Arriva anche in Puglia la spedizione “Acque senza veleni” di Greenpeace Italia che, per cinque settimane, toccherà 220 città in tutte le Regioni italiane per raccogliere campioni di acqua potabile alla ricerca di PFAS (sostanze poli- e per-fluoroalchiliche), un gruppo di sostanze chimiche pericolose per la salute e conosciute come “inquinanti eterni”. L’obiettivo dell’organizzazione ambientalista è realizzare la prima mappatura indipendente della contaminazione dell’acqua potabile a livello nazionale. I dati relativi ai campionamenti saranno diffusi a inizio 2025.
In Puglia, Greenpeace Italia sta effettuando campionamenti a Taranto, Grottaglie, Nardò, Lecce, Brindisi, Francavilla Fontana, Bari, Andria, Altamura, Barletta, Foggia.
Una volta dispersi nell’ambiente, i PFAS si degradano in tempi lunghissimi e possono inquinare le fonti d’acqua, l’aria e le coltivazioni. Attraverso l’acqua e gli alimenti, queste molecole possono quindi diffondersi nel nostro sangue, con gravi rischi per la salute. Una di queste sostanze, il PFOA, è stato ad esempio classificato come cancerogeno per le persone, mentre l’esposizione a diverse molecole PFAS può causare problemi alla tiroide, diabete, danni al fegato e al sistema immunitario, cancro al rene e ai testicoli e impatti negativi sulla fertilità.
Secondo i dati più recenti in possesso di Greenpeace Italia, richiesti dall’organizzazione ambientalista alla locale ARPA, la Puglia è tra le Regioni in cui i controlli ambientali sulla presenza di PFAS nei corpi idrici sono quasi inesistenti: risultano solo quattro campionamenti per le acque superficiali tra il 2020 e il 2022 e due campionamenti relativi alle acque sotterranee nel 2018, mentre non ci sono dati pubblicamente consultabili sulla contaminazione di PFAS nelle acque potabili. Si tratta di gravi mancanze che collocano la Regione Puglia tra quelle in cui il problema PFAS è di fatto non attenzionato.
«Nelle prossime settimane concluderemo la raccolta di campioni di acqua potabile in tutte le Regioni italiane, inclusa la Puglia, per valutare l’estensione della contaminazione da PFAS e identificare eventuali nuove aree colpite oltre quelle già note», spiega Giuseppe Ungherese di Greenpeace Italia. «Chiediamo che anche la Regione Puglia avvii quanto prima analisi approfondite sulle acque potabili e renda pubblici in modo trasparente i risultati alla collettività. In un territorio in cui l’effetto combinato tra crisi climatica e inefficienze della rete contribuisce a rendere strutturale il deficit idrico, è necessario preservare l’acqua potabile dalla contaminazione da inquinanti persistenti e pericolosi come i PFAS. Le istituzioni locali e nazionali devono garantire acqua pubblica sicura per tutti: vogliamo bere acqua pulita, libera da veleni».