Biancofiore: “Interrotto ciclo virtuoso su rigenerazione urbana: cambio norme e regole in corsa penalizza il settore”
Bari, 17 maggio 2024. “I numeri pugliesi raccontano che, a seguito della revisione del PNRR, saranno totalmente e parzialmente definanziati in Puglia progetti per quasi 860 milioni di euro. Come ANCE Puglia esprimiamo preoccupazione per i tanti progetti che non vedranno la luce e per queste previsioni normative cambiate in corso d’opera che contribuiscono all’instabilità del nostro settore, finora tra i più attivi nel dare concretezza al PNRR”. A dichiararlo il presidente di ANCE Puglia Gerardo Biancofiore a seguito della pubblicazione del documento “PNRR: revisione e stato di attuazione delle misure di interesse per le costruzioni” del Centro Studi di ANCE.
Secondo l’elaborazione ANCE su open data Italia domani “Progetti universo Regis”, sono 1.297 i progetti riguardanti la Puglia che non saranno più finanziati per un totale di 458 milioni di euro (pari al 5% del taglio a livello nazionale); l’ammontare, invece, dei progetti parzialmente definanziati è di 399,5 milioni di euro, che rappresenta il 7% del totale nazionale.
“In particolare– spiega il presidente degli edili pugliesi – dispiace per i progetti di Comuni e Città metropolitane del Mezzogiorno definanziati che non potranno contribuire al raggiungimento di uno dei principali obiettivi del PNRR: ridurre i divari a livello territoriale tra sud e resto d’Italia. Pensiamo ai Comuni che, dopo aver fatto un lavoro straordinario nel dare alla luce progetti in linea con il PNRR, si vedono improvvisamente stoppati. Il grande rammarico è che si tratta di fondi da tempo stanziati, per investimenti immediatamente cantierabili e da concludersi entro il 2026; l’auspicio è che le altre coperture finanziarie individuate per molti dei progetti definanziati possano essere spese in tempi ugualmente brevi”.
Nello specifico, secondo l’ANCE, in Puglia il 28% dei cantieri risulta aperto o concluso, in linea con il dato del Mezzogiorno, superiore di un solo punto percentuale (nel nord Italia la percentuale sale al 40% e al Centro al 36%). “Stoppare i cantieri – conclude Biancofiore – significa interrompere un ciclo virtuoso per la rigenerazione delle periferie e per la rigenerazione urbana che mirano a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale”.