L’aumento dei prezzi e del costo della vita (42%) e la situazione economica (41%) sono stati i principali argomenti a spingere i cittadini europei a votare alle elezioni europee di giugno di quest’anno. Un terzo degli elettori (34%) afferma che la situazione internazionale è stata un argomento per recarsi alle urne, mentre una percentuale simile cita la difesa della democrazia e dello Stato di diritto (32%). Chi non ha votato ritiene ugualmente che il costo della vita (46%) e la situazione economica (36%) avrebbero potuto motivarlo a partecipare alle elezioni. Anche per gli italiani la situazione economica e il costo della vita si confermano gli argomenti più importanti che li hanno spinti a recarsi alle urne a giugno, con dei valori però superiori alla media UE, rispettivamente al 51% e al 48%. Seguono la situazione internazionale (35%) e la difesa della democrazia e dello Stato di diritto (29%). Anche per gli italiani che non hanno votato, la percezione delle preoccupazioni legate al costo della vita (51%) e alla situazione economica (48%) è superiore alla media UE. La Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, commentando i risultati del sondaggio, ha detto: “Lo scorso giugno, i cittadini di tutta Europa hanno fatto sentire la loro voce, registrando la più alta affluenza alle elezioni del Parlamento europeo degli ultimi 30 anni. Ci hanno dato il mandato di agire, di fornire risposte e soluzioni e di avere un impatto positivo nella loro vita quotidiana. Faremo la nostra parte. Nelle prossime settimane, il Parlamento europeo esaminerà la nuova Commissione europea per garantire che affronti le questioni prioritarie per i cittadini: il costo della vita, lo stato della nostra economia, la democrazia, lo Stato di diritto, la migrazione e la sicurezza. Il Parlamento europeo continuerà a lavorare per far sì che la voce dei cittadini conti nell’UE.” Sostegno elevato all’UE e fiducia nella democrazia parlamentare Il sostegno all’UE rimane alto, nonostante le difficoltà economiche. I risultati del sondaggio indicano che i cittadini sono ottimisti sul futuro dell’UE (65%) e continuano ad avere un’immagine positiva dell’UE (così per il 48%, con solo il 16% che dichiara di avere un’immagine negativa). Ancora più ottimisti sul futuro dell’UE gli italiani rispetto alla media UE, con il 70% che si dichiara tale (4 punti in più rispetto al sondaggio di febbraio/marzo scorso). Il 47% degli italiani ha poi un’immagine positiva dell’Unione, in linea con la media continentale. Nell’UE in generale, sono quattro i motivi principali per cui far parte dell’Unione è considerato vantaggioso: una maggiore cooperazione tra gli Stati membri (36%), la protezione della pace e il rafforzamento della sicurezza (32%), il contributo dell’UE alla crescita economica (28%) e la creazione di nuove opportunità di lavoro (24%). La cooperazione tra gli Stati membri (34%), il peso maggiore nel mondo (32%), la protezione della pace e il rafforzamento della sicurezza (26%) e il contributo alla creazione di nuove opportunità di lavoro (26%) sono i principali motivi per cui gli italiani trovano un vantaggio nell’appartenere all’UE. La fiducia nella democrazia parlamentare europea è particolarmente alta all’inizio della decima legislatura del Parlamento europeo: il 42% dei cittadini ne ha un’immagine positiva. Si tratta del risultato più alto mai registrato per questo indicatore. Una cifra che sale al 48% per gli italiani. I cittadini europei hanno confermato il loro sostegno al processo democratico dell’UE nelle elezioni dello scorso giugno. L’affluenza alle urne è stata del 50,74%, la più alta degli ultimi trenta anni e simile a quella del 2019, ed è aumentata in 16 Paesi su 27 rispetto alle elezioni del 2019. Che il voto sia importante è confermato anche dal 56% dei cittadini che concordano sul fatto che la loro voce conti nell’UE. Il dato indica un aumento di 8 punti percentuali rispetto al febbraio/marzo 2024 (48%). La percentuale scende al 38% se si guarda ai numeri italiani, percentuale che comunque registra un aumento di 9 punti rispetto al precedente sondaggio di febbraio/marzo 2024. L’analisi di questo sondaggio post-elettorale suggerisce, inoltre, che il voto alle elezioni europee sia diventato un’abitudine per molti cittadini. Alla domanda sul perché hanno votato, il 46% degli elettori afferma di farlo sempre, mentre il 42% risponde che è un dovere come cittadino e il 20% afferma di voler sostenere il partito politico a cui si sente vicino. La decisione su chi votare alle elezioni europee del 2024 si è basata principalmente sulla vicinanza delle proposte dei partiti alle idee e ai valori degli elettori. Le proposte di un partito sulle questioni europee sono state il motivo che con più frequenza ha determinato il voto, indicato dal 47% (+4 punti percentuali rispetto al 2019) degli elettori. Il voto per gli italiani è in primis un dovere (46%) e quindi un’abitudine: il 40% afferma infatti di votare sempre. Il sostegno al partito considerato più vicino motiva al voto un quarto degli elettori (25%). Più della metà degli elettori (52%) ha invece scelto chi votare perché solitamente segue quel partito, quindi per affinità alle proposte sulle questioni europee (44%) o nazionali (41%). I risultati completi sono disponibili qui. Contesto Il sondaggio Eurobarometro post-elettorale del Parlamento europeo è stato condotto dall’agenzia di ricerca Verian (precedentemente Kantar Public) tra il 13 giugno e l’8 luglio 2024 in tutti i 27 Stati membri dell’UE. Il sondaggio è stato condotto faccia a faccia, con interviste video (CAVI) utilizzate in Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia e Malta. In totale sono state condotte 26.349 interviste. I risultati dell’UE sono stati ponderati in base alle dimensioni della popolazione di ciascun Paese. Oltre alla procedura di ponderazione basata su variabili socio-demografiche (post-stratificazione su sesso ed età, regione e livello di urbanizzazione), i risultati per tutte le domande relative alle elezioni europee in questo sondaggio sono stati ponderati in base all’affluenza nazionale. |