Conoscere è il primo passo per combattere le mafie.
Il Centro di Servizio al Volontariato San Nicola OdV porta l’Antimafia Sociale nelle scuole. Con il supporto di Libera Puglia, e delle fondamentali testimonianze di coloro che hanno subito delle vere e proprie amputazioni familiari per mano della criminalità, tanti ragazzi sono entrati in contatto con le vite di chi ogni giorno è sul campo per tenere insieme le trame di un tessuto sociale perennemente esposto al rischio di contaminazione. Perché aiutare i più giovani a conoscere è il primo passo per piantare i primi semi della responsabilità civile.
Ed è così che centinaia di studenti, nel corso di diverse giornate, hanno potuto ascoltare, dialogare e interrogare Vito e Francesca Marchitelli, genitori di Gaetano, ucciso per errore durante una sparatoria tra clan rivali a Carbonara nel 2003. Poi è stata la volta di Angelo, fratello di Giuseppe Mizzi, vittima innocente di mafia, ucciso davanti alla sua abitazione per uno scambio di persona. Insieme alle testimonianze, le lezioni tenute dal direttore del Centro di Servizio al Volontariato San Nicola Alessandro Cobianchi e da Paolo Intino, componente del Comitato scientifico del CSVSN.
Gli incontri, che si sono svolti al Liceo “G. Bianchi Dottula” di Bari, davanti a una platea di centinaia di studenti, fanno parte di un percorso più ampio che il Centro di Servizio al Volontariato San Nicola OdV e Libera Puglia hanno intrapreso oramai da tempo. Obiettivo del progetto portato nelle scuole, quello di seminare tra i ragazzi la cultura del rispetto reciproco come base per la costruzione di qualsiasi rapporto interpersonale, dell’ascolto come primo passo verso la conoscenza, della condivisione di idee, sentimenti e vissuti, della consapevolezza dei propri e degli altrui diritti.
“Prima della morte di mio fratello eravamo una famiglia unita: c’era allegria, si mangiava insieme la domenica. Era tutto bello. Mio fratello si chiamava Giuseppe, ed era il più grande. Una persona semplice, una persona buona”: sono state le prime parole di Angelo Mizzi rivolte ai ragazzi. Parole che hanno raccontato di semplicità, di famiglia, di comunità, prima che la mafia distruggesse completamente la loro vita.
“E’ importante parlare di Antimafia Sociale, soprattutto nelle scuole – dichiara il direttore del CSVSN Alessandro Cobianchi -. E noi non possiamo fare altro che ringraziare Vito e Francesca Marchitelli, Angelo Mizzi e tutti coloro che hanno scelto di rivivere con noi quel dolore per un obiettivo più grande: seminare conoscenza, consapevolezza e speranza. Vedere i ragazzi rapiti dalle loro storie, vederli partecipare attivamente con tantissime domande ci stimola ancora di più a proseguire in questo percorso in cui crediamo fortemente e che mira alla costruzione di adulti liberi e responsabili. Si parte da qui, da loro, per combattere le mafie”.
I prossimi appuntamenti sono previsti il 10 e il 18 aprile nell’Istituto Tridente Gorjux Vivante (plesso Tridente).