La seconda mostra che verrà ospitata nella nuova Project Room della Galleria Orizzonti Arte Contemporanea di Ostuni è quella di Cristina Iotti e Massimo Barlettani dal titolo The Power of Flowers. In questa bipersonale gli artisti si confrontano sull’importanza di tornare alla bellezza della semplicità, all’ascolto e osservazione della natura, al dipingere un fiore, attuando nella genuinità del gesto che ritrae il creato… la silente rivoluzione dei fiori. Dinanzi la produzione artistica di Massimo Barlettani – Nature vive – è possibile un rischio, quello di fermarsi all’epifenomeno, al suadente fascino dei fiori o delle farfalle e, amabilmente, sentirsi sazi e non andare oltre. In realtà, quello che vediamo è solo e soltanto un tramite con ciò che l’artista vuole dirci che poi, a conti fatti, è di una chiarezza sia formale che, e soprattutto, di contenuto, esemplari (…) Barlettani dipinge fiori che non sono altro che stilemi di un linguaggio creato per raccontare il personale mondo, e tra un soffio di vento e un battito d’ali, con misura, offrire l’occasione e lo stimolo per una riflessione. Barlettani crea bellezza, e da questa muove per rappresentare visivamente alcuni concetti(…) I fiori, creature caduche che resistono al vento, e simboleggiano quell’eleganza che solo la natura è capace di donare. C’è in questo un emozionante rispetto per un fragile abitante del nostro mondo che nulla chiede in cambio di quanto offre. L’artista lo rappresenta nel suo habitat. Per accentuare l’impressione del movimento nel vento usa pigmenti metallici che variano l’impatto visivo a seconda della luce. In questi suoi fiori cosa è racchiuso? La risposta è di un’evidenza estrema: c’è la vita. La bellezza che spesso manca, ma non dobbiamo, non possiamo arrenderci e rinunciarvi – c’è la potenza della vita, il suo essere effimera, e c’è anche un monito a ricordare che traiamo il nostro nutrimento, fisico e non, dalla terra che abitiamo. Come un fiore. Un discorso intensamente spirituale, non religioso, semmai ideale…(…) Estratto dal testo di Jacopo Chiostri Diversamente, Cristina Iotti si è specializzata negli anni nell’uso delle matite colorate e ha fatto del disegno la sua cifra stilistica, trovando in questa tecnica il metodo espressivo a lei più congeniale tanto da ottenere diversi riconoscimenti, premi nazionali e internazionali. Negli ultimi anni si è avvicinata anche al mondo della fotografia, trasferendo la sua poetica in immagini fotografiche fine art. Affascinata poi dall’antica tecnica della cianotipia risalente alla metà dell’ottocento, ha iniziato a sperimentarla ed esplorarla, integrando e personalizzando i suoi cianotipi con acquerelli e matite colorate, lavori che l’artista presenta per la prima volta in mostra. Racconta cosi Cristina Iotti la sua esperienza artistica con questa nuova tecnica: «Sono stata subito affascinata dalla tecnica della cianotipia per la forte valenza poetica che conferisce alle immagini ottenute inizialmente da un mezzo attuale e moderno come la fotocamera digitale, ma la magia sta nel “ritorno al passato” con cui poi viene realizzata, con procedimenti completamente manuali, la stampa e lo sviluppo dell’opera su carta cotone. I lavori in cianotipia sono realizzati partendo da negativi ottenuti da mie fotografie ed esposti alla luce del sole, o sotto una lampada UV, mantenendo per cui tutta l’imprevedibilità, il fascino e la poesia delle cose antiche. Ogni cianotipo per cui è un pezzo unico, non ristampo mai lo stesso negativo e quasi sempre poi intervengo manualmente con matite, matite colorate e acquerelli, ottenendo un risultato finale che si pone tra la fotografia e il disegno». |