Gli autotrasportatori dell’indotto ex Ilva, di Casartigiani Taranto, rivendicano chiarezza sulla gestione degli appalti dei trasporti affidati da Acciaierie d’Italia ad alcune imprese. Sembrerebbe che solo poche aziende, tra quelle con contratto, gestiscano effettivamente i trasporti, lasciando le altre contrattiste senza assegnazioni e costringendo le stesse a operare in subvezione. Questo sistema avrebbe inevitabilmente innescato un subappalto fraudolento che potrebbe coinvolgere fino a quattro operatori. La situazione non solo crea iniquità tra le aziende del settore, ma mina anche la concorrenza leale e la sostenibilità economica degli operatori. Inoltre, dopo l’ultimo incontro con il Governo, i commissari non hanno più avuto colloqui con le associazioni di categoria, riducendo così la chiarezza e le possibilità di gestire le problematiche.
Gli autotrasportatori nutrono anche perplessità circa la proposta di ADI sul pagamento dei crediti maturati prima dell’amministrazione straordinaria. Sebbene rappresenti un tentativo di risolvere la situazione debitoria, il riconoscimento del 70% del credito, con un pagamento rateale a 20 mesi anticipabile attraverso il factoring di SACE, potrebbe non essere sufficiente a garantire la sopravvivenza economica di molte aziende, già duramente provate da una gestione incerta e disorganizzata. Casartigiani manifesta poi preoccupazione in relazione alle conseguenze che la riscadenzamento dei crediti ex Ilva potrebbe avere sugli operatori dei trasporti che operano in regime di subvezione, che equivale a un subaffitto: «Se i trasportatori titolari di contratto percepiranno, a fronte dell’accettazione della proposta fatta loro dai commissari di Acciaierie, il 70% dei crediti maturati e certificati, prima che la società ADI venisse collocata in amministrazione straordinaria, ci chiediamo quale percentuale spetterebbe a chi invece ha operato con la subvezione».
Sul punto è intervenuto anche il rappresentante degli autotrasportatori di Casartigiani Taranto, Giacinto Fallone: «Questa gestione – ha detto – non solo compromette la fiducia degli operatori, ma rischia anche di vanificare gli sforzi compiuti per garantire una gestione equa e trasparente del settore. Chiediamo che sulla somma elargita venga posta una clausola di salvaguardia che tuteli la subvezione e il subappalto, perchè la maggior parte dei servizi sono stati effettuati in sub-vezione. Ormai la situazione è pericolosa e insostenibile».
Castronuovo ricorda che, a un anno di distanza dall’allarme lanciato dagli autotrasportatori dell’indotto, sono stati ricevuti solo poche volte dal Governo. L’ultimo confronto risale a marzo, dopodiché, il silenzio: «Ogni qual volta – ha proseguito Castronuovo – ci siamo confrontati ai tavoli istituzionali non abbiamo mai messo in discussione i contratti. Piuttosto, abbiamo sempre puntualizzato che ci sia poca trasparenza nell’affidamento dei viaggi, proponendo come soluzione un contratto unico che regolamenti la trasparenza e la trasversalità degli autotrasportatori così come abbiamo richiesto l’istituzione di una clausola sociale che tuteli l’intero territorio».
Questo il monito di Casartigiani: «Il Governo deve aiutarci perché ha l’obbligo morale di supportare i suoi lavoratori. Noi, d’altra parte, siamo stanchi di vivere di promesse per cui pretendiamo certezze. Siamo pronti a qualsiasi azione a tutela dei nostri associati».