Larga 7 metri per quasi 3 di altezza, “I See I See” è l’opera più vicina alle tre piramidi, nel bene UNESCO della Piana di Giza. Composta da una complessa rete di lenti ottiche, la struttura interagisce con la luce del deserto, trasformando l’esperienza visiva degli spettatori e invitandoli a riscoprire il paesaggio delle piramidi attraverso un nuovo sguardo.
Creata da Federica Di Carlo, artista italiana selezionata tra i 12 partecipanti internazionali, “I See I See” sfida i confini della percezione tradizionale, creando un ponte tra l’antico sapere egizio e le esplorazioni contemporanee attraverso l’uso della fisica ottica. Ispirata al mito egizio secondo cui l’umanità nasce dalle lacrime dell’occhio del Dio Sole, l’opera di Di Carlo si presenta come un dispositivo visivo capace di sfruttare le leggi della luce per offrire molteplici prospettive sul mondo.
L’opera non è solo un omaggio alla civiltà egizia, ma anche una riflessione profonda sulla relazione tra l’uomo e il cosmo.
Con la sua arte, Federica Di Carlo indaga il rapporto tra l’uomo e la natura, i confini, l’ambiente, il potere e l’ignoto, esplorandone le connessioni e disconnessioni in chiave poetica. Le sue opere, spesso sistemi complessi che combinano elementi naturali, fenomeni fisici e tecnologie, si sviluppano in cicli di lavoro che possono durare diversi anni. Ogni opera rappresenta una continuazione, implementazione o implosione delle precedenti, creando mondi interconnessi. Parte delle sue creazioni è affidata al controllo delle leggi naturali, lasciando agli spettatori il compito di completare l’opera attraverso i propri sensi.