Successo per la 15^ edizione di Cchiù fa Notte e Cchiù fa Forte Festival a San Marco in Lamis.

Successo per la 15^ edizione di Cchiù fa Notte e Cchiù fa Forte Festival a San Marco in Lamis.

Musica, spettacolo, divertimento, ma soprattutto un’occasione di confronto e dialogo sul tema della Pace.
Per non restare indifferenti di fronte alle numerose guerre presenti in tutto il mondo.   È stata una giornata magica quella che ha animato la 15^ edizione di Cchiù fa Notte e Cchiù fa Forte Festival, andata in scena il 14 agosto a San Marco in Lamis.
Shade, Il Cremlino, Georgia Mos e Lazzaro hanno infiammato la notte più lunga dell’anno nella cittadina garganica, portando in pista tantissimi giovani a ritmo di indie, pop, alternative, oldies, ma anche house, electro house e tribal house.
A fare da sfondo ai concerti e alla manifestazione è stato il simbolo della Pace, tema scelto per la 15^ edizione del festival organizzato dall’Arci “Pablo Neruda” in collaborazione e con il patrocinio del Comune di San Marco in Lamis. Simbolo riportato anche sulle t-shirt che tanti, giovani e meno giovani, hanno indossato durante il Festival: un gesto che non è stato soltanto un modo per sostenere l’evento, ma una presa di posizione, una scelta. Perché un Festival è musica, divertimento, energia, condivisione ma è anche riflessione, è uno spazio per fare domande, chiedere risposte e proporre idee.
 
«Da 15 anni con Cchiù fa Notte e Cchiù fa Forte cerchiamo di accendere le coscienze per non restare indifferenti di fronte a quanto accade nel mondo. Non lo facciamo solo in occasione del Festival ma durante l’intero anno, organizzando eventi culturali e momenti di riflessione su tematiche di attualità», ha sottolineato il presidente dell’Arci “Pablo Neruda” Mariano Guida che ha aggiunto: «La scelta del tema di questa edizione è stata dovuta e necessaria, perché non possiamo slegarci da ciò che accade intorno a noi; non possiamo festeggiare e dimenticare l’Ucraina, la Palestina e tutte le guerre in corso nel mondo».
Per poter parlare di pace è necessario capire cos’è la guerra, quali sono le dinamiche che portano al conflitto. Per questo motivo gli organizzatori hanno scelto di porre al centro del Festival il talk “La pace dal punto di vista della guerra”, moderato da Lucia Villani, che ha visto la partecipazione di Faith Imeh Udoh, rifugiata di guerra, in Italia dal 2000 e oggi mediatrice culturale, e di Domenico Rizzi, presidente provinciale Arci e membro del direttivo di ARCS Arci Culture Solidali APS (associazione che promuove nelle comunità processi di cambiamento sociale, educazione alla cittadinanza globale, alla pace e al dialogo interculturale e intergenerazionale).
«Negli ultimi anni il movimento della pace ha sonnecchiato, abbiamo dato per scontato che alcuni valori, come la pace, non fossero più attuali. Invece a poche centinaia di chilometri a nord della nostra Europa è in corso un massacro per una ridefinizione dei confini; nel vicino Medio Oriente continua la guerra tra due popoli che non trovano pace territorialmente, per non parlare delle centinaia e centinaia di guerre sparse in tutto il mondo», ha ribadito Rizzi, citando la lettera del Patriarca di Gerusalemme Pizzaballa che ha chiesto a tutte le comunità del Patriarcato di celebrare la solennità dell’Assunzione di Maria, con una particolare intenzione per la pace in Terra Santa e in tutto il mondo.
Ma prima di parlare di pace bisogna parlare della guerra. Ne è convinta Faith Imeh Udoh che ha detto: «Ci sono tanti tipi di guerra di cui non si parla. Abbiamo la guerra della fame, la guerra sociale, la guerra di potere, la guerra della disuguaglianza, la guerra dell’indifferenza, la guerra del terrorismo… Ci sono persone che, una volta abbandonato il proprio paese di origine, vivono una guerra interna, la guerra della frustrazione (dovuta alle difficoltà affrontate lungo il viaggio, all’abbandono dei propri cari, alle peripezie per ottenere il permesso di soggiorno e un lavoro). Questo tipo di guerra genera violenza e porta alla depressione. Per questo vi chiedo di essere gentili con queste persone. L’ascolto, il sorriso, la gentilezza sono armi potentissime».
Un messaggio che arriva forte soprattutto alle nuove generazioni, quelle a cui si rivolge il Festival cercando di coinvolgerle mettendo in campo proposte in linea con i loro interessi. Infatti durante la 15^ edizione di Cchiù fa Notte e Cchiù fa Forte c’è stata anche l’inaugurazione di Galattica – Nodo di San Marco in Lamis, la nuova iniziativa della Regione Puglia (a cura della Sezione Politiche Giovanili e di ARTI – Agenzia Regionale per la Tecnologia e l’Innovazione) che ha l’obiettivo di accompagnare i giovani verso opportunità ed esperienze in ambito sociale, professionale e di partecipazione civica, favorendone l’autonomia, il protagonismo e l’inserimento attivo nelle comunità locali.
       
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