe – e così dice nel film – “un cinema di tanti per tanti”. *** Biblioteca Flaminia Giovedì 25 gennaio 2024 – ore 17:00 Il doppio fondo delle immagini d’archivio: significato originario e nuove narrazioni In her shoes (19’ – 2019) di Maria Iovine In un mondo ribaltato in cui le donne ricoprono ruoli di potere e gli uomini si occupano della famiglia, Domenico si racconta alla figlia a partire da un tenero ricordo. In una lettera rivive la gioia della sua nascita, la sua infanzia, i sogni di una famiglia felice, ma anche le rinunce dolorose di padre e marito che hanno soffocato le sue reali aspirazioni e desideri. Lo chiamavano Cargo (18’ – 2021) di Marco Signoretti Utilizzando il materiale di repertorio della Fondazione Aamod, che ha prodotto il film, e di altri archivi, Lo chiamavano Cargo è un’originale rivisitazione del Mezzogiorno d’Italia in chiave di western politico. Blue screen (16’30’’ – 2016) di Alessandro Arfuso e Riccardo Bolo Il documentario, ritrovato in un nastro vhs, racconta attraverso l’esperienza dell’autore la ribellione dei droidi di servizio Mk3 contro l’egemonia degli esseri umani. L’opera è un caso inedito che mostra la storia dal punto di vista di chi l’ha subita e restituisce dignità e umanità agli androidi, spesso relegati ad uno stato di subordinazione. Le speranze, i sogni e le paure degli uomini d’acciaio sono raccolte in questo archivio del futuro, che svela gli aspetti meno conosciuti della “Rivolta del Silicio”. Giovedì 1° febbraio 2024 – ore 17:00 Archivi privati, immagini pubbliche Senza rossetto (52’ – 2018) di Silvana Profeta, Emanuela Mazzina Un respiro parziale ma intero di Lorenzo Spinelli Giovedì 22 febbraio 2023 – ore 17:00 Cinema militante e nuove generazioni 16 millimetri alla rivoluzione (65’ – 2023) di Giovanni Piperno, con Luciana Castellina |