Sabato 20 Gennaio 2024, presso la Fondazione AAMOD, sono stati designati i vincitori dell’edizione 2023/24 del Premio Cesare Zavattini/UnArchive, iniziativa dedicata al riuso creativo del cinema d’archivio rivolto a giovani filmmaker sotto i 36 anni di età. I progetti candidati erano Caro Berlinguer di Pietro Bonaccio, Fantasia di Marco Mingolla, Il tempo negato di Maurizio Dall’Acqua, La figura umana di Giulia Claudia Massacci, Appunti, fantasmi di Noemi Restani, Controra di Chiara Tripaldi, Figli di oggi di Camilla Morino e Alberto Sparapan, Quelli che restano di Saverio Biancone, Riccardo I di Federica Cozzio e When we with daisies lie di Sofia Vecchiato Dopo aver assistito all’illustrazione dei teaser e dossier da parte degli autori e autrici, ed averne apprezzato la qualità e l’impegno, la Giuria – presieduta da Jacopo Quadri e composta da Franco Angeli, Alberto Crespi, Antonella Di Nocera e Cecilia Spano – ha decretato i tre vincitori e assegnato una Menzione speciale dedicata a Chiara Rigione. Questi i titoli premiati e le motivazioni che hanno portato i giurati a scegliere i progetti che nei prossimi mesi diventeranno cortometraggi della durata massima di 15 minuti: La figura umana di Giulia Claudia Massacci per la sensibilità con cui si accosta ad un tema etico e scientifico di grande rilevanza, quello del rapporto dell’uomo con il mondo animale, attraverso il lavoro critico su un vasto repertorio di immagini filmiche che veicolano pratiche di dominio e ideologie di consumo, ponendosi l’obiettivo di creare una maggiore consapevolezza sulle responsabilità umane. Il tempo negato di Maurizio Dall’Acqua per il profondo coinvolgimento con cui indaga, attraverso un prezioso archivio privato, la storia di una frattura creatasi nella famiglia dell’autore in seguito ad un evento drammatico da tutti rimosso, anche a causa di consuetudini e valori tipici di una piccola comunità, e per il desiderio di rimettere insieme, con la propria ricerca e il proprio sguardo, i frammenti di quel mondo familiare spezzato. Riccardo I di Federica Cozzio per la capacità di prefigurare, anche grazie alla qualità del materiale filmico di repertorio, un appassionato percorso di memoria nella tradizione della marineria dell’area di Chioggia, attraverso la storia di un uomo che si ostina a restaurare un’antica imbarcazione, un tempo in uso, mentre le tecniche e la comunità intorno a lui mutano profondamente, tanto che oggi, dopo la sua morte, il “Riccardo I” ormai in secca va lentamente consumandosi. Fantasia di Marco Mingolla per l’originale approccio al riuso creativo del materiale filmico d’archivio che, rielaborato con tecniche grafiche digitali e analogiche, dà consistenza alla creatività di un gruppo di bambini coinvolti in un laboratorio di esplorazione di sé e del mondo, ispirato all’immaginario e alle metodologie di Bruno Munari. Un lavoro sul campo che sarebbe piaciuto molto a Chiara Rigione. Il pitch degli autori e delle autrici dei progetti e i lavori della Giuria sono stati accompagnati da Antonio Medici e Aurora Palandrani, rispettivamente direttore e coordinatrice del Premio Zavattini. Il coordinamento tecnico è stato curato da Milena Fiore. |