“Influenza. Prendo l’antibiotico? NO.”
La nuova campagna di comunicazione dell’Ordine dei medici di Bari dà un consiglio chiaro ai pugliesi che in questi giorni sono alle prese con il picco dell’influenza: “L’abuso di antibiotici li rende inefficaci nel tempo. Difendi la tua salute. Chiedi sempre al tuo medico”.
“Gli antibiotici non devono infatti essere usati per prevenire o curare infezioni virali, in quanto inefficaci contro i virus, a meno che non siano presenti anche infezioni batteriche. – spiega Filippo Anelli, Presidente dell’Ordine dei medici di Bari – Lo stesso vale per le nevralgie: è sempre il medico che deve stabilire se la causa del dolore sia un’infezione batterica e quindi debba essere trattata con antibiotici.”
La campagna, in affissione da ieri a Bari e provincia, intende sensibilizzare la cittadinanza rispetto ai rischi connessi all’antibiotico-resistenza. Un uso eccessivo o non corretto di antibiotici favorisce infatti l’insorgenza e la diffusione di ceppi batterici resistenti a questi farmaci. Le infezioni causate da batteri resistenti, non rispondendo alle cure convenzionali, portano ad un prolungamento della malattia, all’insorgenza di possibili complicazioni e ad un maggiore rischio di morte. La riduzione dell’efficacia del trattamento, inoltre, aumenta il rischio di possibili focolai epidemici.
“I dati ci dicono che crescono i casi di ceppi batterici resistenti, che diventano più difficili da trattare. Per questo è importante che i pazienti si affidino al proprio medico prima di assumere un farmaco che non solo è inutile ma rischia di essere dannoso” – aggiunge Anelli –
Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, In Italia nel 2022 le percentuali di resistenza alle principali classi di antibiotici per gli otto patogeni sotto sorveglianza si mantengono elevate. In particolare, per Enterococcus faecium continua ad osservarsi un preoccupante trend in aumento nella percentuale di isolati di resistenti alla vancomicina, che è passata dall’11,1% del 2015 al 30,7% nel 2022. Per Streptococcus pneumoniae dopo una diminuzione registrata nel 2021 (9,8%), nel 2022 si osserva un aumento della percentuale di isolati resistenti alla penicillina (12,8%).