MILANO, CLAMOROSA EVASIONE DI UN DETENUTO DAL CARCERE DI BOLLATE A POCHE ORE DI QUELLA DELLE SUGHERE A LIVORNO (CATTURATO A ROMA L’EVASO)

LA DENUNCIA DI CAPECE (SAPPE): “IL SISTEMA E’ FALLACE, SOTTOVALUTATI NOSTRI RICHIAMI A MAGGIORE SICUREZZA NEI PENITENZIARI”

Dopo la clamorosa evasione, ieri, di un detenuto dal carcere delle Sughera a Livorno – evaso dal Reparto di Alta sicurezza del carcere di Livorno ed oggi catturato alla Stazione Tiburtina di Roma -, è notizia di queste ore una nuova incredibile evasione da un carcere della Nazione, esattamente a Bollate.

A dare la notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, con il segretario della Lombardia Alfonso Greco: “E’ di ieri sera la notizia dell’evasione di un detenuto dal carcere di Bollate, a Milano. Il detenuto, di etnia rom, con fine pena nel 2032, lavorante presso l’officina regionale e “sconsegnato”, si è allontanato dalle 10 di ieri mattina uscendo probabilmente dal blocco del carcere e solo ieri sera alle 22 durante la conta si sono accorti dell’evasione. Da un successivo controllo della cella in cui era ristretto, è stato rilevato che non vi erano più effetti personali e quant’altro e quindi l’evasione era stata sicuramente premeditata”. Una realtà diversa da quel che si presenta, quella della Casa di reclusione Bollate “a trattamento avanzato”, come denuncia la Segreteria lombarda del SAPPE: “L’evasione di ieri riapre la ferita delle condizioni della struttura di Bollate e quindi l’inefficienza di un’amministrazione che, nonostante le continue segnalazioni, continua ad ignorare le problematiche. È inaccettabile che ancora oggi avvengano evasioni in modo così rocambolesco solo perché, proprio l’amministrazione, non ha ancora effettuato i necessari interventi strutturali”.

Di vero e proprio “terremoto penitenziario” parla Donato Capece, segretario generale del SAPPE: “Quel che sta succedendo nelle ultime settimane nelle carceri – tra suicidi, aggressioni, risse, evasioni – è sconcertante, di inaudita gravità ed è la conseguenza dello scellerato smantellamento delle politiche di sicurezza delle carceri attuato nel passato. Il sistema penitenziario, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni giorno di più e ha assoluta necessità di interventi urgenti. Sono anni che il SAPPE denuncia che la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime aperto, l’aver tolto le sentinelle della Polizia Penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, la mancanza in organico di poliziotti penitenziari, il mancato finanziamento per i servizi antintrusione e anti-scavalcamento. Eppure, la politica se n’è completamente fregata”. 

“Sono già in corso le operazioni di polizia per assicurare la cattura dell’evaso, di origine campana, che spero venga preso quanto prima”, conclude. “Si riparta da questa evasione per porre fine all’onda lunga dello smantellamento delle politiche di sicurezza dei penitenziari attuato nel passato. Smembrare la sicurezza interna delle carceri con vigilanza dinamica, regime aperto ed assenza di Polizia Penitenziaria ha infatti favorito inevitabilmente gli eventi critici, che sono costanti e continui”.