Firenze, 5 marzo 2023 – Si sono concluse le selezioni del bando della prima edizione delle residenze per artisti e curatori pubblicato dal Museo Novecento. Sono state oltre 170 le candidature arrivate per partecipare al progetto ‘Wonderful! Art Research Program 2024 1st edition – Maria Manetti Shrem’. Un grande successo per questa nuova iniziativa del museo fiorentino. Dopo un lungo impegnativo lavoro di esame dei dossier sono risultati vincitori: Friedrich Andreoni, Lucia Cantò, Benedetta Fioravanti e Giovanna Repetto e Benedetta Casini. Le ex-leopoldine, appena ristrutturate con un lavoro di rigenerazione dell’edificio contiguo al museo, saranno inaugurate nelle prossime settimane e accoglieranno i quattro giovani artisti e la curatrice da aprile a settembre 2024. Il gruppo seguirà un programma di formazione e realizzerà, al termine dei sei mesi, una mostra che illustrerà la ricerca portata avanti.
“Prende finalmente forma e vita la piccola casa delle arti del Museo Novecento aperta in via Palazzulo – ha detto la vicesindaca e assessora alla Cultura Alessia Bettini -. Con la selezione degli artisti e l’inaugurazione nelle prossime settimane delle nuove residenze arriva a compimento un lavoro importante portato avanti in questi anni, che rappresenta davvero un unicum dal punto di vista del sostegno alle arti e ai giovani artisti, andando anche a inserirsi nel più ampio progetto di rigenerazione e rilancio della zona. Per questo, in merito all’opera murale di Nemo’s e alla polemica di oggi di Tomaso Montanari, tengo a precisare che non c’è mai stata da parte di questa giunta alcuna volontà di censura nei confronti dell’artista e della sua opera, che infatti rimarrà al proprio posto e sarà inaugurata contestualmente alle residenze. Mi dispiace constatare ancora una volta come Montanari non perda occasione per inutili strumentalizzazioni, tanto più rispetto a un tema, come quello dello street art, sul quale questa Amministrazione ha fatto tantissimo. Basti pensare agli oltre 100 interventi di arte urbana diffusi in tutta la città, dal centro alle periferie, negli ultimi cinque anni: dagli ‘Spazi liberi’ destinati alla libera espressione degli artisti e dei writers con l’avvicendamento continuo di opere di street art realizzate sui piloni del viadotto all’Indiano, sulle pareti dei sottopassi delle Cure, del Gignoro e di piazza Alberti; fino agli Spazi d’arte, ovvero ai luoghi della città dove sono state eseguite opere pittoriche outdoor e site specific, tra cui scuole, edifici di edilizia residenziale pubblica, giardini pubblici”.
“A partire dal 2018 abbiamo immaginato di fare del Museo Novecento uno dei pochi in Italia ed Europa ad avere al proprio interno una serie di spazi adibiti a residenze artistiche e per curatori. – ha dichiarato Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento – Finalmente dopo un impegnativo lavoro di rigenerazione portato avanti dall’Amministrazione il sogno si realizza e dalla fine di marzo queste stanze in via Palazzuolo saranno animate dalla presenza dei primi cinque vincitori del bando. Da adesso non solo conservazione e valorizzazione di una bellissima raccolta d’arte, non solo aggiornamento continuo sui fenomeni e le personalità artistiche del Novecento e sulle nuove generazioni. Il Museo sarà ancor più dinamico e vitale in quanto anche centro di formazione e ricerca. Per qualcuno impegnato fin troppo a confondere incarichi scientifici e carriera politica tutto questo è forse secondario. Per il professor Montanari, che ci ha abituato alla sua figura di tribuno del popolo, in televisione e nelle piazze, è più strategico strumentalizzare una committenza intelligente alzando come suo solito la voce con tutta la retorica di cui è capace. Ho incontrato Nemo’s, l’artista invitato a realizzare un intervento all’ingresso delle residenze, e mi sono complimentato con lui. La censura non è di casa al Museo Novecento, tantomeno in via Palazzuolo. I fatti poi dimostrano che l’Amministrazione è dalla parte degli artisti, anche street artists. Il conto degli interventi realizzati in città e nelle periferie testimonia un’attenzione e una sensibilità ben diversa da quella che dipinge il promotore di una campagna denigratoria come quella lanciata oggi. Invito il professore che ultimamente si è reso conto della esistenza del mondo dell’arte contemporanea a venire a visitare la bellissima e importante mostra di Alessandra Ferrini e magari troverà spunti interessanti per farne una recensione.“
La giuria, composta dal direttore Sergio Risaliti e dalle curatrici del Museo Novecento Eva Francioli, Francesca Neri e Stefania Rispoli, ha selezionato i quattro artisti e la curatrice che trascorreranno sei mesi in residenza al Museo Novecento: Friedrich Andreoni (1995), Lucia Cantò (1995), Benedetta Fioravanti (1995), Giovanna Repetto (1990) e Benedetta Casini (1991). Le residenze al Museo Novecento sono pensate come periodo immerso di formazione e ricerca, finalizzato anche alla produzione. Firenze è stata per secoli città di botteghe e di atelier d’arte, fucina di idee e di sperimentazioni artistiche, fonte di ispirazione per la crescita professionale e creativa. Queste residenze rappresentano un’opportunità per arricchire la città di nuove energie e generare un sano dialogo con le diverse realtà culturali e produttive. Durante il periodo di sei mesi, gli artisti Friedrich Andreoni, Lucia Cantò, Benedetta Fioravanti, Giovanna Repetto e la curatrice Benedetta Casini incontreranno personalità del mondo dell’arte, di quello culturale, artigianale e imprenditoriale, svolgeranno studio visit e seguiranno periodicamente lectio, workshop e conferenze con storici e critici d’arte, architetti, curatori, galleristi, comunicatori, designer, restauratori, giornalisti e tanti altri operatori del settore, in sinergia con la programmazione scientifica ed espositiva del Museo Novecento. Particolare rilievo sarà dato alla conoscenza del patrimonio artistico fiorentino con visite ai musei e agli altri luoghi d’arte. Svolgeranno altresì sopralluoghi all’interno di aziende e studi professionali con l’obiettivo di far nascere collaborazioni per la realizzazione di nuove produzioni e, al termine del loro periodo di residenza, presenteranno il loro lavoro nella mostra collettiva. Verrà così a nascere una piccola ma virtuosa “cittadella” dell’arte, un luogo pensato per lo studio e la sperimentazione che dia spazio e tempo alla crescita professionale nell’ambito dell’arte contemporanea.