XVII edizione / 10 – 14 aprile 2024
24 documentari in anteprima nazionale,
65 film in programma
Decine di ospiti da tutto il mondo per cinque giorni densissimi,
con proiezioni, incontri, tavole rotonde, masterclass,
momenti industry per i professionisti
Tra gli ospiti, il Premio Nobel per la Pace Center for Civil Liberties,
con la sua direttrice Oleksandra Romantsowa,
i registi dei film in concorso, l’attivista australiano Bob Brown,
l’ex campionessa Elena Schiavo e tanti altri
Cinemazero, piazza maestri del lavoro 3
Pordenone
Pordenone, 28 marzo 2024. Sarà l’edizione del Pordenone Docs Fest più internazionale di sempre, quella che si terrà dal 10 al 14 aprile a Cinemazero, quando attraverso sguardi su mondi lontani si spazierà dalla Corea del Nord al Cile, dal Nepal all’Australia, dall’Uganda all’Iraq. Ventiquattro i documentari in anteprima nazionale – valutati dalla giuria composta dal Presidente dell’edizione 2024, Marco Bellocchio, affiancato dalla regista iraniana – premiata all’IDFA per il miglior documentario – Firouzeh Khosrovani e Dario Zonta – giornalista e produttore artistico di documentari di successo internazionale. Con 65 film in programma e decine di ospiti da tutti i continenti, le cinque giornate dell’edizione saranno densissime di proiezioni, incontri con registi e protagonisti dei film, due retrospettive (su Basaglia e sul Bellocchio documentarista), tavole rotonde, laboratori per grandi e piccoli, convegni e, naturalmente, AperiDocs e musica dal vivo.
Tra gli ospiti, l’economista ucraina Oleksandra Romantsowa rappresenterà la ong Center for Civil Liberties, Premio Nobel 2022 per il coraggioso impegno in difesa dei diritti umani e a favore delle riforme democratiche. Non mancherà una riflessione sul conflitto israelo/palestinese, con un film che “pratica” la pace e racconta una storia che supera l’immaginazione e va controcorrente, come quella in anteprima nazionale di Mourningin Lod (venerdì 12 aprile alle 21), accompagnato dalla regista Hilla Medalia. Il politico e attivista Bob Brown porterà dall’Australia la sua straordinaria testimonianza di cinquant’anni di ambientalismo (è grazie a lui che molte aree sono ancora intatte), con il film in anteprima nazionale The Giants, in cui il la storia degli alberi, i giganti della foresta, si intreccia con quello degli esseri umani. Venerdì 12 sarà presente anche l’ex campionessa di calcio Elena Schiavo, capitana della nazionale italiana negli anni Settanta, che racconterà l’esperienza all’“ufficiosa” e dimenticata Coppa del Mondo di calcio femminile del 1971, in occasione della anteprima nazionale – in collaborazione con Fandango, CineAgenziae Ultimo Uomo, del filmCopa 71 – che riporta finalmente alla ribalta un’intensa storia di sport al femminile, quando questo era inusuale o perfino osteggiato.
«Quest’anno ci concentreremo su diritti delle donne, tutela dei minori, libertà giornalistica, rispetto per l’ambiente, racconteremo anche l’arte libera e dissacrante, l’amore e le relazioni, mettendo sempre al centro la varietà dell’essere umano e delle culture», afferma il curatore del festival Riccardo Costantini. «Illumineremo storie poco note, non per questo meno importanti, tenendo come bussola la qualità cinematograficae l’importanza delle testimonianze di registi e protagonisti, cercando una ricaduta sociale tramite il cinema».
È un messaggio forte, di denuncia e speranza, quello che il festival vuole lanciare sin dalla serata di apertura, mercoledì 10 aprile alle 21, con l’assegnazione del Premio “Il coraggio delle immagini” a Mediha, giovane adolescente della minoranza yazida del nord dell’Iraq, sopravvissuta al rapimento e alla vendita come schiava da parte dell’Isis, che nel 2014 ha messo in atto un vero e proprio genocidio nei confronti del suo popolo. La ragazza ha affrontato, con strenua capacità di sorridere, il trauma personale e il tentativo di riscattare i propri fratelli (anche loro venduti) attraverso video-diari da cui è nato il documentario di Hasan Oswald Mediha, prodotto tra gli altri dall’attrice premio Oscar Emma Thompson, che sarà proiettato in anteprima nazionale alla presenza del regista statunitense e della responsabile della Comunicazione dell’UNICEF Italia Patrizia Paternò.
La seconda serata è dedicata all’Ucraina, con il già ricordato racconto dell’impegno del Center for Civil Liberties, a cui seguirà – in collaborazione con Biografilm – la proiezione di The Kyiv Files del regista olandese Walter Stokman. Nel film, non è solo la guerra ad aver violato ogni diritto del popolo ucraino: l’apertura degli archivi del Kgb sovietico, avvenuta solo nel 2017, rivela un controllo paranoide dei cittadini, al limite dell’immaginabile. Sono in molti a ottenere risposte a domande che li tormentavano da decenni, mentre altri scoprono segreti insospettabili e storie incredibili.
Il mondo del documentario, sempre in rapida evoluzione, dà anche spazio alla leggerezza toccando però temi centrali per l’oggi: giovedì 11 aprile alle 15:30 Pordenone Docs Fest presenta The Other Profile, di Armel Hostiou, un viaggio surreale dalla Francia alla Repubblica Democratica del Congo, che lo stesso regista compie alla ricerca del suo “doppio”, colui che ha rubato la sua identità digitale su Facebook per fare affari. Lo stesso giorno, alle 16, Alreadymade di Barbara Visserfa luce sull‘assurda storia di Fountain, il più famoso orinatoio della storia che ha rivoluzionata la storia dell’arte e il mistero di chi l’abbia davvero ideato: Marcel Duchamp o una donna, una dimenticata baronessa dadaista? Una spy storyfemminista che restituisce merito a un’artista che in vita non l’ha ottenuto. Interviene l’autrice, Barbara Visser, artista visiva e cineasta.
Giovedì 11, alle 17:30, Soviet Barbara, dell’audace regista islandese Gaukur Úlfarsson è un tuffo nell’arte contemporanea più dissacrante, orchestrato dall’artista Ragnar Kjartansson, che ricrea la celebre soap opera americana Santa Barbara in salsa sovietica, come critica di quello che si configura come un impero post-regime comunista, alla vigilia della brutale invasione di Putin in Ucraina.
Uno sguardo profondo e inconsueto aprirà una breccia filosofica nella relazione tra uomo e animale sabato 13 aprile alle 18 con Claudia Tosi e il suo personalissimo Mr. Beau, fiaba itinerante che narra lo speciale rapporto dell’autrice con il suo cane, nel momento in cui un problema di salute minaccia la vita dell’animale: un’esplorazione della relazione tra essere umano e cane alla ricerca di una comprensione reciproca. L’amore sarà al centro di Echo of You di Zara Zerny, domenica 14 aprile alle 16, un’opera gentile che esplora con delicatezza e rispetto la memoria del sentimento e il dolore per la perdita, attraverso il ritratto di nove anziani sopravvissuti ai loro compagni di vita, donne e uomini desiderosi di condividere le proprie emozioni con una sincerità talvolta poetica.
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