“Matteotti in the Sky” una cerimonia laica per ricordare il Centenario della morte di Giacomo Matteotti. La Fondazione Di Vagno lo celebra a Roma con una performance nata da un’idea di Gianpiero Borgia con l’attrice Elena Cotugno.
Dalle 22.00 di domenica 9 all’una di lunedì 10 giugno 2024 – Palazzo Braschi, Roma
Si intitola “Matteotti in the Sky” ed è la cerimonia laica con cui la Fondazione Giuseppe Di Vagno (1889-1921) ha deciso di celebrare il Centenario della morte di Giacomo Matteotti alla vigilia del giorno del suo assassinio. Si tratta di una performance unica, un rito civile, organizzata a Palazzo Braschi a Roma, in concomitanza con la mostra “Giacomo Matteotti. Vita e morte di un padre della democrazia” nel Museo di Roma fino al 16 giugno.
Palazzo Braschi (che dal 1952 ospita il Museo di Roma) non è un luogo scelto a caso perché proprio quel Palazzo divenne, dal 1922, la sede della federazione fascista dell’Urbe e in occasione delle elezioni del 1929 e del 1934 fu oggetto della propaganda elettorale del regime. È anche il luogo principale dedicato dalla Città di Roma alle Celebrazioni matteottiane.
Sarà un evento a metà tra testimonianza civile e teatro, che si svolgerà in due distinti momenti. Inizierà, infatti, alle 22.00 di domenica 9 giugno per terminare all’una di lunedì 10 giugno. L’evento rientra nelle iniziative connesse alle celebrazioni per il Centesimo anniversario della morte di Giacomo Matteotti (1924-2024). Il progetto è stato realizzato con il finanziamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Struttura di missione anniversari nazionali ed eventi sportivi nazionali ed internazionali.
Il materiale d’archivio è stato fornito da Archivio di Stato di Roma, Fondazione Pietro Nenni, Fondazione Anna Kuliscioff e Fondazione Giacomo Matteotti.
Domenica 9 giugno, alle 22.00, in uno spazio allestito su Piazza Navona davanti a Palazzo Braschi, rappresentanti del mondo culturale si alterneranno, in un’adunanza democratica, per ricordare il deputato ucciso dal regime mussoliniano.
Tra gli altri: Alberto Aghemo presidente della Fondazione Giacomo Matteotti, lo storico Mauro Canali, la storica Simona Colarizi, il politico giornalista e saggista Miguel Gotor, Daniela Mazzucca presidente della Fondazione Giuseppe Di Vagno (1889-1921), Gianvito Mastroleo presidente onorario della Fondazione Di Vagno, Aldo Patruno direttore del Dipartimento cultura della Regione Puglia, Vincenzo Maria Vita presidente AaMOD – Archivio audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, e il giornalista Vittorio Zincone autore per Neri Pozza del recentissimo “Matteotti. Dieci Vite”.
Durante le letture, sulla facciata di Palazzo Braschi scorreranno immagini di repertorio e documenti originali che ricostruiranno il clima degli anni che hanno portato all’instaurazione della dittatura fascista.
A mezzanotte, una parentesi musicale introdurrà il pubblico al brano The Great Gig in The Sky dei Pink Floyd che accompagnerà l’inizio della performance dell’attrice Elena Cotugno – pluripremiata per le sue interpretazioni vibranti di figure classiche o storiche rivisitate – che reciterà, dal terrazzo di Palazzo Braschi, un estratto dall’ultimo discorso tenuto da Giacomo Matteotti alla Camera dei Deputati, dando corpo e voce alle parole che il leader socialista proferì il 30 maggio 1924 dinanzi ad un parlamento ormai divenuto il “bivacco di manipoli” prospettato da Mussolini. La performance sarà ripresa e proiettata sulla facciata del Palazzo.
L’ideazione, la direzione artistica e la regia de “Le urla dei fascisti. La fine della democrazia, nella notte tra il 9 e il 10 giugno” è di Gianpiero Borgia e trae ispirazione da La Lectura Dantis tenuta da Carmelo Bene sulla Torre degli Asinelli il 31 luglio 1981, nel primo anniversario della strage alla Stadi Bologna, e da The Great Gig in The Sky, brano storico dei Pink Floyd sulla sfida alla paura della morte, sull’urlo come sfida dell’individuo all’universo.
Giacomo Matteotti e la ricostruzione storica:
Cento anni fa, il 10 giugno 1924, il deputato socialista Giacomo Matteotti fu rapito e ucciso a Roma da una squadra fascista guidata da Amerigo Dumini. La nascente dittatura di Benito Mussolini non poteva tollerare la denuncia compiuta da Matteotti delle illegalità commesse nei mesi precedenti e durante le elezioni dell’aprile di quell’anno. Il corpo del deputato socialista fu ritrovato due mesi dopo l’omicidio, il 16 agosto 1924.
Giacomo Matteotti costituiva un autentico pericolo per il regime fascista e per questo pagò con la vita. In un contesto in cui l’offensiva delle squadre fasciste aveva colpito e disarticolato l’organizzazione del Partito Socialista, Matteotti manteneva un ampio seguito e non si lasciava intimorire né dalle minacce, né dalla violenza.
L’omicidio di Matteotti rese evidente qual era la vera natura del regime tirannico di Mussolini e rivelò, a chi voleva intendere, l’esistenza di una polizia segreta che aveva il compito di eliminare gli avversari politici.