Lecce, 4 agosto 2023 – In tutta la Puglia si va allargando la rabbia e l’indignazione di cittadini destinatari di richieste di pagamento per servizi consortili mai ricevuti. I contribuenti “forzati” dei Consorzi sono ormai tanti e non si rassegnano più ad essere vittime sacrificali di un sistema impositivo vessatorio, solo perché proprietari di immobili agricoli ed extra agricoli all’interno del perimetro consortile. Luoghi però nei quali non si vede da lunghi anni l’opera dei Consorzi, né mai potrebbe vedersi per effetto della drastica riduzione del personale addetto alla manutenzione e salvaguardia del territorio.
Sono numerosi i ricorsi presentanti in Commissione Tributaria e numerosi quelli vinti dai contribuenti che, nonostante tutto, sono costretti a tribolare ogni anno per rivendicare il diritto al pagamento del tributo consortile, solo se in presenza di reale e specifico beneficio derivante dalle attività poste in essere dal Consorzio. Una lotta impari che comporta tempo, onere probatorio e costi aggiuntivi per le famiglie, oltre che costi legali a danno dei Consorzi già in stato di gravissime passività finanziarie. Un danno per le casse pubbliche ma un calvario soprattutto per i cittadini, molti pensionati, non più disposti a sopportare tributi vissuti come una vera ingiustizia vessatoria, ancor più in un contesto difficile in cui le famiglie sono gravate dagli effetti del carovita, dalla perdita di potere di acquisto e dalla tassazione locale.
Secondo l’avvocato Mario Lorubio, presidente di Federconsumatori Lecce, lo scenario normativo dentro cui agisce l’azione impositiva dei Consorzi spazia dall’anacronistico decreto regio risalente al periodo fascista, alle sentenze giurisprudenziali che riconoscono il diritto dei contribuenti a servizi consortili che producano effettivi benefici diretti e specifici, sino allo stato debitorio dei Consorzi, alla carenza strutturale di personale per i servizi di manutenzione del territorio ed al nuovo Consorzio unico di bonifica centro-sud Puglia, deliberato nei giorni scorsi dalla Giunta Emiliano che, a prescindere dall’architettura organizzativa, nell’impalcatura delle fonti di finanziamento e del pagamento dei tributi, non introduce alcun elemento di cambiamento che renda socialmente equo e sostenibile il sistema impositivo consortile.
In questo scenario, Federconsumatori ribadisce l’impegno ad intensificare l’azione legale di tutela individuale, ma anche, la precisa volontà di portare in sede di discussione regionale l’introduzione di correttivi sostanziali e tangibili che rendano i contribuenti non più destinatari passivi di tributi improntanti ad un sistema impositivo opaco, iniquo e vessatorio, svincolato dai costi effettivi sostenuti per la forza lavoro ed i mezzi impegnati per le opere poste a contribuzione, segnato da una sperequazione impositiva tra aree consortili, inadeguato rispetto alla reale lettura dei bisogni territoriali e alla capacità di presa in carico consortile e caratterizzato da criteri impositivi di discutibile equità e trasparenza nei piani di classifica e di riparto oltre che, nelle modalità di emissione dei ruoli.
Federconsumatori garantirà l’impegno a portare all’attenzione del dibattito politico-istituzionale l’urgenza di comprendere all’interno di un percorso di riforma coerente ad obiettivi di riorganizzazione, risanamento e rilancio dei Consorzi, un sistema contributivo alleggerito dal carico impositivo ed ancorato a principi di trasparenza, equità ed effettiva commisurazione del tributo al costo di produzione dei servizio reso, alle attività realmente programmate, deliberate e svolte senza artifici contabili per “sistemare” le falle debitorie di Enti indifendibili per lo stato in cui ridotti in anni di allegre gestioni a danno di lavoratori e onesti contribuenti.