Signor Presidente,
la Città di Bari e la Puglia oggi L’accolgono, fiere e felici.
È la stessa immutata fierezza con cui Bari accolse nel gennaio 1944, quel primo “Congresso dei partiti uniti nei Comitati di Liberazione nazionale” che rappresentò un ponte ideale fra le tradizioni di lotta e di sacrificio dell’antifascismo e le difficili prove del risorgere della democrazia.
Quel giorno si gettarono le basi di una nuova Italia – come disse Benedetto Croce – “più consapevolmente e accortamente liberale che non fosse nel passato”, come parte integrante di una nuova Europa.
Siamo orgogliosi e fieri del contributo che Bari e la Puglia offrirono al movimento partigiano, attraverso quegli atti eroici che hanno determinato il Presidente Giorgio Napolitano a conferirci nel 2006 la Medaglia d’oro al valor civile per il contributo offerto alla lotta di Resistenza.
Da qui, da Bari, è ripartito il cammino del popolo italiano. Qui a Bari, a pochi mesi dalla caduta di Mussolini, le forze dell’antifascismo, alla presenza di intellettuali come Benedetto Croce, Carlo Sforza, Tommaso Fiore, Vincenzo Calace, Michele Cifarelli, Fabrizio Canfora si riunirono per gettare le basi dell’Italia libera e democratica.
Qui a Bari, Benedetto Croce per la prima volta, nel Teatro Piccinni parlò della necessità di un’Assemblea Costituente, quella stessa Assemblea Costituente ai cui lavori partecipò un altro figlio di questa terra, l’onorevole Aldo Moro.
Qui a Bari, Michele Romito, un ragazzino di 15 anni che ho avuto il privilegio di conoscere quando divenni sindaco, si oppose ai tedeschi contribuendo a salvare il porto dalla furia distruttiva nazista.
Furono quei ragazzi e quelle ragazze di allora a saper vedere per loro e per chi sarebbe venuto dopo una libertà che ancora non c’era.
Noi non dimentichiamo i misfatti, le vergogne e la catastrofe in cui il Fascismo trascinò l’Italia.
Quel senso di liberazione, quell’affrancamento dal fascismo e dalla guerra richiede oggi, da parte nostra, azioni coerenti che continuino a mantenerlo in salute giorno dopo giorno.
Signor Presidente, Lei più volte ci ha ricordato che la memoria non è materia inerte, non è la retorica marmorea di una lapide, men che meno una ricorrenza, ma è un atto del vivere. È materia viva, è il lievito delle nostre giornate.
Una memoria che non sempre è conforto, ma a volte è un pungolo a reagire, a impegnarsi, a costruire con fatica un futuro migliore del presente.
Ricordiamo oggi un evento accaduto 80 anni fa, nella consapevolezza, quindi, di coltivare una memoria capace di creare una nuova forza rigeneratrice; una memoria che si fa impegno comune per costruire un nuovo paradigma dell’umano.
Continueremo, ostinatamente, a costruire giorno per giorno la nostra Liberazione.
Come fecero i partigiani, noi guardiamo avanti nella certezza che da qualsiasi oscurità insieme usciremo liberi.
Bari, 29 Gennaio 2024
Michele Emiliano
Sequenza video accoglienza Mattarella: http://rpu.gl/9dAY3