Matino – Yeast Photo Festival, il festival internazionale che unisce fotografia, cibo e arti visive per ripensare il rapporto trauomo e ambiente

Dal 28 settembre al 12 novembre l’evento diffuso tra il borgo salentino di Matino e la città di
Lecce organizzato dalle associazioni culturali Besafe e ONTHEMOVE
con la direzione di Flavio & Frank e Veronica Nicolardi
Yeast Photo Festival
2/a edizione per il festival internazionale che unisce
fotografia, cibo e arti visive per ripensare il rapporto tra
uomo e ambiente


Mostre, dibattiti, workshop, tavole rotonde ed eventi collaterali per una riflessione sullo
stato dell’umanità e del nostro pianeta. “Food is identity”: questo il tema che ogni anno
viene declinato su una suggestione specifica, per il 2023 “Soulfood. And Beyond.” Tra gli
ospiti anche Alessandro Borghese
12 mostre e una collettiva in programma, con la curatela artistica di Edda Fahrenhorst. Tra
gli artisti:
Niall McDiarmid, Mario Wezel, Lars Borges & Luzie Kurth, Alain Schroeder, Henry Hargreaves,
Dougie Wallace, Maria Giovanna Giugliano, Tereza Jobová, Matthieu Nicol, Elena Subach e
Lys Arango
Tra le novità il progetto partecipativo “Matino Family Album”, open call ai cittadini di Matino
per raccogliere immagini di cibo legate ad amore, rituali e tradizioni che andranno a
costituire una grande esposizione open air; la collaborazione con MIA FAIR, fiera
internazionale d’arte dedicata alla fotografia in Italia che si tiene a Milano dal 2012; la
sinergia con Everything is Connected, realtà transdisciplinare per la creazione di un festival
sostenibile e orientato ad inclusività e innovazione sociale
Rituale quotidiano, oggetto di consumo, legame culturale, elemento simbolico, prodotto seriale,
aggregatore sociale. O ancora: nucleo e involucro, responsabilità e avidità, gusto e disgusto,
distanza e intimità, biodiversità e omologazione. In quanti e quali modi cibo definisce oggi
l’identità di ciascuno? E in che modo questo rapporto si riflette sul mondo che abitiamo,
andando a tratteggiare scenari di un futuro sempre più prossimo? Sono questi alcuni dei temi e
degli interrogativi che saranno affrontati dalla 2/a edizione di Yeast Photo Festival, il festival
internazionale che unisce fotografia, cibo e arti visive per ripensare il rapporto tra uomo e
ambiente, in programma dal 28 settembre al 12 novembre tra il borgo salentino di Matino e
la città di Lecce, in Puglia. In cartellone mostre, dibattiti, workshop, tavole rotonde ed
eventi collaterali per una riflessione su nutrimento e identità, tradizione e impatto
ambientale, stili di vita e climate change, con la direzione di Flavio & Frank e Veronica
Nicolardi, e la curatela di Edda Fahrenhorst. “Food is identity”: questo il tema della
manifestazione, che di anno in anno viene declinato su una suggestione specifica. Nel 2023:
“Soulfood. And Beyond.”: il cibo come nutrimento non solo del corpo, ma anche dell’anima, tra
consolazione, vicinanza, passione, forza e amore in ogni attimo delle nostre vite. Yeast Photo
Festival è organizzato dalle associazioni culturali Besafe e ONTHEMOVE, con il patrocinio di
OPERAZIONE FINANZIATA A VALERE SUL POR PUGLIA FESR-FSE 2014/2020 – ASSE VI AZIONE 6.8 – “PALINSESTO PP-TPP PUGLIA, RISCOPRI LA
MERAVIGLIA 2023”
Ministero della Cultura, Regione Puglia, Provincia di Lecce, Città di Lecce, Comune di
Matino, Unisalento.
Yeast, ovvero “lievito” in inglese: una parola per evocare fermento culturale, forza creativa e
generativa, storie ribelli che sprigionano energia visionaria connessa alla terra, all’etica del
lavoro e al rispetto per la natura. 12 le mostre e 1 collettiva in programma: progetti che
spaziano dalla fotografia ad altri multimedia per contribuire alle riflessioni contemporanee sullo
stato dell’umanità e del nostro pianeta. Tra gli artisti di questa edizione Niall McDiarmid, Mario
Wezel, Lars Borges & Luzie Kurth, Alain Schroeder, Henry Hargreaves, Dougie Wallace,
Tereza Jobová, Matthieu Nicol, Elena Subach, Lys Arango. E poi: nel novero degli ospiti
confermato lo chef e conduttore televisivo Alessandro Borghese, e tra gli eventi speciali a
chiusura dell’iniziativa il concerto in collaborazione con Locomotive Jazz Festival (11/11).
Yeast Photo Festival individua nel medium fotografico il punto d’incontro tra innovazione
artistica e tradizione culinaria, tra ecosistema locale e paesaggio globale, per esorcizzare la
paura di un futuro climatico apocalittico e indicare nuovi scenari positivi possibili.
L’iniziativa cerca nel passato e nel presente le tracce di un nuovo mondo. Citando il poeta
Franco Arminio, Yeast Photo Festival è “la sagra del futuro sui tavolini dell’arcaico”.
“Mangiare è sempre legato a rituali grandiosi – spiega Edda Fahrenhorst – ma anche molto
semplici, come si può vedere in tutte le mostre. Subito dopo il parto, l’allattamento forma un
legame tra madre e figlio. Più avanti, lo svezzamento fa entrare in scena il padre. Il
corteggiamento spesso implica viziare un po’ e, al tempo stesso, divertirsi. A questo proposito,
mangiare, così come il cibo stesso, è un’occasione perfetta per farlo. Salutato il giorno, la notte
è un momento meraviglioso per mangiare e bere in abbondanza. E quando c’è da affrontare una
guerra, le razioni vengono preparate prima del combattimento. Le nonne offrono ai nipoti tutte
le prelibatezze, che però a volte sembrano provenire da un’altra epoca. Quando si avvicina la
fine della vita, l’ultimo pasto è fonte di consolazione, proprio come nell’Ultima Cena. Ogni
condizione di vita, in ogni cultura del mondo, è legata al cibo e in momenti molto speciali ci si
siede a tavole lunghe, rumorose, silenziose o affollate, e si assapora un buon pasto, sentendo il
calore della comunità e l’atmosfera, semplicemente tutte le emozioni legate a questi istanti. La
seconda edizione di Yeast Photo Festival vi invita a un viaggio attraverso questi momenti
speciali, in una vera e propria “montagna russa” di rituali ed emozioni (più o meno)
deliziose”.
Tra i progetti in esposizione, “Grandma Divers” di Alain Schroeder, fotoreporter belga che
documenta il lavoro delle famose Haenyeo: le “donne del mare” considerate tesoro UNESCO che
si tuffano in apnea al largo delle coste nere di Jeju, in Corea del Sud, raccogliendo prelibatezze
dalle onde in una tradizione ormai in via di estinzione (Palazzo Marchesale del tufo, Matino). Un
particolare uso in atto nelle carceri texane, quello di dare ai condannati a morte la possibilità di
scegliere cosa consumeranno al loro ultimo pasto, sarà al centro di “No Seconds”, lavoro del
fotografo neozelandese Henry Hargreaves (Macelleria Ex Nau, Matino); mentre il picture editor
e collezionista francese Matthieu Nicol, attraverso una serie di immagini dagli archivi del Centro
di ricerca, sviluppo e ingegneria dell’esercito americano di Natick, vicino a Boston, mostra nel
suo “Better Food for our Fighting men” i ritrovati tecnologici nati per sostenere i soldati,
parecchi dei quali si trovano attualmente sugli scaffali dei nostri supermercati (Distilleria De
Luca, Matino). E poi ancora: “Grandmothers on the Edge of Heaven” di Elena Subach, visual
artist ucraina che indaga il gap tra la generazione dei giovani e quello delle loro nonne, tra
tradizione, religione e passato coloniale sovietico (Chiostro del Palazzo dell’Antico Seminario,
Lecce), in collaborazione con ArtWork e “Eat out of the box” di Tereza Jobová, in cui il cibo,
OPERAZIONE FINANZIATA A VALERE SUL POR PUGLIA FESR-FSE 2014/2020 – ASSE VI AZIONE 6.8 – “PALINSESTO PP-TPP PUGLIA, RISCOPRI LA
MERAVIGLIA 2023”
solitamente percepito come un bisogno primario, perde gradualmente la propria funzione
diventando mera decorazione, sollevando una riflessione sul suo reale significato per noi
(Distilleria De Luca, Matino). Inoltre la collettiva “The Last Supper”: l’iconografia dell’Ultima
Cena rivisitata attraverso la committenza a sei fotografi provenienti da Italia, Germania e
Svizzera per un progetto originale in collaborazione con Lenzburg Photo Festival (Palazzo
Marchesale del tufo, Matino).
Ancora: “Breakfast” di Nial McDiarmid, lavoro realizzato nell’arco di 4 anni in cui l’artista
scozzese osserva il semplice rituale quotidiano della colazione (Palazzo Marchesale del tufo,
Matino); “Interstellar Nights” di Mario Wezel, riflessione sull’allattamento al seno che porta
con sé un più ampio pensiero sulla famiglia e sulla paternità, temi cardini del documentarista
tedesco che qui si affida ad un medium particolare: la macchina fotografica termica (Palazzo
Marchesale del tufo, Matino); “We Share the Meal”, serie fotografica risultato di un lavoro
intensivo della durata di un anno, portato avanti dal fotografo Lars Borges e dall’attrice Luzie
Kurth: centinaia di immagini in dialogo tra performance e fotografia per esplorare il campo
tematico della cucina (Palazzo Marchesale del tufo, Matino); “A Night Out with the Brits” di
Dougie Wallace, fotografo scozzese noto in tutto il mondo per i suoi progetti di documentazione
sociale che con la sua visione unica racconta qui le esperienze vissute nel corso dei vent’anni
trascorsi nell’East London, dai tempi delle feste disinibite, quando la zona era un deserto dal
punto di vista culturale, fino alla rigenerazione urbana in corso, con la partecipazione alla
curatela di Lars Lindemann (Frantoio Ipogeo, Matino); “Until the Corn Grows Back” di Lys
Arango, che mette in luce la prospettiva dei bambini e delle loro famiglie nelle comunità
indigene di Chiquimula e Huehuetenango in Guatemala, per comprendere gli effetti devastanti
della malnutrizione infantile cronica, chiamata anche “killer silenzioso”, in collaborazione con
Cantina San Donaci, Le Stanzie e »horizonte zingst« Photo Festival.
Da segnalare il progetto partecipativo Matino Family Album: open call rivolta ai cittadini di
Matino che li invita a condividere fotografie di momenti personali e familiari che
rappresentino il cibo in relazione all’amore, ai rituali o alle tradizioni. La direzione artistica
sceglierà le immagini migliori, che faranno parte di una mostra open air per le strade della città.
Pur continuando il suo viaggio attraverso il cibo, Yeast Photo Festival vuole entrare nelle case
delle persone per sbirciare nei loro album di famiglia. La condivisione delle storie del
territorio diventa modo per collegare la cultura locale con le narrazioni provenienti da ogni
dove. Viaggiare attraverso le emozioni, le passioni, l’amore, le tradizioni, i riti e gli sguardi, ci
aiuta a cogliere il comune denominatore dell’umanità che unisce le persone, e ci fa sentire più
simili di quanto pensiamo, nonostante le differenze culturali e geografiche. Inoltre, nel corso
del weekend inaugurale, ogni partecipante è invitato a portare con sé con un’immagine
stampata che ritragga il cibo in una delle categorie – Amore, Rituali e Tradizioni – per far parte
di una curatela partecipata intesa come modo per scoprire e conoscere come le persone
condividono il cibo in momenti speciali.
Tante le novità del 2023, come la partnership con MIA FAIR, fiera internazionale d’arte
dedicata alla fotografia in Italia che si tiene a Milano dal 2012, in sinergia con la quale arriva al
festival il progetto vincitore della seconda edizione del Premio IRINOX SAVE THE FOOD in
collaborazione con Fiere di Parma, “Ordinary Pleasures”, esposizione della ricercatrice visiva
con base a New York Maria Giovanna Giugliano: un’analisi del legame viscerale che si stabilisce
tra la natura e le persone attraverso il cibo (Distilleria De Luca, Matino). Per la prima volta
Yeast Photo Festival si espande oltre i confini di Matino e arriva nel Chiostro del Palazzo
dell’Antico Seminario a Lecce grazie alla collaborazione con Art Work e in uno dei luoghi
OPERAZIONE FINANZIATA A VALERE SUL POR PUGLIA FESR-FSE 2014/2020 – ASSE VI AZIONE 6.8 – “PALINSESTO PP-TPP PUGLIA, RISCOPRI LA
MERAVIGLIA 2023”
simbolo della cultura e della civiltà salentina grazie all’accoglienza della masseria Le Stanzìe.
Inoltre la vocazione di Yeast alla sostenibilità dal punto di vista sociale, ambientale ed
economico si avvale da questa edizione del contributo di Everything is Connected, progetto
transdisciplinare diretto da Maria Teresa Salvati che insieme alle Officine Tamborrino ideerà
installazioni eco-compatibili utilizzando materiali riciclati e scarti di magazzino visti in ottica di
riuso. Alcune mostre saranno stampate su materiali riutilizzabili a fine festival in maniera
creativa in collaborazione con gli abitanti di Matino, la scelta dei fornitori sarà pensata per
ridurre gli sprechi, i trasporti e la produzione di CO2, e saranno attivate collaborazioni per
compensare l’impronta di carbonio. Grande attenzione all’inclusione e all’innovazione
sociale, coinvolgendo attivamente la comunità locale per sensibilizzare sui temi legati al cibo,
fornendo una sorta di possibilità di dialogo e azione collettiva.
La presentazione della 2/a edizione del festival viene annunciata per la prima volta a Milano
presso Circus Studio in un evento supportato da AGX e Cantine San Donaci.
Besafe Associazione Culturale nasce da una costola di Besafe Studios Coworking: quattro
professionisti artigiani operanti nel settore della comunicazione visiva che, dal 2013, producono
eventi culturali distinti per la loro natura innovativa, e che nel 2020 hanno dato vita al progetto
Yeast Stories. L’associazione culturale ONTHEMOVE nasce nel 2010 con l’obiettivo di diffondere
e promuovere la fotografia contemporanea alla ricerca di nuove visioni e forme originali di
comunicazione visiva. Dal 2011 organizza il festival internazionale di fotografia Cortona On The
Move, oggi punto di riferimento internazionale.
Per ulteriori informazioni www.yeastphotofestival.i