L’ANICE mette in guardia dall’impatto che le possibili ritorsioni della Cina contro i prodotti agroalimentari dell’UE potrebbero avere non solo per la carne suina, ma per il settore della carne nel suo complesso. In questo contesto, l’industria spagnola della carne ha chiesto al Governo di attivare tutte le misure di contenimento previste in questi casi, visto l’enorme danno che i nuovi dazi causerebbero alle aziende esportatrici del nostro Paese. “Temiamo che le conseguenze della tensione economica tra Europa e Cina possano ritorcersi contro l’intero settore della carne nel nostro Paese, il primo esportatore di carne suina in Europa e il secondo esportatore al mondo”.
Madrid, 14 giugno 2024.- La Commissione europea ha annunciato ieri un aumento del dazio all’importazione di auto elettriche dalla Cina a seguito di un’indagine su possibili sovvenzioni sleali, di fronte alla quale la risposta del gigante asiatico non si è fatta attendere. Ci sono già indicazioni che la Cina stia prendendo seriamente in considerazione misure di ritorsione contro i prodotti agroalimentari dell’UE, con la carne di maiale, comprese le frattaglie commestibili, che sarebbe uno dei primi settori che sarebbe seriamente colpito da questa tensione commerciale, che l’ANICE teme possa diffondersi al resto del settore della carne. mettendo a repentaglio l’attuale leadership nel commercio internazionale di carne e derivati.
Una notizia che introduce ancora una volta un nuovo elemento di instabilità e incertezza. “Siamo preoccupati. Temiamo che le conseguenze di questa tensione economica tra Europa e Cina possano ritorcersi contro il settore della carne del nostro Paese e minacciare il nostro status quo di primo esportatore di carne suina in Europa e secondo al mondo”, afferma il Direttore Generale di ANICE, Giuseppe Aloisio. Lo scorso anno, il settore nel suo complesso è riuscito a raggiungere una cifra record di esportazioni di 10.583 milioni di euro e una bilancia commerciale del 625%, superando le vendite estere del 2022, del 6,2%. Numeri in cui la carne suina è stata fondamentale, collocando la Spagna in cima alla classifica europea, e al secondo posto a livello mondiale. In particolare, nel 2023, le esportazioni di carne suina spagnola verso la Cina hanno superato le 560.000 tonnellate per un valore di 1.223 milioni, rendendo il Paese asiatico la destinazione del 20,33% delle nostre vendite di carne suina estera.
Alla luce di questa notizia e delle possibili ripercussioni per il settore, ANICE ha chiesto ai Ministeri dell’Economia, del Commercio e delle Imprese, che si occupano di regolamentare il commercio internazionale delle merci, e al Ministero dell’Agricoltura, della Pesca e dell’Alimentazione, di attivare tutte le misure di contenimento previste in questi casi, visto l’enorme danno che causerebbe alle imprese esportatrici spagnole. Inoltre, l’Associazione ha chiesto che vengano mantenuti vivi i canali di comunicazione, in modo da tenere informate in tempo reale le industrie della carne, di fronte all’improvvisa valanga di problemi che potrebbero verificarsi nelle prossime settimane. Attualmente si sta lavorando in diverse aree per nuove aperture di prodotti spagnoli, oltre a continuare a fare progressi nell’apertura della carne bovina, annunciata nel febbraio di quest’anno, e degli ovini.