SUONI ALL’ALBA – PUNTATA 198

le interviste di questa settimana:

Matteo Bonechi: “Se mi versi un Campari”

Un nuovo singolo del cantautore toscano estratto dal suo nuovo album di prossima uscita, dal titolo “L’estate spietata”.

Il giocatore alla slot sembra ipnotizzato dal girare rapido dei rulli davanti agli occhi. In realtà, forse sta solo sognando un tango sul far dell’aperitivo, una spiaggia carioca insieme alla barista sbadata. Quella che oggi è una macchina mangiasoldi, domani potrebbe essere il computer dell’ufficio, il registratore di cassa, il pettine di un telaio. La necessaria monotonia capace di risvegliare l’immaginazione dal torpore invernale.

Anita Brightfly: “Fortuna”

Il brano ha un arrangiamento sofisticato che fonde elementi pop ed elettronici che creano un sound contemporaneo e avvolgente e si apre con un’introduzione minimale dove synth atmosferici e percussioni leggere costruiscono lentamente la tensione. Man mano che il brano avanza la dinamica sonora è crescente e la sezione ritmica è sostenuta da un groove costante, i riverberi donano al contempo una sensazione di spazialità mentre le linee vocali sui ritornelli sono arricchite da effetti di delay che creano un senso di profondità. L’arrangiamento di “Fortuna” è attentamente bilanciato con l’uso sapiente di contrasto tra momenti più intimi e sezioni di piena intensità sonora.

Hazan: “Lady Rose”

Si tratta di un brano scritto dopo una notte trascorsa sul divano a parlare con un’amica: il senso è racchiuso nel verso “Il veleno mio che sputo, è il veleno tuo che spurga”. Racconta le ultime cose che Hazan aveva da dire a quella persona, che è stata nella sua vita ma, adesso, non ne fa più parte; non è una canzone d’amore o di odio, ma solo un testo a cuore aperto.

Noema: “Ascensore”

Il brano apre la tracklist del nuovo album “Ad altezza XXI secolo” ed è un concentrato di rock puro, dal sound potente e ritmo serrato. L’ascensore non è solo uno strumento di trasporto, ma è il luogo in cui si consumano imbarazzi, impacci e discorsi di circostanza: un vero e proprio microcosmo di pensieri ed emozioni. Le sue porte non contengono dei semplici corpi, ma le anime di ognuno.

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