Messaggio dell’Arcivescovo di Foggia-Bovino in occasione della festività patronale della città di Foggia

MESSAGGIO DI MONS. GIORGIO FERRETTI
ALLA CITTÀ DI FOGGIA
IN OCCASIONE DELLA PROCESSIONE
DEL SACRO TAVOLO DELL’ICONAVETERE


Vedere un gruppo di adolescenti che schiaffeggiano un ragazzo, lo fanno inginocchiare e baciare le mani come si farebbe a un padrino mafioso, ci turba profondamente e deve porci delle domande. Una in particolare: cosa insegniamo ai giovani? Qual è l’esempio che diamo, come cittadini, genitori, insegnanti, Chiesa, istituzioni?
Un “io prepotente” che si impone sugli altri e desidera che si inginocchino di fronte a noi: davvero questa è la felicità in cui crediamo e che insegniamo ai nostri giovani?
Il caldo di questa estate ci ricorda che il pianeta sta soffrendo della prepotenza dell’uomo e la natura, a cui abbiamo chiesto di inginocchiarsi, ora ci presenta il conto.
Questo conto è più salato per i poveri, i deboli, i soli, coloro che non possono rifugiarsi nell’aria condizionata e non hanno possibilità di andare in vacanza.
Ho chiesto a tutti i foggiani di occuparsi degli anziani, di visitare i vicini di casa vecchi e soli. Ho chiesto alle nostre parrocchie di guardarsi attorno e fare gesti di compagnia verso gli anziani. In quest’estate calda il Pronto Soccorso di Foggia è saturo di anziani disidratati e sfiniti dal caldo. Li ho visitati e ho ringraziato tutto il personale medico per lo sforzo che stanno facendo.
La disidratazione uccide e la solitudine uccide di più. Apriamoci alla solidarietà, visitiamo e portiamo i nostri figli e nipoti a visitare gli anziani: insegniamo loro che essere vecchi è bello, creiamo legami tra i giovani e gli anziani. Una visita, un bicchier d’acqua possono salvare una vita.
Nei giorni scorsi, la nostra Caritas e la Comunità di Sant’Egidio di Roma hanno organizzato, invitando i giovani di Foggia, un campo estivo per i bambini rom e i figli degli immigrati.
Sono stai giorni bellissimi di amicizia. Una bambina zingara al termine mi ha detto “non vorrei andare più via”.
I giovani che hanno partecipato, stanchi per il caldo, avevano i volti felici di chi ha fatto del bene gratuito, di chi ha fatto la cosa giusta, di chi non ha pensato solo a sé.
Domani giorno di Ferragosto offriremo una cocomerata al carcere di Foggia dove, in sovrannumero, sono detenuti circa 700 uomini e donne in un caldo feroce. Alcuni di loro sono stati da me recentemente cresimati.
Offriremo una fetta di cocomero fresco a tutti, e alcuni di noi visiteranno il reparto femminile. Lì sono recluse 35 donne, a ferragosto lontane dai loro figli. Hanno sbagliato ma sono nostre sorelle. Porteremo a tutte un ventaglio rosa per combattere la calura.
La solidarietà fratelli e sorelle e l’antidoto all’”io prepotente”. La solidarietà è l’insegnamento migliore che possiamo consegnare ai nostri giovani.

Non viviamo tanti “io soli e prepotenti”, senza o contro gli altri. Mostriamo il volto buono e accogliente che questa terra, se vuole, sa mostrare. Educhiamo i giovani all’amore gratuito per il prossimo, perché è facendo il bene e fuggendo il male che si dà senso alla vita e si costruisce un “noi unito e solidale” che combatte i tanti “io prepotenti”. Solo insieme c’è salvezza, solo uniti sconfiggiamo il male e l’egoismo che rendono gli uomini tristi.
Negli anni che passano, fratelli, sono sempre più convinto, perché lo vivo nella Chiesa, che “C’è più gioia nel dare che nel ricevere!”.
E la Madre di Dio ci accompagni e il Signore ci benedica tutti.
E a queste parole unisco il mio augurio per un sereno Ferragosto, giorno dell’Assunzione in cielo della Vergine Maria. Che sia per tutti un tempo di riposo e pace!

  • GIORGIO FERRETTI
    Arcivescovo Metropolita
    di Foggia-Bovino