Si è tenuta questa a mattina, a Palazzo di Città, la conferenza stampa conclusiva del progetto “Bari Social Food”, l’iniziativa promossa dall’assessorato al Welfare, finanziata dalla Regione Puglia e realizzata dalla cooperativa sociale C.A.P.S., dall’APS Farina 080, dall’associazione di solidarietà sociale Rogazionisti Cristo Re onlus e da C.I.F.I.R. onlus per sensibilizzare la cittadinanza sui temi dello spreco alimentare e farmaceutico.
È stata l’occasione per presentare i risultati raggiunti durante le attività progettuali, avviate a gennaio 2021 e giunte al termine, e ringraziare quanti hanno partecipato attivamente alle attività di recupero, raccolta e ridistribuzione del cibo a rischio spreco.
Nei 18 mesi di attuazione del progetto, il primo del genere avviato nel Comune di Bari, sono state realizzate molteplici iniziative, utili a sperimentare e consolidare il modello di recupero e redistribuzione delle eccedenze alimentari nella città di Bari, oltre che conseguiti importanti risultati sia in termini di sensibilizzazione della cittadinanza si di recupero di eccedenze alimentari.
Nello specifico, nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2022 e il 13 aprile 2023, sono state realizzate oltre 270 donazioni, equivalenti a 17.351 kg complessivi di cibo donato, con una media mensile pari a 1.119 kg.
Il recupero di cibo ha riguardato in misura prevalente frutta e verdura (7.700 kg), latte e yogurt (4.200 litri), dolciumi (1.900 kg), latticini (500 kg), carne (220 kg) e pane (108 kg).
Per il buon esito dell’iniziativa si è reso, inoltre, necessario migliorare e valorizzare la dotazione infrastrutturale delle antenne territoriali cittadine che hanno partecipato alla sperimentazione, attraverso l’acquisto e la distribuzione delle seguenti attrezzature: 4 frigoriferi, 3 congelatori, 2 macchine per sottovuoto, 1 piastra a induzione, 2 forni a microonde, 2 batterie di pentole, 1 pc e 1 stampante, 1 tavolo in acciaio, scaffalature e materiali di consumo per la conservazione e il trasporto dei prodotti recuperati (contenitori usa e getta in alluminio).
Il volume delle donazioni ha registrato un costante aumento nel corso di questa esperienza, anche per effetto della maggiore conoscenza delle azioni progettuali sul territorio cittadino, determinata sia dalla campagna di comunicazione, che dalle attività di formazione/sensibilizzazione nelle scuole e di animazione territoriale.
Per quanto riguarda le attività di sensibilizzazione, invece, all’interno delle scuole primarie e secondarie di Bari, sono stati intercettati oltre 2.500 studenti, coinvolti in attività di formazione e di animazione territoriale.
Nel corso della conferenza, è stato proiettato un video-racconto del progetto Bari Social Food (disponibile al link https://we.tl/t-WGjlu1Jnmo) e sono state presentate le illustrazioni grafiche che saranno affisse in città Bari tramite cartellonistica stradale, utile a sensibilizzare il territorio rispetto ai temi della lotta allo spreco alimentare, mettendo in luce i dati emersi nell’arco dell’iniziativa in termini di volumi di cibo e di farmaci recuperati.
A margine dell’evento, inoltre, è stato consegnato un riconoscimento a una delle “antenne territoriali di distribuzione” che hanno contribuito attivamente al buon esito dell’iniziativa, portando avanti la lotta allo spreco alimentare e farmaceutico per garantire cibo sano e accessibile a tutti.
“Vogliamo dedicare questo incontro alla restituzione dei risultati di un progetto cui teniamo particolarmente – ha esordito Francesca Bottalico – e che ha visto lavorare fianco a fianco diversi attori della città, istituzionali, del mondo delle associazioni e del tessuto economico cittadino per promuovere un modello pubblico strutturato, nell’ambito della food policy, di contrasto allo spreco alimentare e farmaceutico e di riutilizzo a fini solidaristici.
Oltre un terzo della produzione di cibo resta inutilizzata e finisce nei rifiuti, determinando una crescita costante di persone in condizioni di povertà. Con Bari Social Food, rafforzando le reti territoriali – come parrocchie, associazioni, mercati, farmacie e realtà del privato sociale – siamo riusciti a recuperare e redistribuire farmaci per un valore di oltre 117.000 mila euro e più di 14.000 kg di alimenti grazie al supporto di realtà locali, empori alimentari e antenne territoriali, come le parrocchie, che abbiamo dotato di strumentazioni e attrezzature utili per la conservazione e lo stoccaggio del cibo. Un lavoro che si è aggiunto alla formazione riservata esclusivamente agli studenti.
È stato un percorso meraviglioso, unico nel suo genere, intrapreso con un approccio strutturato e finalizzato ad educare tutti al valore del cibo e alla cultura del recupero solidale: speriamo di aver contribuito a produrre un cambio di approccio culturale e una maggiore sensibilità e cura rispetto ai temi degli sprechi e dell’impatto sociale, ambientale, ed economico che il mancato riutilizzo delle risorse comporta” .
“Il nostro ruolo in questo progetto è stato assolutamente coerente con l’esperienza maturata dalla nostra cooperativa sociale nel contrasto alla povertà – ha proseguito Christian Signorile del CAPS -: il contrasto agli sprechi alimentari e farmaceutici ha infatti ripercussioni non solo dal punto di vista economico e produttivo, ma anche ecologico, ambientale e sociale. Quello che è eccedenza per il circuito produttivo e commerciale può diventare una risorsa per le persone in difficoltà, che abitualmente assistiamo. Nei mesi di attività abbiamo, perciò, creato una rete di antenne territoriali di raccolta e distribuzione – realtà attive nel mondo del volontariato quali associazioni e parrocchie – con l’obiettivo di mettere a disposizione risorse aggiuntive che per molte persone a rischio povertà possono decisamente fare la differenza.
Parallelamente abbiamo lavorato sull’educazione a un utilizzo razionale delle risorse alimentari che passa dalla corretta conservazione del cibo, dalla lettura e comprensione delle etichette e da una nuova sensibilità”.
“Una parte importante di questo progetto è stata dedicata alle scuole, primarie e secondarie, con dei cicli di formazione rivolti agli studenti sulla sostenibilità alimentare e sui temi del commercio equo e solidale, proprio per diffondere una nuova sensibilità sui temi del recupero e redistribuzione delle eccedenze – ha sottolineato Antonio Scotti dell’APS Farina 080 -.
In questi mesi abbiamo lavorato per evitare ciò che spesso accade, e cioè che, una volta finito, un progetto non lasci alcun segno: per questo abbiamo puntato a dar vita a una struttura non solo logistica ma anche relazionale in grado di funzionare al termine delle attività progettuali.
Le antenne territoriali individuate nel corso del progetto hanno oggi a disposizione gli strumenti necessari alla raccolta e alla conservazione degli alimenti e i contatti con le imprese – grandi e piccole – disponibili a donare. Il nostro impegno non si è tradotto solo nel convogliare potenziali eccedenze ma nel costruire un’infrastruttura reticolare per la raccolta e la distribuzione sul territorio cittadino che tiene insieme imprese, parrocchie, mercati e scuole e che è stata in grado di intercettare anche i ragazzi e le ragazze dell’AIPD (Associazione italiana persone Down) che ogni settimana hanno raccolto le eccedenze nel mercato di Santa Chiara per poi consegnarle alla vicina parrocchia di quartiere.
Credo che il risultato più importante di Bari Social Food sia stato quello di dar vita a una comunità attiva che ha trasformato la lotta allo spreco in un bene di comunità”.
“La lotta allo spreco riguarda anche il recupero di farmaci inutilizzati e integri che possono essere messi a disposizione di chi ne ha bisogno – ha concluso padre Vincenzo D’Angelo dell’associazione Rogazionisti Cristo Re -. In città possiamo contare su 10, 11 farmacie che effettuano la raccolta di farmaci per la successiva distribuzione in favore di chi ne ha bisogno oppure da consegnare in momenti di particolare difficoltà, penso all’arrivo dei profughi ucraini o alle forti ondate di calore i cui effetti toccano soprattutto le persone anziane e indigenti.
Nell’ambito di questo progetto la nostra associazione si è dedicata prevalentemente alla formazione, realizzando un vademecum utile a chiunque voglia dare il proprio contributo alla lotta agli sprechi, a cominciare dai più piccoli e dal mondo della scuola. Zero spreco, non a caso, è il titolo di questo opuscolo, uno strumento al servizio di una cittadinanza consapevole del valore potenziale di ogni azione”.
“Con l’assessora Bottalico collaboriamo da tempo, convinte che profit e no profit possano camminare sulla stessa strada per un obiettivo condiviso – ha concluso l’assessora allo Sviluppo economico Carla Palone -. Credo che in questo caso la rete costruita nel corso del progetto sia particolarmente ampia ed efficiente, tanto che negli scorsi mesi diverse realtà commerciali mi hanno chiesto come poter partecipare alla raccolta delle eccedenze alimentari in favore delle persone in difficoltà. Questo significa che Bari Social food ha colto nel segno promuovendo un cambio di passo culturale quanto mai necessario, come dimostra il successo dell’attività formativa nelle scuole”.