Un patrimonio storico-archeologico inestimabile e ancora poco conosciuto. E’ quello del Municipio 4 (Ceglie, Carbonara, Loseto) di Bari. Nell’abitato di Ceglie in particolare sono stati rinvenuti, negli anni, numerosi reperti, oggetti in oro, bronzo, terracotta, vasellame. Alcuni sono conservati e esposti a Bari, altri a Napoli, Taranto, Berlino e Boston. Il Progetto di valorizzazione, presentato nell’aula consiliare della Città Metropolitana di Bari, ha l’obiettivo di mettere a sistema le conoscenze relative al patrimonio archeologico del territorio del Municipio 4, per renderlo fruibile e diffonderne la conoscenza.
La struttura del Progetto, come ha sottolineato Davide Falco (dottore di Ricerca, docente a contratto di Archeologia Classica. Dipartimento ArCoD, Politecnico di Bari) si basa su 5 azioni: ordinamento bibliografico, riordino della documentazione di archivio, mappatura del contesto storico-archeologico relativo al patrimonio di età antica e post-antica; realizzazione di totem informativi; creazione di contenuti per il Portale del Comune di Bari del Municipio 4.
Con la presentazione del progetto, anche quella ufficiale della sezione del portale comunale dedicata al Progetto. «Una delle funzioni principali dell’archeologia – ha dichiarato Roberta Belli, docente di Archeologia classica del Politecnico di Bari – è quella di ricostituire i contesti antichi e quindi la rappresentazione di una società e con quest’operazione cerchiamo di rimetterli insieme almeno virtualmente, nonostante la dispersione che c’è stata». «Il racconto di una città – ha detto l’assessora del Comune di Bari alla Cultura, Ines Pierucci – passa attraverso questo grande patrimonio archeologico non solo per i turisti ma per gli stessi cittadini e gli studenti».
«Il Municipio 4 vanta un vastissimo patrimonio storico-archeologico – ha sottolineato Grazia Albergo, presidente del Municipio 4 – e vogliamo che sia conosciuto dai più, per questo è di fondamentale importanza la sezione del portale comunale ad esso dedicato». Il presidente della Pro Loco, Rocco De Adessis ha sottolineato come ora si sia passati da una fase amatoriale, durante la quale varie associazioni hanno lavorato per la valorizzazione del territorio, a una vera fase scientifica, grazie alla stretta collaborazione con docenti e ricercatori del Politecnico di Bari.
«Con questo progetto – ha affermato Francesca Calace, docente di Progettazione urbanistica – si porta alla luce un patrimonio di valori storici, architettonici, archeologici che è stato alla base della nascita di Carbonara, Ceglie, Loseto e alla base della stessa Bari, visto che Ceglie ha origini più antiche rispetto alla città. Si tratta del primo indispensabile passo per ripensare questo luogo in termini nuovi, piuttosto che periferia di un centro, come centro esso stesso. Luogo che ha delle sue risorse identitarie da porre alla base dello sviluppo. Bisogna puntare su questo non solo per quello che può offrire a un visitatore esterno ma agli stessi cittadini. Essere consapevoli di essere i custodi di un patrimonio così grande rafforza il senso di identità, rafforza la cura del territorio.
Può essere il presupposto per qualsiasi sviluppo che sia endogeno, autoprodotto, sostenibile e non derivante da risorse esterne che non parlano del territorio. L’operazione della conoscenza è la prima indispensabile, fondativa di qualsiasi progetto di sviluppo». «Il progetto pone una sorta di spartiacque fra quello che c’è stato finora e quello che potrebbe esserci nel futuro. L’archeologia – ha sottolineato Davide Falco – non può più essere pensata come ostacolo allo sviluppo della città, ma come l’occasione di ripensare il territorio in una opera di ricostruzione dell’identità del territorio, all’interno del Comune di Bari».