OLIVE NEL VORTICE DELLA SPECULAZIONE, AD ANDRIA IL C.L.A.A. ALZA LA VOCE

La stagione olivicola 2023 è alle porte ed anche quest’anno i produttori pugliesi, ed in generale italiani, stanno assistendo all’ennesimo squallido tentativo di svalutare il nostro prodotto di eccellenza:

l’oliva da olio. Quello che stavolta sta facendo perdere le staffe ai lavoratori del comparto sono le considerazioni surreali pubblicate sul giornale “L’Olivo News” del Presidente dell’Associazione dei Frantoiani della Puglia, Stefano Caroli, il quale ha affermato “sarà difficile pagare le olive più di 90 euro il quintale”. Tale affermazione – afferma il Segretario del C.L.A.A. – Comitato Liberi Agricoltori Andriesi, Natale Zagaria, oltre ad apparire come un goffo tentativo di voler richiamare alcuni “affaristi” al voler creare un monopolio dei prezzi a priori, cosa non consentita almeno legalmente nella giurisprudenza italiana, risulta essere una dichiarazione poco contestualizzata all’attuale situazione del mercato dell’olio evo italiano, il quale risulta esser quotato a dei prezzi nettamente più elevati rispetto agli anni precedenti. Alla luce di ciò nasce spontanea una domanda: “come si è potuto pagare negli anni scorsi un quintale di olive 100 euro con il prezzo dell’olio Evo a 450/500 euro il quintale, con le spese dell’energia elettrica fuori controllo, e quest’anno con un netto ridimensionamento delle spese di energia elettrica necessarie per la trasformazione e un prezzo dell’olio Evo di quasi 1000 euro al quintale le olive non si possano pagare più di 90 euro al quintale? Gli olivicoltori un’idea se la sono fatta e l’unica risposta è un patetico tentativo di turbare il prezzo di mercato. Gli olivicoltori della provincia Barletta Andria Trani sono ormai abituati a tutto ma non restano in silenzio a subire le conseguenze non solo di un sistema burocratico che non funziona ma anche di dichiarazioni che fanno male a tutto il sistema olivicolo. Noi come olivicoltori della provincia Bat rimandiamo sonante al mittente queste insinuazioni sicuri che i frantoiani della zona, nonché anch’essi produttori delle pregiate olive, abbiano bene a cuore l’interesse dell’olivicoltura che ricordiamo nasce della giusta valorizzazione della materia prima, elemento imprescindibile per poter produrre un ottimo olio Evo di qualità superiore. Si prospetta un’annata carica per le piante di ulivo, anche se in alcune zone durante la fioritura le escursioni termiche hanno danneggiato la fase di impollinazione e di conseguenza parecchie piante sono rimaste senza produzione”.

Alle parole di Zagaria seguono quelle del giovane imprenditore agricolo appartenente al C.L.A.A., Vincenzo Fiore, che dichiara: ”stiamo avendo un’annata in cui, nei mesi di maggio e di giugno, si sono verificate tantissime piogge, al contrario di settembre in cui sembra di essere ancora in piena estate. Stiamo ancora oggi irrigando e investendo crediti per portare a termine la produzione per ricavarne un prodotto sano. Qui sembra che gli unici a essere colpiti dagli alti costi di produzione siano solo coloro che forniscono servizi al settore agricolo ma non si è capito che gli unici ad aver la peggio sono gli agricoltori che dopo lunghi sacrifici cercano di portare a termine la produzione, investendo crediti che non si sa se verranno recuperati dopo la vendita del prodotto. Ognuno faccia il suo mestiere ma rispettando le altre categorie! Ma perché si parla di prezzo se non si conosce ancora il mercato delle nuove produzioni di olio? Di norma il prezzo delle olive è il frutto della resa in olio che sviluppa un quintale di olive e della qualità delle olive. Considerando che la qualità delle olive quest’anno è eccezionale, considerata la mancanza di danni provocati dalla mosca, l’olio dovrà possedere il suo giusto valore economico” – ha concluso il signor Fiore del C.L.A.A.