Brutta notizia per le aziende o per i giovani ragazzi e studenti che avranno sempre più difficoltà ad entrare in un contesto lavorativo?
Da qualche settimana (18 gennaio 2024) è giunta alle orecchie di molti l’intenzione da parte delle Commissione europea di voler promuovere una proposta di legge che possa garantire ai tirocinanti un equo compenso, ferie retribuite e copertura sociale. Una serie di sondaggi di opinione pubblica effettuati per conto della Commissione europea hanno evidenziato una triste realtà: gli stage, pratica molto diffusa in Europa tra i giovani, risultano soprattutto in Italia, una situazione disomogenea rispetto ad altri paesi, ma soprattutto sottopagata.
“Dovranno essere specificati gli obiettivi formativi, le condizioni di lavoro e il livello di retribuzione” le idee di una proposta di legge che si basa sulle raccomandazioni del Parlamento europeo e del Forum europeo della gioventù.
Ma quindi la domanda sorge più che spontanea… Come mai altri ci hanno già pensato? Solitamente si suol dire “l’erba del vicino è sempre più verde”, anche se stavolta purtroppo c’è veramente poco da guardare. Dalla Puglia, con un qualcosa fermo a fine 2023, alla Toscana con qualcosa da tempo attuato e leggere “GiovaniSì”, già dice molto. Grazie al progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani, la Regione ha reso possibile con un bando la possibilità di far gioire entrambe le parti chiamate in causa e quindi più futuro, più lavoro e crescita dei giovani.
Quindi per l’Italia si prospetta dunque una novità importante? Anche se per i tirocini extra-curricolari è già previsto un minimo di 300 euro mensili (riforma Fornero del 2013), i rimborsi raramente superano le poche centinaia di euro, mentre non esistono al momento quote minime obbligatorie per retribuire gli stagisti curricolari (tirocinio legato al percorso di studio). Non ci resta che aspettare il 2025 (anno previsto per l’entrata in vigore del disegno di legge)? Si spera di no, più che altro noi ragazzi del gruppo giovani IV Puglia, a nome di tutti i stagisti, non possiamo che manifestare la stanchezza nel dover aspettare e continuare a gravare sui portafogli delle famiglie per poter “semplicemente” apprendere e applicare le competenze acquisite a scuola in contesti lavorativi reali.
Savio Rociola
Responsabile alle politiche giovanili IV