Il futuro della ricerca ambientale è qui: la Laguna di Acquatina e il DNA che svela la biodiversità
Il team di ricercatori Unisalento utilizza tecnologie molecolari innovative per studiare la biodiversità della laguna
Una ricerca scientifica dell’Università del Salento riguardante lo studio della biodiversità della laguna di Acquatina di Frigole è stata recentemente pubblicata sulla rivista scientifica internazionale Scientific Reports dell’editore Nature.
La ricerca ha utilizzato tecnologie innovative per catturare ed analizzare le tracce di DNA che gli organismi rilasciano in modo naturale nell’ambiente, ovvero nell’acqua e nel suolo, il cosiddetto “DNA ambientale”. Il lavoro si è caratterizzato per la sua multidisciplinarietà e il team di ricercatori è stato guidato dal Prof. Maurizio Pinna, docente di ecologia, e dalla Prof.ssa Valeria Specchia, docente di genetica, entrambi afferenti al Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali dell’Università del Salento.
L’attività di ricerca scientifica si è focalizzata sulle specie di invertebrati che vivono sul fondale, incluse quelle appartenenti al gruppo dei molluschi: sono specie piccole, ma molto importanti per il funzionamento e la salute di un ecosistema acquatico. La tecnica utilizzata ha consentito di identificare specie che vanno da quelle non visibili ad occhio nudo a quelle più grandi e comunemente note, come pesci, crostacei ed alghe.
L’attività sperimentale ha visto in prima linea un giovane dottorando dell’Università del Salento, Francesco Zangaro, esperto in questo ambito di ricerca. “Tramite l’analisi delle sequenze del DNA – spiega il Prof. Pinna, responsabile scientifico del centro di ricerca di Acquatina – è stato possibile risalire alla grande varietà di specie acquatiche, anche microscopiche, presenti nella laguna, sia nell’acqua che nei sedimenti del fondale. La laguna di Acquatina, attualmente protetta dalla Rete NATURA 2000, è uno scrigno ricco di specie e biodiversità da preservare per il suo importante ruolo che include la mitigazione dei cambiamenti climatici e la salute degli esseri umani”.
Lo studio ha permesso anche di evidenziare come i fattori ambientali influenzino la distribuzione delle specie e quanta variabilità genetica sia presente, informazioni chiave per comprendere il grado di resilienza di un ecosistema ai cambiamenti climatici. La realizzazione di questa ricerca è stata supportata dal progetto PRO-COAST finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma HORIZON 2020 il cui responsabile per l’Università del Salento è il prof. Maurizio Pinna. Questo progetto comprende 20 partners appartenenti a 14 Paesi europei, tra cui l’Università di Bergen in Norvegia, l’Università di Leipzig in Germania e l’Università di Limassol a Cipro. L’ Università del Salento è l’unico Partner italiano. Il progetto si occupa di 9 casi studio, tra cui la laguna di Acquatina (anch’esso l’unico caso-studio in Italia).
La pubblicazione originale è reperibile al link :