A seguito delle ultime vicende che hanno investito il siderurgico di Taranto, Acciaierie d’Italia, interviene il coordinatore generale della UIL di Taranto Pietro Pallini fortemente preoccupato sullo stato in cui versa lo stabilimento siderurgico più grande d’Europa e su come questo si ripercuota negativamente sul tessuto socioeconomico della città Bimare.
“Dopo l’istanza di composizione negoziata avanzata – scrive il coordinatore della UIL TARANTO, Pietro Pallini – dal socio privato, ciò che ha sentenziato il Tribunale di Milano deve rappresentare senza sé e senza ma lo spartiacque sulla fuoriuscita di questo socio privato. Infatti, il giudice delegato Francesco Pipicelli ha rigettato l’istanza di AdI avverso la possibile procedura di Amministrazione Straordinaria, dopo le ultime disposizioni di legge introdotte dal Governo. Un tentativo maldestro, da parte del socio privato, nell’avviare questa formale procedura che null’altro è che la perfetta ammissione di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario dell’azienda”.
“Adesso il reale stato in cui versa la società – continua Pallini – è messo nero su bianco. Specchio di tutto ciò, è lo stato degli impianti, quei pochi rimasti in marcia, le manutenzioni e lo stato di malessere che serpeggia sempre più insistente nel territorio. Il termometro di tutto ciò per noi continua ad essere la realtà. Una realtà che è stata finora deformata, dissimulata, negata, perfino inventata. Va appena ricordato che nello Steel Commitment il 28 settembre dello scorso anno, l’A.D. Lucia Morselli nelle sue dichiarazioni rappresentò ‘un’azienda completamente diversa rispetto a quattro anni fa in cui si sono fatte cose molto belle’. E ancora: ‘un’azienda che non è in un brutto momento, molto più bella, più potente e molto più forte’”.
“Com’è andata, sono i fatti a dircelo. Siamo di fronte al martirio sociale – dice il numero Uno di Piazzale Bestat – per le migliaia di lavoratori diretti, di Ilva in AS e dell’appalto in cassa integrazione, e i riflessi nefasti dell’impoverimento. Siamo altresì di fronte al collasso industriale, visto anche l’epilogo della visita ispettiva da parte dei Commissari di Ilva in A.S. e dei tecnici all’interno dello stabilimento. Comprova, l’insussistenza di elementi alle legittime richieste avanzate dalla delegazione durante l’ispezione per accertare il reale stato degli impianti, durato poco più di un’ora, al verso: ‘Vi faremo sapere’. Siamo all’inverosimile”.
“Non ci sono più scuse. Serve prendere – incalza e conclude il coordinatore di Taranto della UIL – a ferme mani le redini dello stabilimento e, insieme, quelle di una comunità con i suoi lavoratori, le imprese e le persone che non attendono altro che questa pessima pagina si chiuda per aprirne una nuova, totalmente diversa. Certo, l’ombra pesante che aleggia dell’ulteriore commissariamento non è cosa vantaggiosa per nessuno, ma se ciò si rivelasse inevitabile, chiediamo al Governo ed a tutte le forze politiche di unirsi, accompagnando l’iter di conversione dei due Decreti Legge con i dovuti e necessari emendamenti. Impensabile non sostenere i lavoratori in questo dolorosissimo passaggio con misure straordinarie a loro tutela, a partire da un provvedimento che ponga il divieto dei licenziamenti, e che ristabilisca la via conforme della CIGS di relazione negoziale con le Parti sociali. Oltremodo, immorale immaginare di non sostenere in modo robusto le aziende, che saranno le stesse chiamate al risanamento di quegli impianti sulle quali vi è il peso di quasi 170 milioni di crediti. Al Governo un nostro ultimo appello, Coraggio!”