Appuntamento in Sala Rosa del Palazzetto “A. Pazienza”.
Saranno Francesco Chiodelli, Silvia Avallone e Fabio Genovesi i protagonisti della seconda puntata delle
quattro programmate a Foggia per la presentazione delle dieci candidature della quinta edizione del Premio nazionale letterario “I fiori blu”.
L’incontro si svolgerà all’interno della cornice della Sala Rosa del palazzetto dell’Arte “A. Pazienza”, sabato 6 aprile, a partire dalle 17.45, con ingresso libero. Le interviste agli autori, pubblicate anche on line sul sito e sulle pagine social ufficiali del Premio sono a cura di Daniele Coduti, docente di Diritto costituzionale e Gianni Antonio Palumbo docente di Critica Letteraria dell’Università di Foggia, partner istituzionale del Premio e dalla giornalista Michela Magnifico.
I volumi degli autori presenti saranno disponibili anche per il firma copie grazie alla collaborazione della
libreria UBIK.
Le storie raccolte nel saggio “Cemento Armato” edito da Bollati Boringhieri, sembrano degne di un romanzo noir eppure sono storie vere tutte ambientate in diverse città italiane nel Nord e nel Sud della penisola, funestate per decenni da svariate forme di illegalità, corruzione, abusivismo, infiltrazioni criminali, prassi municipali opache e occupazione di immobili pubblici e privati. Ad alimentarle non sono solo pratiche illegali, ma anche compiacenti politiche istituzionali che vengono qui portate alla luce, in un libro chiaro e quanto mai urgente sulle ragioni profonde di un fenomeno tipico del Belpaese che stiamo rovinando. L’autore Francesco Chiodelli insegna Geografia economica e politica presso l’Università di Torino, dove dirige il Centro di Ricerca interdipartimentale in studi urbani. Ha scritto numerosi saggi internazionali su questioni abitative e su spazi informali e illegali e contribuisce al dibattito pubblico in Italia attraverso interventi radiofonici e articoli sulla stampa nazionale.
Nel romanzo “Oro puro” edito da Mondadori si racconta attraverso lo sguardo di un ragazzino, una delle più grandi avventure della storia: la navigazione di Colombo alla scoperta dell’America, come mai è stato fatto prima. Chi legge si cala dentro una grande avventura umana, esistenziale e sentimentale, che si snoda attraverso imprese, amori, crudeltà spaventose e improvvise tenerezze, svelandoci come dietro la scoperta occidentale delle Americhe si nascondano violenze, soprusi e malintesi, ma soprattutto l’insopprimibile, eterno istinto degli uomini a prendere, consumare e distruggere tutto, persino se stessi. Attraverso lo sguardo di Nuno, percorriamo il viaggio più importante della storia dell’umanità: i giorni infiniti prima di avvistare terra, fino alla scoperta di un mondo nuovo, una nuova umanità, una nuova, diversa possibilità di intendere la vita.
In questo Paradiso Terrestre, Nuno imparerà quanta ferocia, quanta avidità possa motivare le scelte degli
uomini, ma anche la forza irresistibile dell’amore, che lo travolgerà fino a sconvolgere i suoi giorni e le sue
notti.
Fabio Genovesi è nato e vive a Forte dei Marmi. Dopo l’esordio con due libri ormai di culto, Morte dei
marmi e Versilia Rock City, ha conosciuto un successo via via crescente con i romanzi Esche vive, Chi manda le onde (premio Strega Giovani), Il mare dove non si tocca, Cadrò sognando di volare e Il calamaro gigante. È la voce “culturale” delle telecronache Rai al Giro d’Italia, collabora con il “Corriere della Sera” e il suo settimanale “la Lettura”.
Nel romanzo “Cuore nero” edito da Rizzoli, finalmente due solitudini s’incontrano. Negli occhi di Emilia –
“privi di luce, come due stelle morte” – Bruno intuisce un abisso simile al suo, ma di segno opposto. Entrambi hanno conosciuto il male: lui perché l’ha subito, lei perché l’ha compiuto – un male di cui ha pagato il prezzo con molti anni di carcere, ma che non si può riparare. Sassaia è il loro punto di fuga, l’unica soluzione per sottrarsi a un futuro in cui entrambi hanno smesso di credere. Ma il futuro arriva e segue leggi proprie; che tu sia colpevole o innocente, vittima o carnefice, il tempo passa e ci rivela per ciò che tutti siamo: infinitamente fragili, fatalmente umani. Si legge così una storia di condanna e di salvezza che indaga le crepe più buie e profonde dell’anima per riempirle di compassione, di vita e di luce. Un libro tra i più maturi dell’autrice Silvia Avallone che è nata a Biella, ma vive a Bologna. I suoi romanzi hanno vinto numerosi premi.
Da “Acciaio” (finalista al premio Strega 2010) è stato tratto l’omonimo film, senza dimenticare “Marina
Bellezza”, “Da dove la vita è perfetta” e “Un’amicizia”.
Il Premio “I fiori blu”, di prestigio nazionale e tra i più significativi dell’Italia meridionale, da marzo a settembre 2024 porterà in Capitanata 10 libri di scrittrici e scrittori, selezionati da una Commissione scientifica presieduta e coordinata dalla Presidente del Premio “I fiori blu”, composta da quattro rappresentanti per l’associazione “I fiori blu”, uno per la Fondazione Monti Uniti, uno per il l’Università, uno per l’Ufficio Scolastico Territoriale, e uno per i librai del territorio.
A selezionare i 5 finalisti tra i 10 candidati del Premio “I fiori blu” il prossimo 28 maggio, invece, sarà come ogni anno una Giuria Tecnica presieduta da Paolo Mieli e composta da Ritanna Armeni, Luciano Canfora e Sandra Petrignani insieme con Lidia Ravera, Silvia Truzzi, Marco Ferrante e Giuliano da Empoli, quest’ultimo vincitore dell’edizione 2023.
Subito dopo, i finalisti vengono sottoposti al voto della Giuria di lettori e lettrici di tutta Italia.