L’ANICE ha messo a disposizione dei principali partiti politici del nostro Paese, in corsa per le elezioni europee 2024-2029, un documento che comprende le priorità del settore carne per la nuova legislatura, nonché misure di miglioramento della governance dell’UE.
Se le richieste venissero soddisfatte, ciò rappresenterebbe un importante impulso allo sviluppo economico del settore spagnolo della carne. Madrid, 21 maggio 2024.- L’industria spagnola della carne, con un fatturato di 33.218 milioni di euro nel 2023, guida la classifica dell’industria alimentare e delle bevande nazionale, rappresentando oggi quasi un terzo del fatturato totale del settore alimentare nel nostro Paese . È lodevole che, nonostante la congiuntura economica sfavorevole dello scorso anno, il settore sia riuscito anche a raggiungere una cifra record di esportazioni di 10.583 milioni di euro e un saldo commerciale del 625%, superando le vendite all’estero nel 2022, del 6,2%; posizionandosi, d’altro canto, come uno dei migliori alleati nella lotta contro lo spopolamento perché i suoi oltre 113.000 posti di lavoro diretti sono stati creati e mantenuti soprattutto nelle zone rurali, stabilendo popolazioni, strutturando i loro ecosistemi e quindi contribuendo ad evitare la Spagna. svuotato. Tuttavia, il settore è attualmente soggetto a una crescente pressione normativa, che ne sta ostacolando la crescita economica, mettendo pietre negli ingranaggi delle grandi leve del suo sviluppo, come l’innovazione e l’internazionalizzazione.
In questo contesto, l’industria spagnola della carne, riunita in ANICE, ha preparato e messo a disposizione dei principali partiti politici che parteciperanno alle prossime elezioni europee, un documento che comprende le principali priorità del settore prima della nuova legislatura, e che, se portato avanti fuori, rappresenterebbero un importante impulso per la crescita economica di uno dei settori industriali più importanti del nostro Paese e bandiera indiscussa del Marchio Spagna. Il documento è suddiviso in due aree. Il primo si riferisce a considerazioni generali volte a migliorare la governance dell’Unione Europea e il secondo comprende le priorità specifiche di cui il settore ha bisogno per la sua tutela e sviluppo.
Per l’ANICE, i candidati al Parlamento europeo presentati nelle liste dei diversi gruppi politici dovranno affrontare la legislatura con una profonda conoscenza della realtà agraria, zootecnica e agroindustriale spagnola, per poter svolgere il proprio lavoro nei due Comitati del Parlamento Europeo con maggior peso specifico e che sono fondamentali per il nostro settore, la Commissione Agricoltura (COMAGRI) e la Commissione Ambiente (COMENVI). In gioco c’è la migliore difesa degli interessi degli operatori economici spagnoli che rappresentano.
Viene inoltre evidenziata la necessità di avere una nuova vicepresidenza esecutiva della politica alimentare nella Commissione europea, che serva da contrappeso alla potente vicepresidenza esecutiva del Green Deal europeo, nonché di avere una relazione sull’impatto economico dell’escalation legislativa, e di avere valutazioni tecniche senza ideologie, prima dell’attuazione di qualsiasi normativa. Infine, l’industria della carne richiede il mantenimento del mercato unico, in modo che i legislatori applichino coerentemente le normative in tutti gli Stati membri dell’UE per non ridurre la competitività delle aziende. È così che dobbiamo reagire alle crescenti iniziative legislative nazionali che finiscono per diventare vere e proprie barriere commerciali all’interno dell’UE, come il sistema francese di etichettatura nutrizionale, Nutri-Score, o i recenti tentativi di imporre etichette ambientali difficili da comprendere per i consumatori .
L’ANICE chiede inoltre ai nuovi decisori politici di razionalizzare il vasto sviluppo normativo del Green Deal europeo che mette pressione su un settore già sottoposto a una regolamentazione severa, soffoca le PMI e porta a una perdita senza precedenti di produzione e di sovranità alimentare. Escalation normativa che ha causato significative proteste da parte del settore primario in tutta Europa. Il secondo blocco si concentra sulle priorità specifiche del settore della carne, con misure che prevedono il riconoscimento del valore strategico del settore, la realizzazione di azioni e campagne per veicolare informazioni veritiere, scientifiche e verificate su cibo, nutrizione e salute, promuovendo quella il settore e le sue produzioni riacquistano credibilità e reputazione, a fronte dei continui attacchi delle potenti lobby animaliste e anti-carne. Il sostegno alla ricerca diventa fondamentale e si chiedono soluzioni che favoriscano gli investimenti nel settore della carne in termini di innovazione, nonché proposte di finanziamento per raggiungere gli ambiziosi obiettivi ambientali stabiliti dalla Commissione Europea nel Green Deal europeo, a cui dovrebbero andare di pari passo mano, tra gli altri, a nuove richieste di fondi europei Next Generation. Senza dimenticare la spinta al commercio estero affinché la Spagna mantenga l’attuale leadership nel commercio internazionale di carne e derivati. In sintesi, il documento presentato dall’ANICE riflette la necessità di rafforzare e ampliare il sostegno istituzionale e politico a livello europeo, affinché il settore delle carni possa continuare ad avanzare in sicurezza e con pari opportunità per affrontare le sfide del futuro, in quanto questo Il settore ha una grande importanza sulla scena nazionale, europea e internazionale.