Monopoli – Mostra Marc Chagall: il profeta dell’immaginario

Al Castello Carlo V dal 26 marzo al 26 agosto 2024. Apertura sabato 23 marzo alle ore 18

Il Castello Carlo V di Monopoli ospita le opere del pittore russo Marc Chagall, un grande maestro della storia dell’arte del XX secolo, dedicando ampio spazio alle ricerche sul colore vibrante nei toni, come espressione delle inquietudini dell’animo umano, in continua tensione verso la spiritualità.

Insieme a Pablo Picasso, Salvador Dalì e Marcel Duchamp, l’artista Marc Chagall è stato uno dei grandi innovatori dell’immaginario culturale e visivo del Novecento.

La mostra sarà visitabile da martedì 26 marzo 2024 fino a domenica 26 agosto 2024 con apertura sabato 23 marzo alle ore 18.

Alle ore 17 ci sarà una presentazione in anteprima alla stampa alla quale parteciperanno il Sindaco di Monopoli Angelo Annese, l’Assessore alla Cultura Rosanna Perricci, il consigliere regionale con delega all’Urbanistica Stefano Lacatena, il dirigente dell’A.O. Affari Generali e Sviluppo Locale dott. Pietro D’Amico e il curatore della mostra Lorenzo Madaro.

Promossa dal Comune di Monopoli con Global Art e Guastalla centro arte, la mostra intende ripercorrere mediante una selezione ragionata di opere con l’ausilio di apparati biografici, suggestioni e narrazioni a più voci la sua lunga storia di uomo e d’artista.


Lo studio del colore sarà il filo tematico principale del percorso, suddiviso in sei sale tematiche (Le anime morte; Le Favole di La Fontaine; Dessins pour La Bible; La Bibbia; Opere tarde; Jacques Lassaigne) che accompagneranno il visitatore alla scoperta del genio di Chagall, mentre contenuti testuali – redatti dai critici d’arte Simone Melis, Angelica Raho e Giulia Russo – e interventi allestitivi immersivi, consentiranno al pubblico di conoscere da vicino il pensiero, e la profonda spiritualità dell’artista. Una vita lunghissima e avventurosa, quella di Chagall, fatta di viaggi e incontri preziosi, che sarà possibile ricostruire attraverso alcune tracce, nascoste nelle pieghe delle ottanta opere.

La mostra sarà pertanto l’occasione per una progettualità ampia, in grado di generare dialogo, confronto, crescita. Le sale del Castello Carlo V di Monopoli diventeranno così scrigni di opere, bellezza, complessità, grazie a questa mostra in grado di generare occasioni di confronto serrato: il progetto prevede infatti un ciclo di appuntamenti collaterali per conoscere la ricerca dell’artista, fondamentali sia per gli addetti ai lavori che soprattutto per il grande pubblico.

Naturalmente tutti i contenuti testuali in mostra saranno in lingua italiana con traduzione in inglese per garantire una maggiore fruizione.

«Ancora una volta il Comune di Monopoli ospita nel suo Castello Carlo V una mostra dall’alto valore culturale. Ai nostri cittadini ma anche ai tantissimi turisti che hanno il piacere di visitare la nostra città durante il periodo primaverile ed estivo offriamo un evento culturale che sono convinto saprà attrarre un pubblico vasto e variegato. È un onore per la Città ospitare questo viaggio di Chagall nel novecento e diviso in sei sezioni», afferma il Sindaco di Monopoli Angelo Annese.

«Chagall è uno dei più grandi artisti del XX secolo, con i suoi dipinti impregnati dai colori vivaci, abitati da figure galleggianti e immagini simboliche che riflettono il profondo legame con la sua terra e la sua giovinezza, spesso raccontate con un tocco fantastico e onirico. Offrire al territorio l’approfondimento di un grande artista di fama mondiale come Chagall è un prezioso arricchimento non solo per i cittadini ma anche per il turismo», suggerisce Rosanna Perricci, assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione, aggiungendo che: «Le opere di Chagall affrontano temi universali come l’amore, la famiglia, la religione e la vita quotidiana. Ancora oggi è importante conoscere la sua eredità attraverso questa speciale occasione nel Castello Carlo V di Monopoli, affinché il contatto con l’opera di questo grande nome della storia dell’arte, possa servire da ponte per il dialogo culturale e interculturale, specialmente considerando che come pittore russo, di fede ebraica, ha vissuto in diversi paesi integrandosi perfettamente in società molto diverse dalla sua. Le sue opere, dunque, possono diventare il punto dipartenza per discutere di questioni culturali, identitarie e storiche, assolutamente rilevanti soprattutto oggi», dichiara Rosanna Perricci, assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione.

Profilo biografico dell’artista Marc Chagall (1887-1985)

Marc Chagall, pittore russo naturalizzato francese, nasce il 7 luglio del 1887 a Vitebsk, oggi in Bielorussia. Cresce in una modesta famiglia di religione ebraica, dove riceve una formazione tradizionale. Il suo destino è diventare mercante, come il padre, ma la sua passione per la materia pittorica lo porta altrove. Dopo aver frequentato scuole d’arte locali, nel 1907 si trasferisce a San Pietroburgo, dove tra mille difficoltà, riesce a completare gli studi. Nel 1908 una mostra di opere d’arte russe e francesi in cui sono esposti dipinti di Van Gogh, Cézanne, Matisse, Braque, Derain, lo colpisce profondamente: è deciso a trasferirsi a Parigi. Lì finalmente si avvia una stagione florida, alimentata anche dall’amicizia con personaggi di spicco come Apollinaire, Jacob, Cendrars. Nascono i primi capolavori influenzati dal cubismo, mitigato però sempre dall’interesse per il lato invisibile della forma e dello spirito. Comincia ad affermare il suo stile distintivo, tanto che tra il 1911 e il 1913 espone al Salon des Indépendants e al Salon d’Automne, poi nel 1914 finalmente la prima personale a Berlino alla Galerie Der Sturm, grazie all’interessamento di Apollinaire che lo presenta al mercante e letterato Herwarth Walden. Nel 1915 sposa Bella Rosenfeld, figlia di un facoltoso gioielliere ebreo di Vitebsk, che insieme alla piccola Ida, la loro primogenita, diventa il soggetto di molte opere. Durante gli anni della guerra espone a Mosca e a San Pietroburgo, illustra libri e giornali. Con la Rivoluzione d’ottobre diviene commissario per le Belle Arti nella regione di Vitebsk, contribuendo all’istituzione di un’importante scuola d’arte. Nel 1923 chiamato da Cendrar, lascia l’Unione Sovietica per tornare a Parigi, dove conosce Vollard e consolida la sua reputazione. Tra il 1925 e la fine degli anni Trenta si dedica soprattutto ai lavori su carta: incisioni acquerelli e tempere, culminanti poi nel ciclo di illustrazioni per La Bibbia. Tra le due guerre viaggia moltissimo tra Palestina, Europa e visita l’Italia. Nel 1941 durante l’occupazione nazista di Parigi fugge in modo rocambolesco insieme alla sua famiglia, abbandona il Vecchio Continente per gli Stati Uniti, dove riscuote importanti consensi, lavorando per scenografie e costumi per balletti. Nel 1946, mentre il MoMA di New York gli dedica una grande mostra, torna brevemente in Francia, scegliendola definitivamente dal 1947. Si stabilisce a Vence, frequenta Matisse e Picasso, insieme al famoso mercante Aimé Maeght, in questa fase si dedica allo studio della ceramica e dal 1951 inizia a occuparsi anche di scultura. In seguito alle seconde nozze con Vava Brodskij, si apre per Chagall una nuova feconda stagione di esibizioni in Europa, Stati Uniti e Unione Sovietica, con l’aggiunta di numerose commissioni pubbliche. Nel 1973 si inaugura a Nizza il Musée National Message Biblique Marc Chagall e nel 1977 riceve la Legion d’onore. Chagall, ormai novantasettenne, muore nel 1985 a Saint-Paul-de-Vence.

SEZIONI DELLA MOSTRA

Le anime morte

L’attività da incisore di Marc Chagall ha inizio negli anni Venti del Novecento, quando lascia la Russia per trasferirsi a Berlino. Il suo primo incarico da incisore gli viene commissionato da Paul Cassirer, importante editore berlinese, per cui Chagall realizza venti fogli in puntasecca con la collaborazione del pittore e incisore Hermann Struck, si tratta di Mein Leben – 20 Redierungen (La mia vita – 20 Incisioni) pubblicato da Cassirer nel 1923. Il successo di quest’opera editoriale gli permette di entrare in contatto con Ambroise Vollard – mercante e gallerista francese celebre per il sostegno al gruppo dei cubisti – che nel 1923 propone a Marc Chagall la realizzazione dell’edizione illustrata di Le anime morte, opera incompiuto di Nikolaj Gogol, dedicata alle avventure di un truffatore. Dal 1927 Chagall è impegnato nella creazione di 107 acqueforti e 96 tavole, tirate dall’incisore Louis Fort, con la direzione artistica di Vollard. L’opera è pubblicata a Parigi per le Edizioni Verve solo dopo la guerra nel 1947, da Tériade subentrato a Vollard, con la collaborazione di Ida Chagall. Nelle tavole per Le anime morte Chagall si attiene in maniera minuziosa al dettato letterario di Gogol: infatti entrambi nutrono un gusto per il dettaglio aneddotico, inoltre il realismo fantastico del romanzo trova una corrispondenza con la cultura rurale russa natia dell’artista. La caratterizzazione dei personaggi del racconto permette a Chagall di inventare fisionomie, gesti e pose che evocano la caricatura di Honoré Daumier, artista francese celebre per le incisioni satiriche.

Dessins pour la Bible

I Dessins puor la Bible sono composti da 96 disegni inediti che Marc Chagall esegue tra il 1958 e il 1959. Queste litografie sono state pubblicate nel 1960 in due uscite speciali, i n. 37 e 38 della rivista Verve di Parigi, con una prefazione di Gaston Bachelard, filosofo della scienza e della poesia francese. Per questa produzione Chagall realizza appositamente 47 litografie originali: 24 fuori testo, la copertina a colori e 22 stampe in bianco e nero.

Le tematiche di questa produzione si abbinano sulla linea teorica e simbolica al progetto

La Bibbia: in entrambi i casi vengono trattati i temi legati all’ Antico Testamento, con una maggiore dedizione verso il colore e il suo valore simbolico, più vicine a un dipinto piuttosto che a un’opera grafica. L’effetto è dovuto anche al sapiente uso della tecnica litografica. L’appellativo “chassid” si riferisce all’uomo pio che nella letteratura rabbinica è colui che privilegia il rapporto diretto con Dio e la lettura di testi sacri senza mediazione. Una religiosità più semplice e allo stesso tempo più immediata che si traduce come una delle componenti portanti per la sua poetica. Il misticismo diventa un mondo onirico in cui i protagonisti sono uomini in abiti tradizionali, le case popolari, e il mondo yiddish. Gli anni in cui l’artista si cimenta nello studio dell’Antico Testamento sono proprio gli anni dell’antisemitismo nazista a causa dei quali Chagall è costretto a scappare in America.

La Bibbia

Per la realizzazione delle illustrazioni, l’artista parte per un viaggio tra l’Egitto, la Siria e la Palestina dove incontra e studia l’iconografia dell’Antico Testamento ebraico, un pellegrinaggio che si rivela una ricerca delle radici spirituali biografiche. Poco prima del conflitto mondiale, nel 1939, Chagall arriva fino in Olanda sulle orme di Rembrandt van Rijn, pittore che si è distinto anche per la sua produzione grafica, che condiziona il linguaggio grafico e pittorico delle nuove incisioni. L’opera La Bibbia prende forma quando il pittore russo approda in America nel 1952, per ripararsi dalle persecuzioni antisemite. Nella sua interezza La Bibbia si compone di 105 acqueforti concluse in Francia, che Tériade acquista dagli eredi e pubblica in seguito, nel 1957. In queste tavole la luce è fortemente simbolica e orientaleggiante, lo stile incline al messaggio biblico ma con una interpretazione nuova e moderna. Per la prima volta nella produzione di Chagall vediamo emergere i temi religiosi chiaramente, non più nascosti nel suo immaginario. Il progetto La Bibbia diventa un pretesto per esprimere le sue radici, Chagall proviene infatti da una famiglia tradizionale chassidica dalla quale assorbe i valori e lo spirito religioso. L’eredità culturale gli permette di affrontare il testo della Bibbia esprimendo la parola come esperienza personale e interiore e vivendo la vita attraverso la saggezza del testo sacro. La Bibbia per l’artista è la fonte poetica più grande di tutti i tempi, una risonanza della natura, un enigma che ha sempre cercato di trasmettere con la sua arte. 

Le Favole di Jacques La Fontaine

Le Favole sono il secondo ciclo di incisioni commissionate da Ambroise Vollard a Chagall, dopo Le anime morte. Il soggetto di questo ciclo sono Le Favole di Jean La Fontaine pubblicate nella prima edizione nel 1668 e divenute un classico della cultura francese. Chagall lavorerà ad un totale di cento acqueforti tra il 1927 e il 1930, tuttavia queste saranno pubblicate solo nel 1952 dall’editore greco Tériade, successore di Vollard, scomparso nel 1939. Le Favole di Jean de La Fontaine sono ispirate a Esopo, Fedro e alle tradizioni medievali e orientali, per tracciare un ritratto dei vizi e virtù della natura umana, facendo parlare gli animali. Invece di concentrarsi sull’aspetto morale dei racconti, Chagall è più interessato agli aspetti fantastici e mitologici di un universo altro dove animali ed esseri umani comunicano, interagiscono e vivono insieme. Dal punto di vista stilistico Le Favole rappresentano un’innovazione nel linguaggio di Chagall, si differenziano infatti dai lavori precedenti per l’abbandono del segno deciso e graffiante de Le anime morte a favore di un approccio più pittorico. Le illustrazioni sembrano replicare attraverso i mezzi dell’acquaforte la vivacità cromatica e il segno vaporoso delle tempere utilizzate come studio preliminare. Le figure occupano lo spazio con un forte dinamismo e si stagliano sullo sfondo con un accentuato contrasto tra bianchi e neri. Chagall nella scelta dei soggetti si concentra sull’intensità pittorica della scena piuttosto che puntare sulla descrizione del momento d’azione del racconto. In essi confluiscono i ricordi della vita contadina russa che si fondono con i paesaggi e le fattorie del mondo rurale francese. Nel clima nazionalistico dell’epoca la scelta di Vollard di affidare a un artista russo l’illustrazione di queste famose favole francesi è stata vista come antipatriottica, al punto che fu istituita un’interrogazione parlamentare. L’editore fu costretto a giustificarsi in un articolo: “Perché Chagall? […] Proprio perché la sua estetica mi sembra molto vicina e in un certo senso affine a quella di La Fontaine, insieme densa e sottile, realistica e fantastica”.

Le opere tarde

Nel 1966 l’artista lascia Vence per trasferirsi a Saint-Paul; intanto intraprende l’esecuzione di due grandi decorazioni murali destinate al Metropolitan Opera di New York, inaugurate nel 1967, e contemporaneamente lavora alle scene e ai costumi per Il Flauto Magico di Mozart, la cui prima rappresentazione si svolge il 19 febbraio. Nello stesso periodo Marc e Vava Chagall donano Messaggio Biblico al Louvre di Parigi. L’anno seguente, mentre Tériade pubblica Il circo con illustrazioni in litografia, Chagall intensifica la sua produzione di opere monumentali, realizzando un mosaico di tre metri per undici, sul tema di Ulisse, destinato all’Università di Diritto e Scienze Economiche di Nizza, oltre a diverse vetrate per il triforio del transetto nord della Cattedrale di Metz. Il 18 giugno del 1969 inaugura a Gerusalemme il nuovo Parlamento, per cui Chagall realizza un impressionante pavimento musivo, un’opera murale dal titolo Il Muro del Pianto, utilizzando la stessa tecnica e inoltre tre giganteschi arazzi, raffiguranti scene bibliche, che da soli occupano una superficie di cento metri quadri. Nella prima metà degli anni ‘70 Chagall espone alla Galleria Nazionale di Berlino-Est i bozzetti per l’opera monumentale al Museo Nazionale di Nizza. Poco dopo si reca a Chicago dove è accolto trionfalmente per l’inaugurazione del mosaico Le quattro stagioni. Questo lavoro, costituito da un blocco monumentale di venticinque metri di lunghezza, cinque metri di altezza e quattro metri di larghezza e decorato su tutta la superficie, si trova sulla Piazza Nazionale di Chicago. Nei primi anni ’80, su richiesta di Aimé Maeght Chagall esegue quattordici litografie del formato 1,20×0,80 m. Queste lastre resteranno come uno dei più grandi risultati nella storia della litografia a colori e testimoniano ancora una volta l’eterna giovinezza di un artista eccezionale.

Jacques Lassaigne

In occasione del suo settantesimo compleanno Chagall realizza una serie di tredici litografie per accompagnare una sua monografia a cura del critico d’arte Jacques Lassaigne pubblicato a Parigi da Maeght Editeur. In questo ciclo del 1957 Chagall riprende i grandi temi che lo hanno interessato nel corso della sua opera: l’amore, la religione, il sogno, il circo e il ricordo dell’infanzia russa. Nel ritornare su questi soggetti l’artista adotta con straordinaria libertà composizioni, segni grafici e cromatismi molto diversi. L’esemplare uso del colore ricorda gli audaci accostamenti delle opere di Henri Matisse e Robert Delaunay che lo colpirono profondamente al suo arrivo a Parigi. In La maternità e Il centauro la scena è accesa dal carattere espressionista del colore, tuttavia l’opera risponde a una rete di sensazioni come la sospensione, la discesa, il raffreddamento, che parlano del male del suo paese dell’affievolimento dei sentimenti e infine della morte. Chagall mescola sempre ironia e malinconia, attraverso una pittura della memoria, in un presente senza tempo, segnato dalle punizioni dei pogrom e dalle vessazioni zariste nei confronti degli ebrei. Lo sradicamento e l’esilio si percepiscono grazie all’uso delle figure esili, quasi trasportate dalle correnti e al contrasto dei colori complementari verde/rosso. Il tema degli amanti persiste nel percorso dell’artista a partire dal suo primo soggiorno parigino negli anni Dieci. La torre Eiffel in verde riflette il romanticismo che Chagall nutriva per la città in cui ha vissuto e lavorato per buona parte della sua vita. Le forme e i colori semplici di quest’opera offrono una lente immediata attraverso la quale guardare l’intimità giustapposta all’architettura riconoscibile della Torre Eiffel. Le figure degli amanti fanno inoltre capolino in Mazzo di fiori blu e nero e Il gallo rosso per segnare emotivamente le composizioni. Nella litografia Un pesce blu la relazione di coppia viene letta alla luce del processo di ibridazione e metamorfosi tra umano e animale già affrontata nelle Favole. Qui il dialogo tra amanti acquista una dimensione cosmica, le figure umane fuse con quelle animali si librano sopra i tetti del suo villaggio natale. 

Castello Carlo V di Monopoli

dal 26 marzo al 25 agosto 2024

Orario:

dal 26/3 al 30/6 ore 10-14 e 16-20;

dal 1/7 al 25/8 ore 10-13.30 e 15.30-23;

Ingresso

Intero: €10,00

Ridotto: €8,00 per gruppi (da 8+) e residenti a Monopoli.

Gratuito per: minori, portatori di handicap e giornalisti

Info e prenotazioni: 339.16.45.444